NUOVO GOVERNO

Governo Renzi: ripartire dalla strategia e dalla governance

Bisogna completare la formulazione dell’Agenda, affrontare il tema delle risorse in modo coraggioso, rivedere il modello della governance. Completiamo gli adempimenti ancora in ritardo. E armiamoci per evitare ogni ulteriore ritardo

Pubblicato il 18 Feb 2014

Il cambio di governo deve essere sfruttato come una grande opportunità per rivedere criticamente quanto fin qui fatto in ambito di Agenda Digitale così da dare un quadro organico e una maggiore spinta alle attività positive già in corso. Senza perdere tempo prezioso.

In particolare credo si possano formulare alcuni suggerimenti, che in qualche modo sintetizzano e aggiornano quanto ho scritto in altre occasioni:

  1. completare la formulazione dell’Agenda Digitale italiana, ancora frammentata su più piani e documenti e carente in aree chiave come e-commerce e competenze digitali, così da dare una strategia complessiva sul digitale al nostro Paese e accompagnarla con un macro-piano di attuazione, da cui sia chiaro, ad esempio, quando e come ci proponiamo di raggiungere come Paese Membro gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea;
  2. affrontare il tema delle risorse in modo coraggioso e con nuovi schemi, sapendo che solo un intervento “shock” può consentire un recupero significativo dell’Italia su questo fronte. Questo significa anche provvedere rapidamente alla revisione dell’Accordo di Partneriato con la Commissione UE, definire un PON dedicato, ma anche lanciare e stimolare forme di finanziamento di partenariato pubblico-privato;
  3. rivedere il modello di governance, con un coordinamento politico e competente chiaro nell’ambito della Presidenza del Consiglio (condivido la proposta di un sottosegretario all’Agenda Digitale scelto tra parlamentari competenti e con esperienze sul territorio), una Cabina di Regia rianimata, delle reti di sistema a livello territoriale che permettano all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), owner del processo di attuazione sia a livello centrale che locale, di poter coordinare in modo sistematico ed efficace le azioni avviate;
  4. completare gli adempimenti ancora necessari per l’operatività completa dell’Agenzia per l’Italia Digitale;
  5. progettare ed attuare una gestione del cambiamento che consenta di non provocare rallentamenti sui fronti avviati (SpC, fatturazione elettronica, identità digitale, anagrafe nazionale).

Per ultimo, ma fondamentale, credo sia necessario considerare il tema della comunicazione e della partecipazione alla costruzione e all’attuazione dell’Agenda Digitale come uno dei punti chiave per il suo successo. Farla uscire da tema di nicchia e renderla pervasiva nella strategia del governo ma anche nella partecipazione pubblica è la sfida vera.

Il segno del cambiamento che ci si attende.

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