La professione dello “sviluppatore blockchain” è tra quelle a più rapida crescita secondo LinkedIn, insieme, stando a varie ricerche, allo specialista di intelligenza artificiale (6 dei 15 lavori emergenti sono legati in qualche modo a questo settore), e alle diverse figure legate alle tecniche di apprendimento automatico.
Il futuro delle professioni è, insomma, indubbiamente intriso di tecnologia e digitale, per lo meno per il 70% dei nuovi lavori. Ma questo non vuol dire che la formazione umanistica perderà di valore, anzi. Il mercato è sempre più alla ricerca di figure professionali “ibride”, in grado di coniugare competenze scientifiche e umanistiche.
Facciamo di seguito una panoramica sul futuro del mercato del lavoro, i salari, le competenze.
Digitale e lavoro, i dati
I dati secondo cui il 70% dei lavori del futuro richiederà competenze digitali sono impressionanti ma assolutamente realistici: purtroppo, però, l’informazione non raggiunge le categorie di professionisti emergenti e le nuove generazioni di studenti, che solo nel 24% o poco più si iscrive alle facoltà scientifiche o comunque con sbocco tecnologico. Addirittura il totale dei laureati in queste materie, nel nostro Paese, è meno del 20% del totale, percentuale tra le più basse della zona OCSE che invece conta laureati in materie scientifico-tecnologiche pari a più del doppio della media italiana.
La società cambia inesorabilmente a ritmi elevatissimi, e la direzione è senza dubbio quella che punta diritto verso un mondo fatto di tecnologia ma, ciononostante, siamo un paese di umanisti, nonostante l’economia viaggi verso l’industria 4.0.
Entro il 2025 in Italia il 34% dei posti di lavoro subirà una mutazione a opera della trasformazione tecnologica senza portare a una contrazione nel numero, ma anzi con un’espansione della domanda vicina al 5% per cui da qui al 2025 le lauree stem (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) saranno tra le più richieste nel mondo del lavoro, non solo in Italia ma nel resto del globo.
Le professioni del futuro
Lo sviluppo incrementale delle nuove tecnologie avrà la diretta conseguenza di penalizzare alcune professioni a vantaggio di altre: intermediari e consulenti subiranno un radicale cambiamento di pari passo con il cambiamento del mondo bancario, finanziario e commerciale. È sotto gli occhi di tutti la rivoluzione che la tecnologia blockchain sta portando, insieme a Internet delle cose e intelligenza artificiale, così come è palese che la disintermediazione creata dalle criptovalute sta interessando aziende, istituzioni e società civile.
Tutto ciò ha avuto e avrà la naturale conseguenza della nascita di migliaia di progetti blockchain based con una vertiginosa e spasmodica ricerca delle figure professionali necessarie a svilupparli fornendo la propria competenza.
A tutto ciò si aggiunge l’ecosistema del new crowdfounding, Ico (initial coin offering), Ito (initial token offering) e Ieo (initial exchange offering) che ha già calamitatalo miliardi di dollari di investimenti grazie alle piattaforme blockchain. Anche lo sviluppo di smart contract da integrare con queste piattaforme rappresenta un altro trend in forte crescita per il futuro del lavoro.
I dati di Linkedin
Per ciò che attiene specificamente alla catena di blocchi, stando a un recente report di Linkedin, il ruolo dello sviluppatore blockchain è il lavoro emergente in più rapida crescita negli Stati Uniti.
Linkedin, infatti, sta valutando i dati del suo grafico economico per analizzare le figure professionali che le società stanno rapidamente assumendo, e rivela che la ricerca della figura dello sviluppatore blockchain ha registrato un aumento di 33 volte in 12 mesi: le città con la più alta domanda sono San Francisco, New York City e Atlanta e tra le principali competenze richieste si rilevano record su blockchain, criptovaluta ed Ethereum. Per capire la crescita vertiginosa basta guardare i dati del 2016, anno nel quale erano circa 800 i posti vacanti offerti a esperti di blockchain, bitcoin e criptovalute, mentre nel 2017 il numero è salito a circa 1.800 e, addirittura, a quasi 5000 alla fine del 2018.
Sempre Linkedin afferma che le ricerche effettuate sulla propria piattaforma indicano 13.816 record relativi a blockchain e 2.479 record relativi a criptovaluta.
Nuove professioni e salari
Un altro dato fondamentale è la rilevazione del salario medio offerto negli Usa a questi professionisti. Secondo una nuova ricerca condotta da Glassdoor, uno dei più grandi siti al mondo per la ricerca del lavoro, il salario medio delle proposte di lavoro legate alla blockchain negli Stati Uniti è di circa il 61,8% in più rispetto allo stipendio medio nazionale: vengono offerti in media 84.884 dollari all’anno per un professionista blockchain rispetto ai circa 52.260 dollari all’anno per altre figure dello stesso livello ma di altri settori.
Oltre all’esperto di blockchain nel 2018 sono state rilevate altre figure molto richieste che includono, primo tra tutti, lo specialista di intelligenza artificiale (AI): 6 dei 15 lavori emergenti sono legati in qualche modo a questo settore, senza sottovalutare la ricerca di esperti in tecniche di apprendimento automatico che ha visto una crescita esponenziale pari a 12 volte all’anno. Nello specifico, Linkedin annovera esperti di deep learning, machine learning, tensorflow.
Il mercato a caccia di figure ibride
Da tutto ciò emerge chiaramente come la tendenza del mercato del lavoro viaggia inesorabilmente verso la ricerca di figure professionali ibride, in grado di coniugare competenze sia in materie scientifiche che umanistiche, ed è altrettanto chiara la necessità di rinnovamento richiesta ai professionisti che non possono più pensare di affrontare tale epocale cambiamento solo con le proprie forze.
Si impone la necessità di creare team di lavoro in grado di fornire un supporto a 360° sia al mondo aziendale che a quello istituzionale e alla società civile in generale. La blockchain rappresenta la nuova era di internet e ha introdotto il concetto di decentralizzazione, trasparenza e immutabilità dei dati ma tutto ciò, oltre a rappresentare un radicale cambiamento del nostro paradigma culturale, necessita di un connubio tra sviluppo tecnologico e legalità.
Non pochi sono i problemi da risolvere soprattutto per la compliance tra legge e tecnologia: per questa ragione il professionista del futuro dovrà munirsi di conoscenze non più solo settoriali e specifiche, quanto piuttosto dovrà avere una visione del futuro che tenga conto di questo cambiamento. Sarà impossibile fare a meno dalla tecnologia, ma allo stesso tempo è impensabile ipotizzare di sostituire l’apporto umano allo sviluppo e all’applicazione senza conoscerne tutte le sfaccettature, altrimenti sarà impossibile offrire un supporto realmente qualificato.
Il professionista del futuro, a mio avviso, dovrà avere competenze ampie e qualificate a cavallo tra legge e tecnologia.