l’analisi

I (dis)valori dell’Occidente hanno conquistato il mondo: i Brics non fanno eccezione



Indirizzo copiato

Anche se i valori (religiosi, politici, esistenziali) del resto del mondo sembrano divergere da quelli dell’Occidente (o viceversa), in realtà non esistono valori diversi e divergenti da quelli dell’Occidente. Ormai diventati la forma di vita del mondo intero. Anche nei paesi BRICS, che pure sembrano andare in senso opposto

Pubblicato il 7 set 2023

Lelio Demichelis

Docente di Sociologia economica Dipartimento di Economia- Università degli Studi dell’Insubria



brics

“Western values are steadily diverging from the rest of the world’s”, ha scritto recentemente The Economist.  Ma è davvero così? E non stiamo forse tornando a uno dei tanti momenti in cui certi paesi del mondo decidono di non allinearsi e di provare a costruire un mondo multipolare/policentrico, o almeno non solo bipolare/bi-imperiale – come dimostrerebbe la recente riunione dei Brics, poi allargati, dal 2014 ad altri paesi come Arabia Saudita, Emirati Arabi, Egitto, Argentina, Etiopia (Brics+)?

BRICS is expanding, but can it rebalance the world order? | Counting the Cost

A parte gli Stati Uniti, contrari a questa ricerca di policentrismo – in quanto capo-filiera dell’impero d’Occidente, con 800 basi militari in 80 paesi del mondo e non certo per esportare la democrazia e difendere i valori dell’Occidente liberale e democratico (vedi Iraq e Afghanistan e, giusto 50 anni fa, il golpe statunitense-fascista di Pinochet in Cile usato poi  per testare sulla pelle viva dei cileni, che non potevano protestare, il neoliberismo per poi imporlo a tutto il mondo), e con l’Europa che ne è l’appendice obbediente e omologata – avere un mondo policentrico, plurale e pluralistico non dovrebbe essere un’aspirazione di tutti, anche degli occidentali e soprattutto degli europei, che si dicono (ma non lo sono mai stati davvero) eredi anche di Immanuel Kant e quindi della sua idea di pace perpetua e di un ordine cosmopolitico, una federazione di popoli nella quale ogni stato sia tutelato?

Quindi perché non orizzontalizzare il potere e farlo policentrico anche in termini di valori diversi, estendendo il principio liberale di bilanciamento dei poteri e di controllo e contenimento reciproco?

Ma poi, e soprattutto, quali sono i valori dell’Occidente: il liberalismo o la religione del capitalismo (Benjamin) o del tecno-capitalismo (che poi sono la stessa cosa), ieri il cristianesimo nelle sue diverse forme, l’illuminismo, oppure il benessere e la ricerca della felicità, o i diritti dell’uomo; oppure il sovranismo/nazionalismo, il neofascismo e il suprematismo bianco – oppure ancora l’I have a dream di Martin Luther King, oggi sulle labbra soprattutto dei migranti?

Dai Non-Allineati ai Brics+

I Non-Allineati nascono nel 1961 con l’egiziano Nasser, lo Jugoslavo Tito e l’indiano Nehru tra i fondatori, ma hanno un antecedente con la Conferenza di Bandug del 1955, promossa dal governo indonesiano di allora, riunendo 29 paesi africani e asiatici, molti dei quali da poco usciti dalla colonizzazione occidentale. Nel Manifesto programmatico, approvato a conclusione della Conferenza di Bandung, i paesi coinvolti condannarono tutte le forme di oppressione coloniale e, come non allineati si proposero come nuovo soggetto della politica internazionale, distinti e autonomi dai due blocchi riuniti negli imperi di Usa e Urss.

Nella Dichiarazione di costituzione del movimento si affermava poi che la “la soggezione dei popoli al giogo straniero, la dominazione e lo sfruttamento […] sono in contraddizione con la carta delle Nazioni Unite e sono di ostacolo allo sviluppo della pace e della cooperazione mondiale […], dichiarando il proprio appoggio alla causa della libertà e dell’indipendenza di tutti i popoli”. E ancora: “Tutte le nazioni dovrebbero avere il diritto di scegliere liberamente i loro sistemi politici ed economici e il loro modo di vita […] e dovrebbero praticare la tolleranza e vivere insieme in pace e da buoni vicini e sviluppare una cooperazione amichevole […]”, rigettando “ogni interferenza e intervento negli affari interni di altri paesi”, insieme ribadendo che “la cooperazione nel campo economico, sociale e culturale contribuirebbe a creare una comune prosperità e il benessere di tutti”. Principi che potrebbero/dovrebbero essere validi ancora oggi ma che, da allora, non si sono mai realizzati e il mondo sembra anzi oggi procedere speditamente e irresponsabilmente – ma molto vantaggiosamente in termini di business, armi comprese, cioè di capitalismo – verso una nuova disruption violenta e disordinata dell’ordine geopolitico mondiale, tra imperi in decadenza (gli Usa) e nuovi imperi (la Cina) in cerca di legittimazione e di riconoscimento.

Da allora (1955) molte cose sono cambiate e ne ricordiamo solo alcune. Allora si era ancora nelle seconda rivoluzione industriale e stava iniziando la terza, quella dell’informatica e oggi siamo nella quarta, già ansiosamente aspettando la quinta (in realtà, al di là delle apparenze, è sempre una unica rivoluzione industriale, sempre uguale nella sua legge ferrea fatta di divisione del lavoro e della vita dell’uomo per la successiva integrazione delle parti in qualcosa di maggiore della loro semplice somma, cioè è sempre lavoro industriale, anche nel digitale, e sfruttamento tecno-capitalista di uomo e biosfera, e a cambiare è solo il mezzo di connessione e integrazione delle parti, uomini e macchine precedentemente suddivise: ieri la catena di montaggio meccanica-taylorismo, oggi la catena di montaggio-piattaforme digitali e il taylorismo anch’esso digitale).

E’ continuato lo sfruttamento colonialista delle materie prime di Africa, Asia e America Latina da parte del capitalismo occidentale, ieri per il petrolio e oggi per litio e terre rare (e non solo) e per queste materie prime si sono fatte e si fanno ancora guerre ovunque sia necessario per il profitto del capitale (ma la si chiama innovazione tecnologica…) oltre che del complesso militare-industriale.

L’ingerenza negli affari interni dei paesi si fa ancora con la guerra militare (ultima, in Ucraina, ma molte sono le guerre per frammenti, come ricorda Papa Francesco, dentro a una terza guerra mondiale tra potenze geopolitiche/geoeconomiche), ma soprattutto con il Wto e le riforme strutturali (tutte filo capitalistiche) imposte dal Fondo monetario e dal Washington Consensus a tutti i paesi del mondo e in Europa dall’ordoliberalismo di matrice tedesca e poi assurto a ideologia dell’Unione europea;.

L’idea di una cooperazione internazionale è stata sostituita dalla continuazione della guerra economica di tutti contro tutti e da forme di neocolonialismo – ma neocoloniali sono soprattutto i giganti hi-tech che hanno trasformato, uniformato e omologato il mondo intero secondo i valori e i voleri dell’Occidente tecno-capitalista e sublimati nella Silicon Valley (altro che diritto di “scegliere liberamente il proprio modo di vita”, altro che “valori divergenti dal resto del mondo”), creando un totalitarismo antropologico digitalizzato e neoliberale con la sostituzione del mercato alla polis, dell’homo oeconomicus/technicus all’homo politicus (si legga in proposito l’ultimo libro di Wendy Brown). E si potrebbe continuare…

Ma arriviamo ai Brics (36% del Pil mondiale e 47% della popolazione globale). Sono la nuova forma del Non-Allineamento? Il modo in cui – soprattutto da parte di Cina, India e Brasile – si cerca di costruire ancora una volta un mondo multipolare? Sarebbe una prospettiva interessante – tra i valori occidentali non vi è appunto quello del riconoscimento della pluralità, della diversità, della tolleranza, della libertà? – ma i valori dei Brics sono davvero diversi da quelli tecno-capitalistici dell’Occidente? Politicamente vogliono una diversa cooperazione economica, vogliono uscire dal pre-dominio del dollaro creando una nuova moneta di scambio, ma vogliono anche continuare a sfruttare il vecchio petrolio, come i nuovi litio e terre rare. E quindi, non agiscono usando e applicando gli stessi (dis)valori dell’Occidente, fatti di sfruttamento della biosfera, di industrializzazione della vita dell’uomo, di ecocidio pianificato? E non stanno quindi anche i Brics+ contribuendo a realizzare la profezia (che si auto-avvera ogni giorno che passa) per cui è più facile immaginare la fine della Terra che la fine del capitalismo?

La tesi dell’Economist è sbagliata, perché i (dis)valori veri dell’Occidente sono da tempo i (dis)valori del mondo intero e non stanno certo divergendo nella sostanza (l’apparenza e una cosa diversa – e l’Occidente continua a raccontare di voler estendere la democrazia e la libertà, contraddicendosi poi sempre nei fatti) da quelli del resto del mondo – e viceversa, i (dis)valori dei Brics+/resto del mondo sono gli stessi di quelli dell’Occidente. La loro è solo una diversa forma di capitalismo estrattivo e della sorveglianza, non certo un diverso paradigma antropologico, economico, tecnologico. E anche nei Brics+ vi sono democrazie, democrature, dittature, populismi, sovranismi, trumpismi, putinismi, fascismi proprio come nell’Occidente. Perché per il capitalismo e il neoliberalismo è sempre preferibile anche una dittatura purché favorevole al mercato, che una democrazia contraria al mercato (lo diceva il neoliberale von Hayek, esprimendo come meglio non si potrebbe il cinismo valoriale dell’Occidente).

E infatti, in Occidente come altrove, qualcuno si oppone forse al capitalismo e alla sua tecnologia (al tecno-capitalismo), intrinsecamente (per sua essenza) illiberale e anti-democratico? Non sono forse i mercati e l’hi-tech a dettare l’agenda anche alle democrazie? E non vale forse ancora di più oggi la definizione di Max Weber – di cento e più anni fa – del capitalismo come gabbia d’acciaio, quel capitalismo che è “potente ordinamento economico moderno, legato ai presupposti tecnici ed economici della produzione meccanica [ora digitale], che oggi determina con strapotente costrizione, e forse continuerà a determinare finché non sia stato consumato l’ultimo quintale di carbon fossile [oggi di litio e terre rare], lo stile della vita di ogni individuo, che nasce in questo ingranaggio, e non soltanto di chi prende parte all’attività puramente economica”? E non è la stessa gabbia capitalistica che troviamo in Cina, in India, in Brasile, in Russia? Nessuna divergenza, dunque, semmai perfetta convergenza, sovrapposizione, identità di (dis)valori tecno-capitalistici – i (dis)valori dell’Occidente che hanno ormai colonizzato l’intero globo.

I dis-valori dell’Occidente

E dunque, di nuovo: quali sono i veri valori dell’Occidente? Libertà, democrazia, individualismo, stato di diritto, uguaglianza, fraternità? Teoricamente sì, ma questo è appunto solo il velo ideologico che copre e nasconde il vero e unico valore dell’Occidente: tecno-capitalismo, tecno-capitalismo e ancora tecno-capitalismo, cioè profitto, profitto e ancora profitto (privato). E quindi, non è in contraddizione con la libertà di espressione proclamata a parole – un altro dei grandi valori dell’Occidente – l’accanimento persecutorio degli Usa contro Julian Assange? Sì, certo che lo è – come in contraddizione con i valori a parole dell’Occidente sono state la macelleria sociale e le torture della Polizia a Genova nel 2001 e oggi le stragi di migranti nel Mediterraneo, e molto altro ancora.

Torniamo allora a Marx ed Engels – che su certe cose hanno ancora molto da dirci – che nel 1848 scrivevano (ma è anche il mondo di oggi): La borghesia – ma noi dobbiamo dire: il tecno-capitale – “non ha lasciato tra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato pagamento in contanti. […]. La borghesia [il tecno-capitalismo e oggi la sua incessante disruption] non può esistere senza rivoluzionare di continuo gli strumenti di produzione, quindi i rapporti di produzione, quindi tutto l’insieme dei rapporti sociali. […] Sfruttando il mercato mondiale la borghesia ha reso cosmopolita la produzione e il consumo di tutti i paesi. […] Al posto dei vecchi bisogni, a soddisfare i quali bastavano i prodotti nazionali, subentrano bisogni nuovi, che per essere soddisfatti esigono i prodotti dei paesi e dei climi più lontani”. E ancora: “Il bisogno di sbocchi sempre più estesi per i suoi prodotti [è appunto la logica compulsiva-accrescitiva del tecno-capitale], spinge la borghesia [il tecno-capitale] per tutto il globo terrestre. Dappertutto essa deve ficcarsi, dappertutto stabilirsi, dappertutto stringere relazioni. […] Essa costringe tutte le nazioni a adottare le forme della produzione borghese [tecno-capitalistica] se non vogliono perire; le costringe a introdurre nei loro paesi la cosiddetta civiltà, cioè a farsi borghesi [cioè tecno-capitalisti]. In una parola, essa crea un mondo a propria immagine e somiglianza. […]”.

E sono appunti questi i veri (dis)valori dell’Occidente – come appunto dimostra tutta la sua storia, anche quella digitale/virtuale di oggi. E anche Brasile, Cina (l’altro grande inquinatore, con gli Usa) e India stanno cercando di non risolvere davvero la crisi climatica, ma di farci adattare ad essa (si chiama resilienza, parola magica che ci sta ammaliando, rendendoci impotenti davanti al tecno-capitale che la pronuncia), importante è non uscire mai dalla gabbia weberiana.

In realtà tutto il mondo è governato e predeterminato e legittimato, prima che dalla politica, dal capitale e dalla tecnologia da quella che definiamo razionalità strumentale/calcolante-industriale e che è la premessa (il mega-(dis)valore) di capitalismo e tecnica, per cui vale solo ciò che è strumentale alla massimizzazione del profitto e all’accrescimento del mercato e dei sistemi tecnici integrati e alla automatizzazione della società e dei comportamenti; che è misurabile e calcolabile e quindi standardizzabile, omologabile, replicabile, automatizzabile, pianificabile e oggi algoritmizzabile; e che quindi è industrializzabile, vita umana compresa e da cui estrarre sempre maggiore pluslavoro, produttività e quindi plusvalore/profitto privato, in quella che definiamo essere diventata da tempo – ma ancora di più grazie al digitale – una società-fabbrica, di cui noi siamo solo e sempre forza-lavoro per il profitto del tecno-capitale e mai per soddisfare i nostri bisogni e tutelare quelli delle future generazioni.

Conclusioni

Se dunque i valori (religiosi, politici, esistenziali) del resto del mondo sembrano divergere da quelli dell’Occidente (o viceversa), in realtà non esistono valori diversi e divergenti da quelli dell’Occidente. Ormai diventati la forma di vita del mondo intero.

Che poi molti paesi (ancora i Brics+) cerchino di ritagliarsi uno spazio proprio all’interno di questa occidentalissima (ir)razionalità strumentale/calcolante-industriale – e che sia irrazionale lo dimostra con tutta l’evidenza dei fatti la crisi climatica, per non dire della continua e crescente crisi sociale e della stessa democrazia – questa è solo la continuazione della (ir)razionalità strumentale/calcolante-industriale, con altri mezzi.

Bibliografia

Benjamin W., “Scritti politici I”, Editori Internazionali Riuniti, Roma, 2011

Brown W., “Il disfacimento del demos. La rivoluzione silenziosa del neoliberismo”, Luiss University Press, Roma, 2023

Demichelis L., “La società-fabbrica. Digitalizzazione delle masse e human engineering”, Luiss University Press, Roma, 2023

Demichelis L., “La religione tecno-capitalista. Dalla teologia politica alla teologia tecnica”, Mimesis, Milano, 2015

Kant I., “Per la pace perpetua”, Feltrinelli, Milano, 2013

Marx K. – Engels F., “Manifesto del partito comunista”, Feltrinelli, Milano, 2017

Weber M., “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, Rizzoli, Milano, 1991

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 4