Si parla molto dei rischi che l’intelligenza artificiale pone alla nostra stessa esistenza, ma allo stesso tempo continuiamo a svilupparla, cercando di tenerne sotto controllo comportamenti indesiderati. Sono passati sette anni da quando Microsoft ritirò il chatbot Tay perché insultava e diceva volgarità a tutti i suoi interlocutori: si trattava di un esperimento di un chatbot che apprendeva dall’interazione con le persone, aveva semplicemente appreso i comportamenti sbagliati fino a divenire non solo inutile, ma anche potenzialmente dannoso nei confronti delle fasce più deboli dei navigatori.
la riflessione
I chatbot intelligenti non faranno finire il mondo, ma serve controllo
Una delle caratteristiche dell’intelligenza umana è la discrezionalità, ed è una caratteristica desiderabile per la realizzazione di sistemi autonomi. Pensiamoci: se un’aspirapolvere robot molto intelligente decidesse di eliminare il nostro gatto, aspirandolo, nel nome della pulizia, unica ragione di esistenza?
Università di Pisa

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