E-learning

Il master va online: come evolvono i Mooc

I corsi su internet sono un fenomeno in crescita nelle Università
e nelle Business school di tutto il mondo. Facciamo il punto. Mentre MIP Politecnico di Milano presenta Flex EMBA, la prima proposta in Italia per un Executive MBA senza aula né orari

Pubblicato il 05 Mag 2014

mooc-140128220614

Nel mondo della formazione universitaria si sta verificando un profondo cambiamento, rappresentato dall’aumento esponenziale delle opportunità offerte agli studenti di frequentare corsi in modalità digital learning.

E proprio in questo contesto fortemente innovativo si colloca il MIP, la Business school del Politecnico di Milano, che ha sviluppato un formato unico in Italia di Executive MBA, il Flex EMBA, che consente di acquisire le medesime competenze, di costruire lo stesso network di relazioni e di ottenere lo stesso diploma dei formati Executive MBA tradizionali, beneficiando però della massima flessibilità e compatibilità assicurate dalle più moderne tecnologie digitali.

Assistiamo dunque alla proliferazione dei cosiddetti MOOCs, acronimo di Massive Online Open Courses, termine coniato nel 2008 da due professori canadesi, Dave Cormier e Bryan Alexander, per indicare corsi on-line finalizzati alla partecipazione su larga scala e con accesso aperto attraverso internet. Negli ultimi anni il numero di MOOCs accessibili tramite web è cresciuto a dismisura, dai circa 100 corsi offerti nel 2012 ai quasi 700 nel 2013, con una media di 2 nuovi MOOCs proposti ogni giorno e per un totale di più di 1200 corsi annunciati, tra nuove offerte e vecchi drop out. Il sito “Mooc-list.com” elenca oltre 340 Università coinvolte nella produzione di MOOCs. Esse mettono a disposizione i loro corsi attraverso piattaforme tra cui si ricordano EdX (inizialmente promossa da Harvard ed MIT), Coursera, Udacity, Khan Academy.

Nonostante le principali piattaforme siano promosse da Università anglosassoni, anche in Europa si sta recentemente registrando un aumento di interesse verso questo tema. Tra i progetti migliori citiamo la Finandia con Eliademy.com, UK con Futurelearn, la Spagna con Crypt4you, la Germania con Iversity, l’Irlanda con Alison e la Francia con Universite Numerique (FUN), oltre alla piattaforma sovranazionale OpenEd nata con il sostegno dell’UE. Per quanto riguarda il numero di studenti coinvolti, si stima che prima di giugno 2012 oltre 1,5 milioni di persone si siano registrate per seguire MOOCs attraverso le piattaforme Coursera, Udacity o EdX. Entro marzo 2013, solo Coursera aveva registrato circa 2,8 milioni di studenti, mentre secondo la Babson Survey Research Group le iscrizioni ai corsi online sono aumentati del 29% tra il 2010 e il 2013, per arrivare ad un totale di oltre 6,7 milioni, fenomeno che si verifica in un periodo in cui il numero di studenti nelle Università tradizionali è in calo. Per quanto riguarda la tipologia dei corsi, se nel 2011 la maggioranza era concentrata nelle categorie informatica e ingegneria, i corsi umanistici sono oggi diventati la categoria più offerta, con particolare crescita di temi quali la didattica e l’insegnamento.

Nella formazione post-laurea e post-esperienza il fenomeno dei MOOCs e dei corsi erogati interamente in modalità digital learning sta invece facendo registrare una diffusione più lenta. Questo si spiega con il fatto che, nel caso dei percorsi MBA ed Executive MBA, diventa fondamentale per gli allievi acquisire competenze soft (legate ad esempio alle capacità di negoziazione, leadership, gestione dei team) e sviluppare network di relazioni interpersonali. Si tratta di forme di conoscenza tacita che difficilmente possono essere trasferite attraverso un percorso di formazione completamente online. Le Business school di tutto il mondo stanno tuttavia incrementando l’offerta di Master che utilizzano in larga misura le più moderne tecnologie di digital learning, affiancando però il loro uso a momenti di interazione face-to-face, pensati per trasferire agli allievi le forme di conoscenza tacita sopra citate.

Il Financial Times Ranking 2013 degli Online MBA, ad esempio, contiene 66 programmi in formato digital learning con queste caratteristiche, 20 dei quali offerti da Business school localizzate in UK e 25 da scuole statunitensi. Tra i primi 10 MBA di questo ranking, inoltre, ben 8 sono proposti da Business school anglosassoni. La crescita nell’offerta di percorsi MBA ed Executive MBA in modalità prevalente digital learning è dovuta alla sempre più pressante richiesta di flessibilità manifestata dagli allievi interessati a frequentare questo tipo di Master. Frequenti viaggi di lavoro, agende via via meno prevedibili, impegni familiari difficili da conciliare con l’attività lavorativa, rendono oggi molto complesso frequentare un MBA in modalità tradizionale, face-to-face. Si tratta infatti di percorsi di formazione con una durata spesso superiore all’anno e mezzo che rappresentano un impegno molto vincolante per chi intende frequentarli con assiduità e costanza e continua a mantenere, allo stesso tempo, importanti responsabilità in impresa.

In Italia ha deciso di dare una risposta a queste esigenze crescenti il MIP, la Business school del Politecnico di Milano, sviluppando un innovativo formato Executive MBA, il Flex EMBA, che consente di acquisire le medesime competenze, di costruire lo stesso network di relazioni e di ottenere lo stesso diploma dei formati Executive MBA tradizionali, beneficiando però della massima flessibilità e compatibilità assicurate dalle più moderne tecnologie digitali. Il Flex EMBA, in partenza il prossimo autunno, permette agli allievi di scegliere da dove e quando seguire le lezioni e come fruire i contenuti, costruendosi così un’esperienza formativa altamente personalizzata. Per la prima volta in Italia, ecco un percorso Executive che si adatta all’agenda di lavoro degli allievi e ai loro impegni familiari, e non viceversa.

Tutto questo grazie ad una rivoluzionaria piattaforma di digital learning, sviluppata su tecnologia Microsoft, che consente di studiare, apprendere e collaborare sfruttando gli stessi strumenti che quotidianamente siamo abituati ad utilizzare in ufficio e a casa. Un breakthrough nel campo delle tecnologie per il digital learning, che porta l’esperienza formativa all’interno dell’ambiente digitale in cui ogni allievo vive e lavora, con una semplicità ed immediatezza d’uso mai sperimentati fino ad oggi. Per la prima volta in Italia, il Flex EMBA porta il concetto di Smart Working all’interno di un percorso di formazione Executive. La piattaforma permette infatti di accedere a contenuti video pre-registrati, di partecipare attivamente a video-sessioni di discussione e workgroup moderate dal docente, di interagire con gli altri allievi e di lavorare insieme a loro su progetti e assignment, di accedere a contenuti multimediali addizionali, di interagire one-to-one con i docenti. Tutto questo da qualsiasi luogo e utilizzando un qualsiasi terminale digitale (quali ad esempio laptop, tablet, smartphone, smart TV).

Il Flex EMBA si articola in 8 corsi “core”, tenuti in italiano, che gli allievi potranno seguire attraverso la piattaforma: People & Organization; Accounting & Performance Management; Economics & International Business; Strategy & Marketing; Operations & Supply Chain; Finance; Innovation & Project Management; Information Systems. A questi corsi si aggiungono momenti di interazione face-to-face, per un totale di 5 giorni distribuiti durante il percorso e organizzati presso la sede di Milano del MIP. Essi sono progettati per sviluppare le soft skills, le capacità di negoziazione, di public speaking e di leadership degli allievi, oltre a permettere di costruire un solido network di relazioni inter-personali. Completano il Flex EMBA 2 corsi Elective (agli studenti è data la possibilità di seguirne fino a 4), in modalità face-to-face al termine dei corsi Core e scegliendo tra numerose alternative. Ogni corso Elective ha una durata di 6 giorni ed è tenuto in inglese presso la sede di Milano del MIP.

Gli allievi del Flex EMBA hanno l’opportunità di frequentare questi corsi insieme agli altri allievi MBA del MIP, rafforzando ulteriormente il loro network di relazioni. Al termine del percorso, è previsto un project work. Il Flex EMBA rappresenta una grande innovazione nel campo della formazione MBA anche perché, per la prima volta, si consente agli studenti di scegliere quando frequentare i corsi che compongono la loro esperienza formativa. La durata minima del Flex EMBA è infatti di 18 mesi, ma è possibile distribuire l’impegno in modo personalizzato e funzionale alle proprie esigenze, su un periodo di durata massima pari a 3 anni. Inoltre, ogni corso Core viene erogato 2 volte all’anno, consentendo di scegliere il momento più opportuno per frequentarlo.

Il Flex EMBA si rivolge quindi a tutte le persone che desiderano sviluppare la propria carriera frequentando un Executive MBA e che richiedono però la massima flessibilità per poter rendere compatibile l’esperienza formativa con gli impegni di lavoro e familiari. In particolare, il nuovo formato è pensato per quei candidati che hanno almeno 3/4 anni di esperienza lavorativa, vivono o lavorano lontano da Milano, hanno un’agenda di lavoro difficilmente programmabile, svolgono un’attività che li porta spesso a viaggiare lontano dall’Italia, oppure vivono o lavorano all’estero ma desiderano frequentare un Executive MBA in una prestigiosa business school italiana, sono imprenditori o manager con responsabilità tali da impedire loro di assentarsi dall’attività lavorativa. Il Flex EMBA è anche particolarmente adatto a soddisfare le esigenze delle imprese che intendono formare e far crescere i propri dipendenti ad alto potenziale, senza tuttavia allontanarli per molte ore dal luogo di lavoro, oppure a chi ha dipendenti sparsi per il mondo, che possono così beneficiare di un aggiornamento e allineamento delle proprie competenze manageriali.

Certamente i MOOCs hanno degli importanti benefici, tra cui: offrire alle Università di tutto il mondo la possibilità di soddisfare la domanda globale di istruzione senza la costruzione di nuovi campus; facilitare l’apprendimento garantendo una maggiore soddisfazione degli studenti (Educause, Centro per l’Analisi e la ricerca, riporta che il 57,7% degli studenti ha dichiarato di imparare di più nei corsi che presentano qualche componente online); permettere di “democratizzare” l’istruzione superiore, consentendo agli studenti e discenti adulti di seguire un corso in Università d’élite, pur rimanendo nei loro paesi.

Ovviamente a ciò si accompagnano delle difficoltà e barriere da superare: l’elevato tasso di abbandono dei corsi, pari a circa il 90%; l’esclusione di studenti che non hanno possibilità di accesso on-line; lo scarso coinvolgimento dei discenti meno preparati ed il maggior rischio che gli studenti copino e plagino. Le Università che decidono di sviluppare MOOCs, e di offrirli attraverso le più importanti piattaforme di cui si è parlato in precedenza, lo fanno per tre principali ragioni. In alcuni casi, si tratta di un’iniziativa di marketing finalizzata a far conoscere il proprio brand in giro per il mondo. In altri casi, più infrequenti in realtà, le Università decidono di sostituire alcuni dei loro corsi tradizionali, in presenza, con dei MOOCs sviluppati da esse stesse o addirittura offerti da altre Università, con l’intento di contenere i costi di erogazione e docenza. L’American Council of Education ha deciso infatti di “raccomandare” diversi MOOCs, permettendo così agli Atenei USA di riconoscere nel proprio percorso formativo i corsi online seguiti dai propri studenti. Non è detto che questo non possa accadere in futuro anche al di fuori degli USA, in Europa e in Italia.

Infine, in alcuni casi l’offerta di MOOCs avviene con l’obiettivo di aumentare i ricavi delle Università. Esistono delle piattaforme (quali ad esempio Coursera) che rilasciano un certificato (ad un prezzo compreso tra 50 e 200 euro) che testimonia il superamento del corso a quegli studenti che sostengono, comunque in modalità online, un test di valutazione. Considerato il numero di studenti in gioco, si tratta di valori assolutamente non trascurabili. Sicuramente occorrerà parecchio tempo perché ciò accada su larga scala, ma non è inverosimile immaginare che alcune Università possano offrire in futuro corsi di laurea basati, in parte o interamente, sull’uso di MOOCs.

È quello che ha già deciso di fare Georgia Tech, che prima dell’estate ha annunciato un nuovo Master of Science in Computer Science in modalità digital learning, utilizzando i MOOCs aperti a chiunque e disponibili attraverso la piattaforma Udacity. Chi desidera seguire questi corsi con l’intento di ottenere un Master of Science e di beneficiare dei servizi di tutorship e assistenza deve corrispondere una fee pari a circa 7.000 dollari. Se si considera che il tradizionale corso in Computer Science offerto da Georgia Tech, in presenza, ha un costo di circa 50.000 dollari (per gli studenti non residenti), si comprende la minaccia che questo tipo di percorsi possono rappresentare per le Università di minore prestigio, indipendentemente da dove siano localizzate geograficamente. La prima edizione del Master of Science di Georgia Tech è stata un successo, con 375 studenti provenienti da 2.360 domande di ammissione, pari a circa il 75 % di domande di ammissione ricevute in più rispetto al tradizionale programma on-campus.

Questo profondo cambiamento nella propensione delle Università ad utilizzare tecnologie digitale per integrare ed ampliare la loro offerta si spiega innanzitutto con l’incredibile progresso che le tecnologie digitali hanno fatto registrare, permettendo oggi agli studenti di apprendere, interagire e collaborare con una facilità d’uso ed una completezza dell’esperienza formativa mai visti prima. Inoltre, la crescente ricerca di opportunità di formazione a basso costo, dovuta al perseverare della complessa situazione economico-finanziaria delle famiglie europee e non solo, ha ulteriormente rafforzato la domanda per questo tipo di percorsi online.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati