tecno-scenari

I tre step per proteggere il nostro futuro dalla distopia digitale



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Regolamentazione dell’intelligenza artificiale,protezione dei dati, costituzione di una World Data Organization sulla falsariga della World Trade Organization. Su questi tre livelli bisogna agire per riportare un po’ di senso nel nostro futuro e preservare il valore della libertà dagli scenari distopici innestati dal digitale

Pubblicato il 8 set 2023

Giuliano Pozza

Chief Information Officer at Università Cattolica del Sacro Cuore



Investimenti digitalizzazione
(Immagine: https://pixabay.com/geralt)

In fondo siamo tutti cercatori. Cercatori di sicurezza economica e sociale, cercatori di una vita migliore per noi e per i nostri cari, cercatori di conoscenza e, scavando più in profondità, cercatori di senso.

Il pensiero di Ian Bremmer

Uno di questi cercatori[1] mi ha fatto conoscere il pensiero di Ian Bremmer, un politologo e scrittore americano in realtà piuttosto noto. Bremmer ha espresso in modo magistrale una “sensazione” che avevo da un po’ di tempo, ossia quella della centralità mondiale del digitale. Allo stesso tempo, la visione di Brenner ha contribuito a risvegliare in me la consapevolezza del senso del lavoro e insieme della responsabilità di chi, come me, fa parte dell’esercito di specialisti dell’information technology.

Se avete dieci minuti di tempo vi consiglio di partire dal video di Bremmer “The Next Global Superpower Isn’t Who You Think” sul canale YouTube di TED.

The Next Global Superpower Isn't Who You Think | Ian Bremmer | TED

Da un mondo bipolare a un mondo leaderless

Ecco alcuni punti salienti. Siamo passati un mondo bipolare (Stati Uniti – URSS), a un mondo unipolare (con gli Stati Uniti come unico leader globale), a un mondo “leaderless”, basato su tre tipi di ordini interlacciati: il terzo ordine sarà probabilmente quello prevalente, generando a seconda della combinazione con gli altri ordini una “technology cold war”, un “digital global order” o un “techno-polar order”.

Si potrebbe aprire un mondo di opportunità illimitate o un mondo distopico, privato della libertà.

There has never been a better (and more dangerous) time to be a technologist.

Ovvero: “Da grandi poteri, grandi responsabilità” (Ben Parker)

Purtroppo, secondo Bremmer, tutti gli scenari visti sono potenzialmente distopici. L’intelligenza artificiale senza vincoli etici, l’uso spregiudicato dei dati, la mercificazione dei consumatori, la manipolazione delle masse da parte dei social media[2] sono tutti passi verso la distruzione dei valori fondanti della nostra società.

Cosa possiamo fare di fronte agli scenari prospettati da Bremmer? A mio parere bisogna agire su tre livelli, tutti e tre fondamentali e interdipendenti, se vogliamo riportare un po’ di senso nel nostro futuro e preservare il valore della libertà, che è il nostro bene più prezioso:

  • regolamentazione dell’intelligenza artificiale,
  • la protezione dei dati (su cui sempre l’Europa ha dettato il passo con il GDPR)
  • ma anche (sempre citando Bremmer) la costituzione di una World Data Organization sulla falsariga della World Trade Organization.

Conclusioni

Sono temi su cui noi possiamo dare un contributo molto indiretto, perché sono i leader mondiali a dover scandire il passo, ma forse nelle nostre scelte quotidiane (consumo di servizi) e nell’esercizio primario della libertà che ci è dato in democrazia (elezioni) possiamo incidere sugli orientamenti dei leader.

Chiudo parafrasando un altro autore a me molto caro. È vero che viviamo in un mondo complicato ma, se avessi potuto scegliere, non avrei scelto nessun’altra epoca in cui vivere[3].

Note


[1] credits @Andrea Tironi

[2] Per avere qualche esempio, anche se non recentissimo ma sempre valido, ripropongo l’articolo: “Perché ho deciso di sospendere il mio account su Facebook”: https://www.yottabronto.net/il-mio-tessoro-facebook/

[3] Don Carlo Gnocchi, Educazione del cuore, 1937. La frase esatta è: “Amiamo di un amore geloso il nostro tempo, così grande e così avvilito, così ricco e così disperato, così dinamico e così dolorante, ma in ogni caso sempre sincero e appassionato. Se avessimo potuto scegliere il tempo della nostra vita e il campo della nostra lotta, avremmo scelto…il Novecento senza un istante di esitazione.”

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