sport 4.0

Il calcio che verrà: così AI e data scientist definiranno strategie e mercato

A livello professionistico, ormai da tempo il calcio non è più uno sport di muscoli, sudore, allenamenti e passione, ma è un business a tutti gli effetti. Vediamo allora quali sarebbero i risvolti dell’applicazione dell’intelligenza artificiale a aspetti quali il mercato, gli allenamenti, le strategie, le scommesse e la VAR

Pubblicato il 09 Nov 2018

Domenico Marino

Università Degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria

soccer-football

L’intelligenza artificiale può contribuire a costruire un calcio 4.0 che forse risulterà meno appassionante del calcio che conosciamo, tuttavia potrà essere più razionale ed economicamente più sostenibile. Vediamo come, in questa riflessione semiseria sul rapporto fra sport e intelligenza artificiale.

Lo sport come business e possibili applicazioni dell’AI

Il calcio è ad esempio uno dei settori in cui vi saranno nei prossimi anni importanti innovazioni che coinvolgeranno sempre di più le tecnologie dell’intelligenza artificiale, ma è anche uno dei settori che è più restio e refrattario al cambiamento. Basti pensare a tutte le polemiche e le lentezze che hanno accompagnato l’introduzione della VAR nelle partite di calcio.

Appare, quindi, comprensibile che questo approccio possa addirittura sembrare “sacrilego” per coloro che considerano lo sport come una nobile attività che serve ad elevare lo spirito umano. Quello di cui più prosaicamente si tratterà nel seguito dell’articolo è cominciare a considerare lo sport principalmente come business e come attività economica.

Cominciamo, quindi, a costruire un modello che potremo definire di calcio 4.0.

La VAR affidata agli algoritmi

Una prima applicazione è quella di affidare la tanto discussa VAR agli algoritmi dell’intelligenza artificiale.

In questo caso avremmo un vantaggio innegabile che è quello della completa trasparenza e della completa neutralità di giudizio. Si eliminerebbero una volta per tutte le polemiche sulle decisioni arbitrali che favoriscono questa o quella squadra e si avrebbe una maggiore precisione nelle decisioni.

Simulazione delle strategie

Un’altra innovazione destinata a cambiare il mondo del calcio sarà la simulazione delle strategie giocando partite virtuali contro una Intelligenza artificiale che impersona i prossimi avversari da affrontare sul campo. Gli allenatori potrebbero trovare grande vantaggio da questi strumenti che permetterebbero di individuare i punti deboli degli avversari, sia a livello di squadra, sia a livello di singolo.

Calciomercato e scommesse

Lo stesso calciomercato potrebbe essere guidato da strumenti di intelligenza artificiale che siano in grado di stimare non solo il giocatore più adatto ad un certo tipo di gioco e ad una certa squadra, ma anche l’impatto sul bilancio della società in termini di valore futuro. Ciò servirebbe ad evitare inutili aste su giocatori o delle sopravalutazioni di calciatori dovute al fattore umano, spesso pericolosamente al limite del lecito. Le squadre avrebbero meno bidoni, meno giocatori inutili, le quotazioni dei calciatori sarebbero di molto inferiori e i bilanci delle squadre ne beneficerebbero enormemente.

Un ulteriore applicazione dell’intelligenza artificiale è legata alle scommesse, sia dal lato del gestore, sia dal lato dello scommettitore. Un algoritmo può prevedere in maniera efficiente molte delle ipotesi messe a base delle scommesse e questo può essere un valido ausilio sia alla definizione della strategia dello scommettitore, sia alla gestione delle quote da parte delle società di gestione.

Un allenatore androide

In uno scenario molto futuribile potremmo anche pensare a sostituire l’allenatore con un androide che è in grado di ottimizzare i piani di allenamento, scegliere la formazione, programmare il calciomercato, costruire le strategie di gioco, provare soluzioni di gioco e coordinare i cambi durante la partita. Ci mancherebbe la capacità di fare spettacolo di Mourinho, ci mancherebbero le interviste a fine partita, ma per il resto l’allenatore androide probabilmente farebbe meglio dell’allenatore umano.

La prevenzione degli infortuni e i piani di recupero personalizzati post infortunio sono altri due aspetti in cui l’intelligenza artificiale può essere più efficiente dell’essere umano. Riuscire a stimare dall’elaborazione dei dati medici il rischio di infortuni può aiutare ad evitarli e, soprattutto, può farne diminuire la gravità. Nella riabilitazione post infortunio individuare il momento giusto per reinserire il giocatore in squadra è un punto cruciale. Anche in questa decisione un’intelligenza artificiale è sicuramente più efficiente dell’essere umano. Infine, la strutturazione dei piani di riabilitazione può essere più efficace se affidata ad una intelligenza artificiale.

Il data scientist sportivo

Il data scientist sportivo diventa, quindi, una nuova professione all’interno del settore sportivo e questa figura potrà superare e sostituire la funzione del procuratore sportivo che monopolizza il business calcistico attuale, non sempre brillando per trasparenza e correttezza.

Qualcuno a questo punto mi potrà obiettare che questo non è il calcio fatto di muscoli, sudore e allenamenti, di tifo e di passione, non è più forse neanche uno sport. E probabilmente questo è vero. Ma questo calcio naif, forse romantico, non esiste più da anni. O meglio non esiste più a livello professionistico. Quello che esiste è piuttosto un grande agglomerato di interessi che sfruttano la passione sportiva e il tifo per fare business.

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