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Human centered AI, come cambiano le risorse umane: tutte le opportunità

L’approccio human centered AI punta all’armonia tra uomo e innovazione: il caso delle applicazioni concrete di questo principio nel settore HR è utile per riflettere sull’evoluzione del rapporto tra i lavoratori e la tecnologia

Pubblicato il 07 Ott 2022

human AI

Un approccio etico e metodologico applicabile a qualsiasi branca produttiva, dalle imprese manifatturiere alle attività del settore HR: il concetto human centered AI punta ad armonizzare la coesistenza nei luoghi di lavoro tra esseri umani e macchinari, anche quelli intelligenti. Un argomento di grande attualità. Del resto, sono passati due secoli e mezzo dalla prima rivoluzione industriale e il tema del rapporto tra le persone e le macchine non è mai caduto nell’oblio. Una relazione che sicuramente si è evoluta nel tempo, complici sia i cambiamenti tecnologici che quelli sociali ed economici, sulla quale ancora ci si interroga, studiando metodi, impatti e prospettando scenari.

In questo ambito, l’intelligenza artificiale ha rappresentato un’importante chiave di volta, riportando a galla in alcuni l’atavica paura della possibile sostituzione degli umani con i robot nei siti produttivi, con la conseguenza di un’apocalittica visione del mondo del lavoro futuro. In realtà, l’ottica più realistica è quella della collaborazione. In questa direzione vanno le innovazioni per rendere concreto il principio human centered AI. Il settore HR, già citato, è un esempio interessante da approfondire per analizzare la situazione.

Human centered AI, cos’è 

Porre l’essere umano al centro dell’innovazione dei processi, migliorando le performance in un’ottica di collaborazione con le risorse tecnologiche. L’armonizzazione del rapporto tra lavoratori e macchine per incrementare le capacità degli operatori umani è il fulcro del concetto di human centered AI. Una disciplina che porta a superare la visione di contrapposizione tra persone e robot e, soprattutto, il luogo comune che vede l’innovazione come un pericolo per il lavoro, con le macchine a rimpiazzare gli esseri umani.

L’approccio human centered AI, basato su una consapevolezza etica della necessità di coesistenza tra umani e macchine per favorire non solo la produttività, ma anche la crescita e lo sviluppo a livello sistemico e personale, cambia il punto di vista. La macchina non è un concorrente pronto a portar via il lavoro a un operaio, ma un utile collaboratore che può fornire aiuto, migliorare la sicurezza, accelerare le procedure, ridurre gli errori. Insomma, rendere più semplice l’attività lavorativa della persona con beneficio sia per l’operatore stesso che per la propria azienda, i clienti e i fornitori. L’approccio si concretizza nella realizzazione di sistemi di intelligenza artificiale che puntano a rendere più efficienti le operazioni quotidiane nelle imprese e negli uffici, nei settori più disparati. Tra questi, quello delle risorse umane, dove l’intelligenza artificiale adeguatamente implementata aiuta a valorizzare le competenze dei lavoratori e a intervenire sull’acquisizione di nuove skill.

I campi di applicazione 

A proposito dei settori in cui si può concretizzare questo principio, si ricordano per esempio le applicazioni nell’ambito del paradigma Industria 4.0 oggi attuato in Italia con le misure previste dal piano Transizione 4.0. Il focus in questo caso è il settore Manifatturiero, dove già da tempo sono state introdotte soluzioni come i cobot, cioè robot collaborativi, oltre a sistemi di realtà aumentata e alla logistica intelligente. L’automazione oltre a rendere più efficiente la produzione, è particolarmente utile in questo settore per tutelare la sicurezza dei lavoratori, migliorare la formazione e delegare al macchinario compiti routinari e alienanti, in modo da valorizzare le capacità dell’operatore umano con attività più stimolanti.

Nell’ambito dei servizi quest’ultimo principio assume un particolare rilievo. Nelle attività di ufficio, compiti come l’inserimento dei dati può essere svolto in maniera efficace e a prova di errore da sistemi di automazione. In questo modo, processi come l’onboarding o la gestione dei flussi documentali o ancora dei workflow vengono snellite nettamente portando a risparmio di tempi e costi operativi, oltre che alleggerendo il personale.

Human centered AI e risorse umane, perché è un vantaggio 

Nel caso del settore delle risorse umane, l’approccio human centered AI comporta vantaggi non solo prettamente operativi, ma anche di valorizzazione delle persone. Come in ogni ambito, anche per le risorse umane l’innovazione svolge un compito di collaborazione. Per fare alcuni esempi pratici, grazie all’intelligenza artificiale, è possibile raccogliere e analizzare dati strategici per indirizzare le scelte in ambito HR. Per esempio, capendo grazie all’analisi dei dati quali sono i settori più carenti in azienda, quelli cioè su cui è necessario puntare risorse umane ed economiche per apportare un vantaggioso sviluppo, si possono indirizzare in modo oculato le procedure di recruiting, cercando e individuando le competenze di cui si ha bisogno. I dati permettono anche di capire l’impatto delle proprie decisioni in materia di risorse umane, formulando scenari predittivi e individuando il livello di benessere del personale, per attuare le giuste politiche interne.

L’intelligenza artificiale dunque supporta gli operatori HR in ogni aspetto della propria attività. Non si tratta semplicemente di delegare a un algoritmo la scelta di un candidato, ma favorendo il processo decisionale degli esperti umani attraverso la semplificazione delle attività e il supporto fornito dalla disponibilità di analisi accurate. In questo modo, la gestione delle risorse umane si sviluppa partendo da una base al contempo scientifica ed etica, in cui l’innovazione svolge un ruolo di sostegno e la persona è sempre al centro di ogni decisione.

Human centered AI e HR in pratica 

Affrontando da un punto di vista pratico pratica il tema, tra le attività in cui l’approccio human centered AI rappresenta una rivoluzione nella gestione delle risorse umane ci sono:

  • Le attività di recruiting: il processo per individuare e reclutare le competenze necessarie in azienda diventa più semplice, servendosi per esempio di un software appositamente realizzato per trovare potenziali candidati;
  • L’onboarding di nuovi dipendenti: la gestione efficiente di dati e documenti grazie all’automazione e all’interoperabilità facilita le operazioni di onboarding, velocizzando l’inserimento dei nuovi dipendenti e abbattendo la burocrazia;
  • La formazione e valorizzazione delle competenze: con una soluzione digitale per la formazione è possibile personalizzare i percorsi di crescita professionale in base alle esigenze e al ruolo dei dipendenti, valorizzando il potenziale di ognuno;
  • Una gestione data driven delle risorse umane: avendo a disposizione report e analisi predittive è possibile formulare le proprie scelte in materia di HR in modo oculato e scientifico, individuando per esempio gli ambiti in cui sono necessari potenziamenti;
  • Pianificazione delle attività e time management: attribuzione dei compiti, gestione delle tempistiche delle attività e degli orari di lavoro, ferie e malattie, tutto è sotto controllo e in ordine grazie all’automazione.

Contributo editoriale sviluppato in collaborazione con Cornerstone

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