Se l’agenda digitale è la leva necessaria per lo sviluppo socio economico italiano e diventa sempre più importante completarne la definizione e velocizzarne l’attuazione, è fondamentale la presenza delle condizioni per la piena operatività dell’Agid, che ancora qualcuno nei convegni (dopo 2 anni dall’istituzione) continua a presentare come “Agenda Digitale Italiana” e non “Agenzia per l’Italia Digitale”.
Qui, mentre finalmente sembrano comporsi le condizioni per l’avvio del Comitato di Indirizzo dell’Agid, ricordiamo responsabile dell’approvazione dei documenti principali di indirizzo (sulla base delle strategie governative) come il “Modello strategico di evoluzione del Sistema Informativo della Pubblica Amministrazione”, ancora non tutti i tasselli sono a posto perché Agid possa svolgere appieno il suo ruolo di soggetto attuatore dell’Agenda Digitale. Solo per citarne alcuni: l’AgID non ha avuto ancora l’approvazione del bilancio 2014 e della pianta organica (che tra l’altro mostra un sottodimensionamento significativo, con un personale di circa 95 dipendenti su un massimo di 130 unità previste), e manca di quelle necessarie funzioni di coordinamento generale (ad esempio sulle regioni) e di centro di competenza che possano effettivamente mettere l’agenzia in grado di funzionare e di dare impulso anche alla digitalizzazione del paese.
Senza queste funzioni, Agid rischia di essere solo il centro di alcuni progetti della PA (che non bastano a dare il cambio di passo auspicato). Ecco, se davvero, come si afferma, l’Agenda Digitale è sentita come una priorità politica, non si faccia albeggiare il 2015 con una situazione così fragile. Perché altrimenti sarà difficile, molto difficile, ottenere il cambiamento che credo tutti riteniamo necessario.