Educazione 4.0

Futuro dell’istruzione, le prospettive dalla Commissione Europea

Dalla relazione 2020 di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione della Commissione UE la sottolineatura della centralità delle competenze digitali e interessanti spunti per il futuro dei sistemi educativi europei

Pubblicato il 09 Dic 2020

Nello Iacono

Coordinatore di Repubblica Digitale

Photo by Kuanish Reymbaev on Unsplash

La recente pubblicazione da parte della Commissione Europea della “Relazione di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione 2020” consente di effettuare una valutazione integrata dei dati sui risultati dei sistemi educativi in Europa rilevati tra il 2018 e il 2019.

Ma anche prime analisi sugli impatti dell’attuale periodo di emergenza sanitaria, anche per una proiezione sulle strategie per il prossimo futuro.

La centralità delle competenze digitali

La relazione naturalmente non contiene nuovi dati, ma si propone di fornire un approfondimento soprattutto per l’analisi dell’insegnamento e dell’apprendimento nell’era digitale e sull’emergenza sanitaria, che ha dimostrato l’importanza delle soluzioni digitali per la didattica e ha evidenziato le carenze esistenti. Ad esempio, nonostante negli ultimi anni gli Stati membri abbiano investito in infrastrutture digitali per l’istruzione e la formazione, persistono notevoli disparità sia tra Paesi sia all’interno di ciascun Paese. E il tema delle competenze digitali in questo quadro assume un’importanza cruciale, non solo perché abilitante nell’intero sistema educativo, ma anche perché la carenza di competenze digitali è oggi un problema per l’intera popolazione europea, a cui non si sottraggono i giovani, con oltre il 15% della popolazione studentesca che non possiede un livello di competenze digitali di base.

E questo è un tema che Mariya Gabriel, Commissaria Europea per Innovazione, Ricerca, Cultura, Educazione e Gioventù, sottolinea con forza: “le competenze digitali sia degli studenti che degli insegnanti necessitano di miglioramenti significativi per essere pienamente idonei all’era digitale. È ora che abbandoniamo il mito comune della giovane generazione di oggi come generazione di “nativi digitali” e ci concentriamo sul miglioramento delle competenze digitali di base come prerequisito essenziale per l’istruzione, il lavoro e la vita”.

Prospettive per il futuro degli apprendimenti

Nella sezione conclusiva, la relazione approfondisce alcune linee di evoluzione e delinea così con alcuni spunti concreti quel “cambiamento dirompente e necessario” che è diffusa opinione sia necessario attuare come opportunità e insegnamento delle accelerazioni di fratture indotte dall’emergenza sanitaria.

Una delle sfide più importanti è realizzare il cambiamento del sistema educativo nella logica di una visione di società sostenibile, prospera e robusta. Una società sempre più complessa, dove, come viene sottolineato anche dall’Ocse  “le mutevoli condizioni di globalizzazione, democrazia e cittadinanza, sicurezza, invecchiamento e culture moderne, pongono nuove domande all’istruzione”. Complessità che richiede maggiori capacità e competenze per poter esercitare i propri diritti di cittadinanza, svolgere un ruolo attivo e quindi “stimolare i progressi sociali, economici e ambientali in Europa”.

I sistemi educativi diventano, così, sempre più fondamentali per l’economia e la società del futuro, e per riuscire ad essere efficaci in un contesto di “quarta rivoluzione industriale” devono compiere la trasformazione verso una visione di “Educazione 4.0”, come anche suggerito dal rapporto del World Economic Forum(Wef) sulla scuola del futuro .

Tra gli sviluppi indicati nella relazione che spingono verso questa radicale trasformazione dei sistemi educativi ne evidenzio alcuni maggiormente correlati alle competenze digitali, e che per l’emergenza sanitaria hanno subito una notevole accelerazione:

  1. concepire le competenze digitali come parte dell’alfabetizzazione di base e, quindi, l’educazione digitale come fondamentale anche per entrare nel mercato del lavoro. Allo stesso modo, ritenere l’alfabetizzazione mediatica e del pensiero critico come base per la democrazia;
  2. affrontare il tema della “competizione umana” con i dispositivi intelligenti e in generale con i progressi tecnologici. Ciò comporta la necessità della ridefinizione del “ruolo umano” orientando i sistemi educativi allo sviluppo di abilità come creatività, risoluzione dei problemi, negoziazione, adattabilità, pensiero critico, cooperazione, empatia ed emozioni e comunicazione.
  3. passare a un apprendimento personalizzato e abilitato digitalmente invece di un’istruzione di massa standardizzata.

D’altra parte, l’accelerazione verso la trasformazione digitale dei sistemi educativi produce un aumento del rischio di divaricazione delle disuguaglianze e di esclusione sociale.

Gli studenti provenienti da contesti svantaggiati hanno una probabilità significativa di rimanere indietro, poiché il loro accesso all’apprendimento digitale e a un ambiente di apprendimento adeguato rischia di essere limitato. Stesse difficoltà sono presenti anche nel lavoro da casa da parte delle famiglie con reddito basso.

Mai come oggi, quindi, il futuro economico e sociale dipende dalla trasformazione dei sistemi educativi che però non possono prescindere dalla realizzazione di condizioni minime necessarie per lo sviluppo delle competenze digitali, e che si inquadrano nelle più ampie condizioni di benessere sociale. E i sistemi educativi devono assicurarsi che tutti siano ugualmente inclusi nel cambiamento sociale.

Alcune direzioni di cambiamento

Seguendo le indicazioni del citato rapporto del Wef, la relazione evidenzia anche alcuni cambiamenti generali nei contenuti di apprendimento e nelle esperienze di apprendimento:

  • per quanto riguarda i contenuti di apprendimento, si sottolinea come i bambini debbano possedere competenze di “cittadinanza globale”, innovazione e creatività, tecnologia e abilità interpersonali;
  • in termini di esperienze di apprendimento, si evidenzia come l’apprendimento debba diventare personalizzato favorendo l’autoapprendimento, accessibile e inclusivo, basato sui problemi e collaborativo, oltre che permanente e guidato dagli studenti;
  • in questa prospettiva di “Educazione 4.0” è importante tenere in primo piano il rischio del divario delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale e allo stesso tempo sviluppare politiche che anticipino adeguatamente diversi scenari alternativi per il futuro, consentendo così ai sistemi educativi di rispondere efficacemente alle sfide previste.

Sulla base di alcuni studi previsionali, la relazione evidenzia alcune aree di sviluppo:

  1. la valutazione. Un passaggio a un curriculum orientato alle competenze richiede una prospettiva più ampia nella valutazione che comprenda conoscenze, abilità e attitudini come la risoluzione dei problemi, il pensiero critico, l’alfabetizzazione digitale e la competenza socio-emotiva. Allo stesso tempo, una diffusione della valutazione individualizzata per supportare l’apprendimento personalizzato con l’aiuto di valutazioni adattative al computer e analisi dei dati. L’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, come le valutazioni adattative al computer o l’analisi dei dati, si cui basare la valutazione personalizzata. Oltre a questo, una sempre maggiore integrazione dell’innovazione digitale nel processo di valutazione, utilizzando ad esempio tecnologie come intelligenza artificiale, realtà aumentata e gamification;
  2. apprendimento non formale e informale. Sarà sempre più necessaria una strategia per correlare apprendimento formale, non formale e informale soprattutto per far fronte alla crescente domanda di competenze trasversali e consentire il riconoscimento dei risultati dei percorsi di apprendimento non tradizionali;
  3. innovazione sociale. La crescente attenzione per l’apprendimento interdisciplinare e la promozione di competenze chiave come l’imprenditorialità, la creatività e il senso di iniziativa, nonché “imparare a imparare”, spingono verso l’introduzione dell’innovazione sociale nell’istruzione. Ad esempio, secondo la relazione della Commissione UE, l’accesso ai big data e all‘intelligenza artificiale attraverso la collaborazione con le aziende tecnologiche aiuterà ad analizzare e comprendere meglio le sfide sociali e a proporre soluzioni creative.

La sfida per il futuro dei sistemi educativi

Per disegnare il futuro europeo è quindi necessario affrontare con decisione la sfida di una trasformazione dei sistemi educativi che veda l’innovazione digitale come elemento connettivo fondamentale. Questa considerazione spinge da un lato verso l’accelerazione del processo di flessibilità e di apertura ad apprendimenti sempre meno tradizionali e sempre più personalizzati e dall’altro verso la costruzione di architetture integrate, nello spazio (al di là dei confini nazionali e delle limitazioni di settore) e nel tempo (verso una reale dimensione di apprendimento permanente).

Per entrambi questi sviluppi occorre un approccio strategico multistakeholder e multisettoriale, in cui i temi della cultura tecnologica e dell’educazione specialistica informatica trovino spazio nell’ambito più generale delle cosiddette competenze chiave del futuro. Una sfida importante e dagli esiti per niente scontati, perché richiede un impegno costante per mantenere la centralità dell’educazione sapendo che la complessità sociale e le conseguenti esigenze di capacità delle persone sono destinate a una crescita continua, con il digitale insieme come condizione (culturale, sociale e infrastrutturale) e come abilitante.

La buona notizia è che, come rileva anche la relazione della Commissione UE, l’Europa ha definito il suo quadro strategico di intervento (con documenti fondamentali come il Digital Education Plan  ) e anche l’Italia ha intrapreso il suo percorso in modo coerente e altrettanto ambizioso, con la Strategia Nazionale per le competenze digitali e l’iniziativa Repubblica Digitale . Per una sfida che è necessario affrontare come centrale per il futuro della nostra società.

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