educazione al digitale

I minori sul web, tanti rischi: ecco tutte le sfide educative

Pur essendo “nativi digitali”, bambini e adolescenti fanno fatica a capire a fondo i rischi del web. Per questo gli adulti devono fare da argine e offrire loro una specifica protezione relativamente ai dati personali, come prevede il Gdpr, sulla cui scia si inseriscono gli obiettivi del recente Manifesto di Pietrarsa

Pubblicato il 10 Ott 2022

Ada Fiaschi

Data Protection Compliance presso Italia Trasporto Aereo

Il digitale prima della scuola: focus sull’età per costruire il futuro

Di fronte al mare magnum del web e alle prospettive di una vita sempre connessa, emerge con prepotenza la fragilità dei bambini e degli adolescenti, che se da un lato sono nativi digitali, dall’altro faticano a comprendere la delicatezza ed i rischi connessi all’utilizzo della rete e dei diversi applicativi, con particolare riguardo ai social media.

Tutela dei minori online, firmato il Manifesto di Pietrarsa: principi e obiettivi

Risulta pertanto necessario dare seguito a quanto rappresentato in tutti i testi normativi e convenzionali più evoluti nel panorama europeo e internazionale, a partire dalla i) Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, cosiddetta Convenzione di New York[1], la quale stabilisce che in tutti gli atti relativi ai minori, l’interesse superiore del minore deve essere considerato preminente, ii) alla nostra Costituzione, la quale si occupa dei diritti dei minori [nell’art 2, che garantisce i diritti inviolabili dell’individuo, nell’art 30, che sancisce il dovere dei genitori di mantenere educare ed istruire i figli e anche nell’art 31, che protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù], iii) per approdare infine al Regolamento UE 2016/679 comunemente noto come “GDPR”.

I minori nel Gdpr

Il Regolamento UE 2016/679 difatti si riferisce espressamente ai minori, sia in merito alla trasparenza e al linguaggio delle informazioni da rendere ai minori art. 12, sia nell’art 8 in merito alle condizioni di consenso applicabili ai minori in relazione ai servizi della società dell’informazione, sia infine alle condizioni di liceità del trattamento art.6.1f, dove il legittimo interesse del titolare del trattamento o di terzi potrà essere valutato come base giuridica a condizione che non prevalgano gli interessi o i diritti e le libertà fondamentali dell’interessato in particolare se l’interessato è un minore.

Difatti nel difficile bilanciamento degli interessi in gioco nel merito delle tematiche legate alla protezione dei dati personali, nonché delle frontiere di utilizzo della Intelligenza Artificiale, la normativa europea e il GDPR ribadiscono i principi di trasparenza, liceità, correttezza e proporzionalità nonché l’importanza di applicare misure appropriate per garantire i principi indicati all’art. 5) del Regolamento UE 2016/679 “GDPR” comprensivi della sicurezza del trattamento.

Invero il GDPR ha l’intento di riconoscere, alle persone tutte il controllo sui propri dati e presupposto di tale controllo è un’adeguata consapevolezza sul valore degli stessi e sui diritti dei quali si dispone. Purtroppo “le persone e i più piccoli in particolare hanno una percezione modesta del valore dei propri dati e della propria identità personale e talvolta considerano l’intera disciplina della materia come un inutile e rinunciabile orpello o ostacolo burocratico.”

Il Manifesto di Pietrarsa

Di qui il la firma del Manifesto di Pietrarsa che ha voluto essere una “stazione di partenza” per iniziative a favore della consapevolezza della protezione dei dati. L’incipit del Manifesto di Pietrarsa si riferisce ad una evidenza sociale: il nostro modello di vita è sempre più condizionato dagli algoritmi e dall’intelligenza artificiale; nell’ecosistema digitale in cui siamo immersi, è in base alle impostazioni degli algoritmi che viene gestita l’informazione e l’immagine che di noi stessi viene resa in rete, ed è proprio quella immagine che ci potrà condizionare in un futuro prossimo o anche più remoto. Risulta pertanto centrale la consapevolezza degli utenti, “internauti”, che devono metabolizzare il valore dei loro propri dati e della loro immagine.

Offrire una specifica protezione ai minori relativamente ai loro dati personali

L’aspirazione è quella di dare seguito a quanto indicato nel considerando 38) del Regolamento 2016/679, ovvero di offrire una specifica protezione ai minori relativamente ai loro dati personali, in quanto possono essere meno consapevoli dei rischi, delle conseguenze e delle misure di salvaguardia interessate, nonché dei loro diritti in relazione al trattamento dei dati personali.

Invero sebbene i predetti social media possano rappresentare una risorsa interessante, sia per quanto riguarda la socializzazione, sia per la didattica, numerose ricerche registrano dati particolarmente preoccupanti. Tra i 10 e gli 11 anni la maggior parte dei giovani adolescenti possiede uno smartphone e l’esordio sui social avviene proprio nella fascia under 10, nonostante teoricamente sia prevista un’età minima di accesso.

Difatti può capitare che le piattaforme eludano l’articolo 8) del GDPR in merito alle Condizioni applicabili al consenso dei minori in relazione ai servizi della società dell’informazione, con particolare riguardo all’invito di adoperarsi in ogni modo ragionevole per verificare che il consenso di chi esercita la potestà genitoriale avvalendosi delle tecnologie disponibili. Ricordiamo che le condizioni anagrafiche previste per l’accesso previste dal GDPR all’art. 8 prevedono una età minima di 16 anni lasciando agli stati la possibilità di prevedere un’età inferiore entro il limite di tredici, fatto salvo il consenso prestato dal titolare della responsabilità genitoriale.

Trasparenza, consapevolezza, educazione: le direzioni del Manifesto di Pietrarsa

Pertanto le iniziative previste dal Manifesto mirano a rendere trasparenti, accessibili e comprensibili le informative sul trattamento dei dati personali, per passare da una trasparenza formale ad una trasparenza effettiva; ad accrescere il livello di consapevolezza delle persone al valore dei loro dati attraverso attività didattiche, promozionali, informative, adottate anche con giochi a premi e rubriche di attualità. In questo contesto gli aderenti si sono impegnati a promuovere azioni concrete, capaci di produrre risultati misurabili e quantificabili nelle seguenti direzioni:

  • Trasparenza: rendere le informative sul trattamento dei dati personali trasparenti, accessibili, comprensibili, efficaci nella semplicità e incisività del linguaggio utilizzato così come nella forma, nei canali e nei mezzi utilizzati nel proporle agli interessati. L’obiettivo delle azioni rientranti in questa linea direttrice dovrebbe essere quello di passare da una trasparenza formale a una trasparenza effettiva, investendo per tale finalità risorse e creatività analoghe a quelle investite nelle attività di comunicazione e informazione strumentali al perseguimento dei propri obiettivi.
  • Consapevolezza: progettare e realizzare iniziative promozionali, campagne di informazione, operazioni e giochi a premi, rubriche di attualità, spettacoli teatrali, programmi televisivi e radiofonici così come produrre giochi, videogiochi, cortometraggi e ogni altro genere di analoga attività volta ad accrescere il livello di consapevolezza delle persone in relazione al valore dei dati personali nella loro vita.
  • Educazione: progettare e organizzare percorsi di formazione, anche a distanza, o pubblicare contenuti educativi volti a fornire ai non addetti ai lavori, in particolare ai soggetti vulnerabili come bambini e anziani, nozioni di base in relazione al valore dei dati personali, all’utilizzo consapevole dei dispositivi e dei servizi digitali, ai loro diritti e alle forme e agli strumenti utili a esercitarli e proteggerli.

In sintesi, il Manifesto con la sfida educativa indicata in epigrafe intende favorire l’educazione di 5 milioni di bambini nella consapevolezza e protezione del valore dei loro dati, e chiede a chi vi ha aderito e a quanti vi aderiranno l’impegno a promuovere azioni e risultati quantificabili. Le predette iniziative verranno rese note attraverso il sito istituzionale del Manifesto di Pietrarsa. Tra le proposte vi è stata quella di prevedere opuscoli da distribuire alle feste nei fast food ovvero di trasmettere pillole informative nei mezzi di trasporto.

Conclusioni

Il Garante ha anche invitato il nuovo Governo a considerare il tema con attenzione e tenere i bambini fuori dai social, altrettanto sarà necessario educare i genitori ai rischi e alla importanza di monitorare lo spazio virtuale con maggiore attenzione. Difatti è improcrastinabile la promozione di una campagna di massa di educazione al valore dei dati personali e la diffusione di best practice capaci di accrescere il livello di trasparenza effettiva garantita alle persone, a cominciare dai bambini.

Non dimentichiamo inoltre che gli algoritmi spesso sono costruiti in modo di far coincidere il concetto di rilevanza con il concetto di interesse individuale, permettendo alle persone di vedere le cose che lui pensa che possano interessare l’utente: non tutto quello che c’è da vedere; tale potenzialità utilizzata nei confronti di ragazzi in età evolutiva può portare a compromettere sensibilmente un armonico sviluppo della loro coscienza.

Per chiudere il presente articolo con l’occasione si segnala che proprio in questi giorni è stata pubblicata la notizia che l’ICO, l’Information Commissioner’s Office, l’autorità di regolamentazione britannica ha segnalato criticità nella gestione delle politiche del social TikToK rispetto alla privacy dei bambini, in quanto potrebbe aver elaborato i dati di bambini di età inferiore ai 13 anni senza il consenso dei genitori e non avrebbe offerto sufficienti informazioni agli utenti.

Note

  1. Convenzione di New York approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia con legge 27 maggio 1991 n. 176

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