Da quando è stato pubblicato il romanzo di fantascienza di Neal Stephenson, 30 anni fa, si continua a parlare di metaverso e, più di recente, del rapporto – molto fruttuoso – tra metaverso e education (istruzione). Di cosa si tratta? Senza voler rubare il mestiere a chi saprebbe spiegarlo meglio, proviamo a dare qualche input sia per chi ne vuole sapere di più, sia per il grande mondo che afferisce all’education, dai docenti agli apprendenti, dalle famiglie a chi si occupa di gestione.
Tutti i rischi del metaverso: sorveglianza, profilazione, controllo di massa
Verso una nuova fase di internet
Nella traduzione italiana, vale la pena ricordarlo, metaverso significa “realtà digitale che combina aspetti dei social media, del gioco online, della Realtà Aumentata e di quella virtuale (AR e VR)”.
Nel gioco, nello shopping, transazioni economiche, il metaverso va ad aggiungere elementi rilevanti, per cui per esempio le persone che investiranno nel metaverso potranno aprire attività proprie, avere proprietà e guadagnare guidando aziende che nella realtà fisica non esistono. E allora, dicono ancora gli esperti, nascerà una nuova fase di internet, che favorirà la creatività e aprirà nuove frontiere e orizzonti.
Quale rapporto si può creare tra metaverso e education? È possibile immaginare una sfida di successo?
Il metaverso nell’education
È noto ed è stato indagato a livello globale il pesante tributo pagato dal settore dell’istruzione durante la pandemia: sono infatti circa 1,6 miliardi gli studenti di 192 paesi, ovvero il 91% della popolazione studentesca mondiale, ad avere subito interruzioni nel percorso dell’istruzione. Da questa pesante e a volte drammatica situazione, il mondo dell’education ha cercato soluzioni, tra cui per esempio la creazione e successiva massiccia diffusione di piattaforme educative, che hanno però non hanno raggiunto tutti i potenziali destinatari. Infatti, circa il 29% dei giovani di tutto il mondo, circa 364 milioni di individui, non sono attualmente online e dal 2019 ad oggi hanno perso migliaia di ore di lezione, amplificando il digital divide[1].
La sfida che oggi il mondo dell’education si trova a cogliere è proprio che la modalità di lavorare e studiare online diventi una componente integrale dell’educazione. Questo dovrebbe, in teoria, portare a soluzioni pedagogiche più inclusive e creative, tra cui creare un ecosistema di centro di ricerca virtuale.
Da Snow Crash a Minecraft: l’evoluzione del Metaverso
Partiamo dal romanzo. Il libro che ha generato il termine è il romanzo di fantascienza distopico del 1992 Snow Crash, un’avventura d’azione ambientata in un mondo in cui gran parte della vita quotidiana è vissuta in un mondo digitale coinvolgente che alla fine sostituisce internet. Nel romanzo, il metaverso è emerso dopo un crollo economico mondiale, dove i governi hanno ceduto il potere alle aziende private e agli imprenditori, portando a un enorme divario tra chi ha e chi non ha. Oggi, il metaverso è uno spazio virtuale condiviso in cui le persone sono rappresentate da avatar digitali (si pensi per esempio al libro e al film “Ready Player One”[2]). Il metaverso è innanzitutto un mondo virtuale che integra tecnologie digitali e immersive tra cui giochi come Minecraft o Roblox, videoconferenze, criptovalute, realtà virtuale e aumentata, social media, education e live streaming. Si tratta di un facsimile digitale di quello che facciamo e viviamo nel nostro mondo fisico le cui potenzialità sembrano, a oggi, infinite, proprio per la sua capacità di unire businesses e consumatori in una nuova modalità d’incontro, fatta di immersività, condivisione e cooperazione.
Gli esperti e gli innovatori prevedono che avremo presto un cambiamento di paradigma nei social media e nell’interazione uomo-computer e ci si allontanerà dalle app 2D incentrate sulla pubblicazione di contenuti, verso un’era in cui la realtà mista mescolerà mondi virtuali e fisici strettamente collegati non solo tra di loro ma anche con il nostro mondo reale, dando vita al multiverso.
L’esperienza della Corea del Sud
Il mondo intero ha effettivamente preso parte a un esperimento educativo, come dicono al KAIST, un istituto di istruzione superiore pubblico, che offre corsi e programmi che portano a gradi di istruzione superiore in Sud Corea, siamo stati in grado di confermare che l’educazione mista ha funzionato efficacemente per i nostri studenti. Ha compensato le carenze pedagogiche di lunga data della consegna unidirezionale della conoscenza e ha reso possibile il passaggio a un modello incentrato sullo studente, dandoci una grande opportunità di sbloccare la creatività e le menti collaborative dei nostri studenti. Un’istruzione su misura per i livelli individuali degli studenti non solo li aiuterà ad accumulare conoscenze, ma migliorerà la loro capacità di usarle.
L’esperienza del KAIST[3] conferma il valore della blended education o modello ibrido/misto, infatti dicono dallo scorso marzo, abbiamo offerto il 60% di lezioni in tempo reale tramite Zoom e il 40% attraverso il nostro sistema di gestione dell’apprendimento preregistrato. I nostri studenti erano soddisfatti delle classi in tempo reale in cui potevano interagire faccia a faccia con i professori. Il formato della classe mista che combinava contenuti in tempo reale e preregistrati ha ricevuto valutazioni molto soddisfacenti. L’esperienza coreana porta avanti una riflessione diffusa, su cui vale la pena interrogarsi e discutere. Kwang Hyung Lee è presidente del Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST) a Daejeon, Corea del Sud e sostiene che lo sviluppo di strumenti o tecnologie online che possono permettere esperimenti scientifici, prototipi di ingegneria e altre attività pratiche rimane una sfida. Tuttavia, possiamo iniziare ad affrontare questi problemi utilizzando tecnologie complementari come la realtà virtuale, la realtà aumentata, il riconoscimento delle immagini e le tecnologie di eye-tracking.
Le barriere all’accesso a queste nuove esperienze sono complesse e pervasive, ma ci sono modi in cui possiamo unirci per rompere queste barriere a livello globale nella speranza di promuovere una crescita inclusiva.
Il campus virtuale Kenya-KAIST
Partendo da queste riflessioni l’ateneo coreano promuoverà presto un campus virtuale Kenya-KAIST, che aprirà entro settembre 2023 nel Konza Technopolis, 60 km fuori Nairobi. L’intenzione è quella di andare oltre l’istruzione online creando un metaverso che fornisce assistenza per la gestione delle classi e crea un’esperienza di apprendimento coinvolgente, utilizzando le ultime tecnologie digitali. L’idea è anche quella di mitigare il divario educativo e di ridurre la necessità per molti studenti e docenti di fare il lungo viaggio dalla capitale al campus. Il personale che sarà impegnato nell’esperienza educativa keniota – coreana sarà formato su piattaforme online. E se qualcuno ha obiettato che questo potrebbe ridurre il numero degli studenti internazionali nelle università, ci si attende invece che gli studenti scelgano un’università che offra esperienze metaverse più diversificate e interattive oltre alle esperienze accademiche e globali. È arrivato il momento di ricostruire il curriculum e le infrastrutture per il mondo del metaverso. Non possiamo tornare a come erano le cose prima, sostengono gli esperti coreani.
Le università di tutto il mondo sono ora sulla stessa linea di partenza. Hanno bisogno di innovare e sperimentare nuovi approcci e strumenti che possano permettere tutti i tipi di attività del campus online. Dovrebbero ritagliarsi un proprio metaverso distinto che sia praticabile per l’interazione umana e per diverse esperienze tecnologiche che promuovano la creatività degli studenti e le menti collaborative.
Facebook diventa Meta: la vision di Zuck per l’education
Anche al centro della visione di Facebook che – lo sappiamo[4] – ha cambiato il suo nome aziendale in Meta, come parte della visione del CEO Mark Zuckerberg di creare una nuova generazione di internet ispirata alla fantascienza, c’è l’education. I Facebook Reality Labs investiranno 150 milioni di dollari in un programma educativo per assistere lo sviluppo della tecnologia e per formare le persone ad utilizzare strumenti di realtà aumentata e virtuale. Inoltre, Facebook ha annunciato che avrebbe collaborato con Coursera ed edX per aiutare a spingere il curriculum di Meta in realtà aumentata e virtuale, che chiama Spark AR Curriculum.
Come è avvenuta la scelta di scommettere per il futuro di Facebook puntando sulla parola “metaverso”?
L’interesse di Zuckerberg per la realtà virtuale non è una novità. Nel 2014 l’azienda ha acquistato la società di VR Oculus per 2 miliardi di dollari. La versione del metaverso immaginata nel video di un’ora che Meta ha rilasciato coinvolge un mix di tecnologia, compresi quelli che sembrano essere ologrammi. Questo è il caso di una scena in cui una studentessa si fa aiutare nei suoi compiti di astrofisica passando le mani per manipolare un’immagine gigante del sistema solare, zoomando sugli anelli di Saturno gesticolando con le braccia.
Se tu stessi facendo astrofisica, potresti studiare nel multiverso, ha detto il narratore di questa parte del video, Marne Levine, chief business officer di Meta. Un altro esempio mostrato nel video è uno studente che vaga per l’antica Roma, grazie a un mondo VR immersivo dove lo studente viene trasportato come un avatar. Il metaverso è una strategia per ripopolare il famosissimo spazio social con le nuove generazioni, che da tempo lo hanno abbandonato?
Bibliografia
The educational ‘metaverse’ is coming | THE Campus Learn, Share, Connect (timeshighereducation.com)
Cos’è il metaverso e dove ci porterà (artribune.com)
- https://www.onuitalia.com/no-time-to-lose/ [11/11/2021] ↑
- Il film diretto da Steven Spielberg nel 2018, che di racconta di un pianeta Terra che nel 2045 offre come unico svago alla popolazione un universo virtuale chiamato OASIS. ↑
- https://news.kaist.ac.kr/newsen/html/news/?mode=V&mng_no=17010&skey=&sval=&list_s_date=&list_e_date=&GotoPage=1 [10/11/2021] ↑
- As Facebook Changes Name to Meta, Company Wants to Pull Education Into Its ‘Metaverse’ | EdSurge News [11/11/2021] ↑