governo della rete

Internet governance, l’Italia si svegli: ecco che deve fare il nuovo Governo

Nessun Governo ha rispettato l’impegno a fare la community italiana per la governance della rete, come previsto dalla Dichiarazione dei diritti di internet approvata alla Camera. E il nuovo Governo, dopo quanto visto al recente internet day, potrebbe riuscirci. L’analisi di uno dei massimi esperti di Internet Governance

Pubblicato il 29 Giu 2018

Stefano Trumpy

Pioniere di Internet, Presidente onorario di Internet Society Italia 

internet governance

Gli ultimi Governi (2015-2018) non sono riusciti a mantenere un impegno: costituire la comunità italiana per la governance della rete. Era nella delibera del 3 novembre 2015 relativamente alla mozione Quintarelli (e altri), approvata dalla Camera, all’interno della dichiarazione per i diritti di internet.

Dopo l’Internet Day di questa settimana (alla Camera) si riaccendono le speranze perché questo importante obiettivo vada in porto.

Le speranze nel nuovo Governo

All’evento infatti il nuovo parlamento rappresentato dal Presidente Roberto Fico e vari parlamentari. Il Governo, rappresentato dal vice premier Luigi Di Maio e dalla ministra Giulia Bongiorno (alla PA), oltre ad alcuni sottosegretari (editoria e scuola).

Presidente della camera Fico

Il Presidente della Camera ha messo in evidenza la continuità con quanto fatto nella precedente legislatura e ha evidenziato le principali azioni svolte durante la presidenza di Laura Boldrini. Ha citato la commissione parlamentare per i diritti e i doveri in Internet formata da un numero paritario di parlamentari e di esperti sui temi dei diritti ed ha ricordato la figura di coordinatore di Stefano Rodotà; la Commissione, dopo un inizio nel luglio 2014 ha elaborato la dichiarazione emessa nel luglio 2015 e approvata alla Camera il 3 novembre 2015 all’unanimità, cosa del tutto particolare, a dimostrazione che il buon funzionamento di Internet viene considerato “super partes” dai partiti politici. Su questa linea viene dato uno spazio ad Antonio Palmieri, di Forza Italia, il quale è stato uno dei principali fautori dell’Intergruppo parlamentare, anche chiamato “WEB 2.0”, entro il quale si definiscono linee condivise per le attività parlamentari sui temi dell’Internet. Quest’attività, anche culturale, deve avere un seguito nella nuova legislatura perché è comunque nell’interesse di tutti.

Vicepremier Di Maio

Significative anche l’intervento del vicepresidente del Consiglio dei ministri Luigi Di Maio che fa una dichiarazione sulle azioni promosse dai ministeri che coordina e cito tre punti sui quali si è soffermato:

  • 1 Pieno supporto alla continuazione delle attività del team digitale
  • 2 Promessa di opposizione all’iniziativa del parlamento europeo che riguarda i temi della proprietà intellettuale in Internet e conseguenti criticità per la libertà di espressione e la protezione dei dati personali.
  • 3 Promessa di offrire gratuitamente mezz’ora di collegamento giornaliero a Internet a coloro che non se lo possono permettere.

A proposito del punto uno, ci sono stati commenti solo positivi e il giorno prima Diego Piacentini e Luigi Di Maio si erano sentiti. A proposito del punto due, l’opposizione del governo è apparsa molto decisa (Faremo tutto quello che è in nostro potere per contrastare la direttiva sul copyright al Parlamento europeo, e qualora dovesse passare, decideremo se recepirla o meno); alcuni dei commenti fatti da altri relatori sono stati positivi nella sostanza delle critiche. Il punto tre è sembrato un’improvvisazione più propagandistica che realizzabile con risultati apprezzabili.

Ministra Bongiorno

La ministra Bongiorno, dopo aver complimentato il lavoro del Team Digitale Piacentini, ha notato che difficoltà per la completa applicazione dei lavori del team sono comprensibili per la mancanza di cultura specie da parte dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni di mezza età e più anziani. Il suo messaggio: ci vuole una perseveranza e i tempi potranno non essere brevi; guai a dare scadenze per il raggiungimento degli obiettivi poiché si rischia di essere criticati come inadempienti; meglio dire che si sta procedendo con costanza un obiettivo essenziale per il buon funzionamento della pubblica amministrazione.

L’intervento, molto pratico e realistico è stato molto apprezzato.

Per un Governo della rete in Italia

Ci sono quindi alcune promesse valide perché possa essere ripreso quel famoso articolo 14 della dichiarazione dei diritti. Lo riporto qui.

Art. 14.           Governo della rete

  1. Ogni persona ha diritto di vedere riconosciuti i propri diritti in Rete sia a livello nazionale che internazionale.
  2. Internet richiede regole conformi alla sua dimensione universale e sovranazionale, volte alla piena attuazione dei principi e diritti prima indicati, per garantire il suo carattere aperto e democratico, impedire ogni forma di discriminazione ed evitare che la sua disciplina dipenda dal potere esercitato da soggetti dotati di maggiore forza economica.
  3. Le regole riguardanti la Rete devono tenere conto dei diversi livelli territoriali (sovranazionale, nazionale, regionale), delle opportunità̀ offerte da forme di autoregolamentazione conformi ai principi indicati, della necessità di salvaguardare la capacità d’innovazione anche attraverso la concorrenza, della molteplicità̀ di soggetti che operano in Rete, promuovendone il coinvolgimento in forme che garantiscano la partecipazione diffusa di tutti gli interessati. Le istituzioni pubbliche adottano strumenti adeguati per garantire questa forma di partecipazione.
  4. In ogni caso, l’innovazione normativa in materia di Internet è sottoposta a valutazione d’impatto sull’ecosistema digitale.
  5. La gestione della Rete deve assicurare il rispetto del principio di trasparenza, la responsabilità̀ delle decisioni, l’accessibilità̀ alle informazioni pubbliche, la rappresentanza dei soggetti interessati.
  6. L’accesso e il riutilizzo dei dati generati e detenuti dal settore pubblico devono essere garantiti.
  7. La costituzione di autorità̀ nazionali e sovranazionali è indispensabile per garantire effettivamente il rispetto dei criteri indicati, anche attraverso una valutazione di conformità̀ delle nuove norme ai principi di questa Dichiarazione.

E poi l’impegno che chiude la dichiarazione:

 

Impegna il Governo:

   Ad attivare ogni utile iniziativa per la promozione e l’adozione a livello nazionale, europeo e internazionale dei princìpi contenuti nella Dichiarazione adottata il 28 luglio 2015 dalla Commissione per i diritti e i doveri in Internet istituita presso la Camera dei deputati; 
   A promuovere un percorso che porti alla costituzione della comunità italiana per la governance della rete definendo compiti e obiettivi in una logica multistakeholder

La proposta per fare la Governance in Italia

Qui sotto riporto la proposta di missione che dovrebbe avere la struttura raccomandata nel secondo paragrafo relativo agli impegni del Governo, come elaborata in occasione dello IGF Italia svoltosi a Venezia nel 2016.

Missione proposta:

1          Identificare il luogo istituzionalmente deputato a definire la posizione nazionale sui temi di Internet Governance, ponendo in posizione paritetica tutti gli stakeholder, in occasione degli appuntamenti nazionali e internazionali (IGF globale, ICANN, Internet Society, ITU, OECD, G7 e G20.)

2          Promuovere l’analisi dei temi connessi all’Internet Governance e dei loro riflessi sull’ecosistema Internet in Italia.

3          Lavorare in modo collaborativo a  livello nazionale per influenzare le posizioni dell’industria, la società civile e gli organi governativi sui temi di Internet governance e di politica delle telecomunicazioni.

4          Esprimere pareri sulle iniziative del parlamento e del governo che riguardano la gestione dell’Internet in Italia, sia su richiesta specifica del governo che in modo            indipendente, anche attraverso la promozione di consultazioni pubbliche.

5          Contribuire a costruire relazioni di lavoro e di fiducia con i rappresentanti di altri stati e organizzazioni sui temi di Internet governance e di politica delle telecomunicazioni.

6          Contribuire all’organizzazione dell’Internet Governance Forum Italia fondandosi su principi di legittimità riconosciuti sia dalla comunità, sia dai partecipanti, ma soprattutto dal governo per poter apprezzare l’accoglimento delle azioni proposte.

Gli auspici

Auspicio: riusciremo con il governo attuale a ottenere il risultato tanto atteso che potrebbe essere utile anche per migliorare lo stato del parametro DESI (Digital Economy and Society Index) degli stati della Unione Europea che ci vede ancora in quartultima posizione come ricordatoci dal Presidente della camera?

Potrebbe essere una sorpresa positiva.

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