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“Il doppio del mondo”: simulazioni digitali della realtà

Siamo sempre più inondati di repliche tecnologiche o sintetiche di oggetti, corpi, aziende, fenomeni naturali, macchine o città. Un anticipo dei temi che i temi che saranno trattati su Rai Play Sound con l’aiuto del filosofo Cosimo Accoto

Pubblicato il 21 Dic 2022

Massimo Cerofolini

Giornalista Radio Rai

il doppio del mondo

È la fine di maggio di quest’anno. La rete globale di radiotelescopi Event Horizon, che include anche alcuni centri di ricerca italiani, mostra la prima immagine del buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Un’immagine che irrompe nella storia: dopo decenni di tentativi a vuoto, infatti, dimostra che le ipotesi della relatività generale formulate da Einstein erano corrette. E così oggi non abbiamo ancora una definizione univoca di cosa sia un buco nero, ma disponiamo di una foto che lo ricostruisce virtualmente e che segna una pietra miliare per capire le leggi dell’universo.

Due mesi dopo, a fine luglio, un’altra notizia scuote il mondo scientifico: DeepMind, azienda dell’impero Google, comunica di poter predire la struttura tridimensionale di oltre 200 milioni di proteine, la quasi totalità di quelle esistenti, sia del corpo umano che di animali, piante e microrganismi. Da mezzo secolo i biologi provavano a risolvere senza successo l’enigma, in pochi mesi dai supercomputer californiani arriva la soluzione che adesso spiana la strada a cure innovative per molte patologie.

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Cos’hanno in comune queste due straordinarie scoperte? Facile. Sono entrambe il risultato di una simulazione. Una replica fatta di bit, realizzata da calcolatori potentissimi e da algoritmi di intelligenza artificiale. L’infinitamente grande da una parte, l’infinitamente piccolo dall’altra. E in mezzo? In mezzo ci siamo noi, con le infinite vicende del mondo: la salute, il lavoro, le fabbriche, le città, il cibo, la comunicazione, la finanza, il tempo libero. Tutte ridisegnate da una serie di precise e convincenti copie virtuali.

Il doppio del mondo: opportunità e sfide delle “repliche” digitali

È da questa premessa che prende le mosse il podcast in quattro puntate che ho realizzato per Radio1 sulla piattaforma di Rai Play Sound. Si chiama Il doppio del mondo e prova a capire dove ci stia portando un mondo ricreato e popolato da entità ed esperienze prodotte da impressionanti sistemi di calcolo. A guidarmi è Cosimo Accoto, filosofo salentino affiliato all’Mit di Boston, che ha scritto il libro Il mondo in sintesi, in cui racconta – appunto – questo vertiginoso passaggio della storia umana, dove ogni essere, ogni cosa, ogni sistema, possono essere ricreati dai codici del software. Con una produzione tumultuosa di futuro e di mondi possibili.

È un viaggio, il podcast, dentro uno spettro di meraviglie e mostruosità che si addensano ad ogni angolo dell’economia globale attraverso molteplici repliche del mondo: volti artificiali, algoritmi che creano testi, immagini o video in totale autonomia, gemelli digitali di imprese, città e prodotti, criptovalute che rimpiazzano le monete ufficiali, metaversi di mondi virtuali o realtà aumentate, ma anche carni coltivate in laboratorio, fattorie verticali che ricostruiscono luci e sali minerali dei campi, dati sintetici che rimpiazzano quelli reali, legni e diamanti sintetici, mini-organi che riproducono quelli del corpo umano, creature biologiche programmate da un computer.

Paura? Certo, un po’ di paura l’elenco la fa, specie se letto tutto di fila. Ma su ciascun tema, nell’esplorazione che ho provato a percorrere, emerge una duplice natura. Di opportunità inedite da scoprire e definire e, insieme, di sfide, correzioni, principi etici da riconoscere e codificare.

“Viviamo in un tempo epocale – spiega Cosimo Accoto nel podcast – che rappresenta l’ultimo passaggio di un percorso dell’umanità partito con la parola orale, passato alla scrittura, approdato alla programmazione e ora evoluto in un codice software capace di riprodurre, sinteticamente, molte delle esperienze a cui siamo abituati. Di fatto viviamo dentro una nuova rivoluzione scientifica: fino a poco tempo fa per capire i fenomeni del mondo ricorrevamo all’esperimento. Oggi gli scienziati usano un metodo nuovo: i fenomeni, sempre più complessi, li simulano al computer. Ecco così previsioni del tempo più accurate, scoperte scientifiche velocizzate, gemelli digitali che costituiscono doppioni di cose, oggetti, corpi, ambienti, fabbriche o città”.

La simulazione computazionale: “Il gemello di tutto”

Nel primo episodio, con la voce di esperti come Massimo Canducci (tecnologo), Roberto Viola (Commissione Ue) e Marika Arena (Politecnico Milano), si esplora proprio la capacità – tramite i sensori presenti in cellulari, videocamere, automobili e altro ancora – di raccogliere sempre più dati per realizzare copie sintetiche su cui testare in tempo reale interventi futuri, effettuare manutenzioni o monitoraggi, creare design, fare stime predittive anticipando le criticità e molto altro ancora. “La simulazione computazionale – racconta Accoto – è uno strumento nuovo per accorciare la distanza tra il modello matematico e il mondo per come questo è fatto: oggi i due estremi sono distanti, perché il modello è astratto e il mondo sfuggente. Ecco, gli strumenti del software avvicinano queste due polarità”.

Le nuove strade della salute: “Malattie immaginarie”

Nel secondo episodio sotto esame sono le nuove strade della salute. Dice Accoto: “Molte terapie richiedono da sempre una serie infinita di test per verificarne l’efficacia. Ma grazie alle simulazioni computazionali è ora possibile trovare cure risolutive in tempi molto rapidi. La medicina digitale punta a creare doppi del corpo umano su cui sperimentare gli interventi di guarigione, per prevenire malattie, diagnosticarle o trattarle”.

Ci sono poi repliche digitali dei farmaci a base di app e videogiochi curativi, ma anche organoidi con lo stesso Dna del paziente (li raccontano Eugenio Santoro, informatico medico dell’Istituto Mario Negri, Roberto Viola della Commissione europea, Simone Bianco e Susanna Rosi di Altos, Silvia Di Angeloantonio dell’Istituto italiano tecnologia, Roberto Ascione di Healthware). O cuori di maiali privati di cellule suine e rigenerati con quelle umane (li testa Gino Gerosa, cardiochirurgo padovano). O persino creature biologiche programmate da un computer. Speranze o incubi?

Le simulazioni del cibo: “Gusti da imitare”

Un dubbio che si ripropone nel terzo episodio, dedicato alle simulazioni del cibo. “Prima – ricostruisce il filosofo leccese – la specie umana si limitava a raccogliere i residui sulle carcasse lasciati dai predatori, poi ha cominciato a cacciare e raccogliere frutta e verdura, quindi ha addomesticato gli animali e avviato le colture agricole. Oggi dopo tanti secoli siamo di fronte a una biologia sintetica, che è un altro modo di produrre il cibo attraverso un simulacro realizzato in laboratorio. Per fare cibi sicuri, sani e a basso impatto sull’ambiente, secondo i fautori. Con rischi da non sottovalutare, secondo gli oppositori”.

Ecco allora in rassegna le fattorie verticali che, con luci a led e ricette di sali minerali, imitano quanto avviene nei terreni dove si producono i migliori vegetali (ne parlano l’ingegnere spaziale Giorgia Pontetti e Dana Worth, responsabile di una fattoria verticale in California), gli hamburger fatti con soia o piselli ma dal gusto identico a quelli del macellaio (li spiega Alberto Acito, esperto della Silicon Valley) e le carni coltivate in laboratorio a partire da una cellula che viene trasformata in petto di pollo (con l’ideatore californiano Josh Tetrick). E persino il regno inorganico di legno e diamanti si fa virtuale dando vita a quella che il teologo Paolo Benanti definisce la geologia sintetica.

Videogiochi immersivi, AR/VR e criptovalute: “Io è un altro”

E dopo aver visto le simulazioni del mondo intorno a noi, resta ancora da chiedersi quale sarà la nostra di simulazione, che identità prenderemo in questo universo dettato dal codice software? Nell’ultimo episodio di Il doppio del mondo l’indagine si sposta su videogiochi immersivi, realtà virtuale, realtà aumentata e criptovalute. Tecnologie di varia natura finite sotto un unico destino da quando Mark Zuckerberg, che per l’occasione cambia il nome della sua Facebook in Meta, ha lanciato la sfida del metaverso, la nuova frontiera della rete, un internet in 3D dove dovremmo muoverci tramite un nostro avatar con cui parlare, lavorare e fare acquisti in spazi a imitazione del reale. “Al di là dell’avvio deludente del metaverso – ipotizza Accoto – è certo che andiamo verso una rete sempre più immersiva e coinvolgente, con algoritmi in grado di ricreare in autonomia testi, musiche, video o volti umani”. Con lui anche le testimonianze di Lorenzo Montagna e Matteo Camarda (esperti di tecnologie immersive), Barbara Carfagna (giornalista del Tg1 e conduttrice di Codice che racconta il metaverso realizzato in Corea), David Orban (imprenditore e studioso del digitale), Paolo Benanti (esperto di etica della tecnologia), Shalini Kurapati (esperta di dati sintetici), Marco Trombetti (imprenditore digitale), e Anna Grassellino (scienziata che si occupa di computer quantistici).

Conclusioni

E alla fine di questo viaggio nella grande simulazione cosa rimane da assaporare? Un frutto dolce o un frutto avvelenato? “Per gli ottimisti – conclude Accoto – questa età dell’oro della riproduzione sintetica è un nuovo modo di abitare il pianeta, più equo, aumentato, sicuro e prospero. Per i pessimisti invece andiamo incontro a un mondo distopico, alienato, ingannevole e corrotto. Lo sforzo che dobbiamo fare, visto che il futuro non è scritto, è provare a capire e a orientare l’evoluzione del processo verso il bene”. È questo in sostanza lo scopo del podcast Il doppio del mondo. Perché se di una persona falsa diciamo che è doppia, di una di valore diciamo che vale il doppio delle altre. Dipende tutto da noi il significato da dare.

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