Per le forze in campo e lo stato tecnologico raggiunto, il Metaverso preconizzato da Mark Zuckerberg lo scorso 28 ottobre, rappresenta un balzo in avanti storico: un’accelerazione che si autoalimenterà del livello di coinvolgimento di dispositivi, tecnologie, idee ed emozioni coinvolti (nella presenza simulata sarà diversa anche la qualità dell’informazione).
La “creatura” del patron di Facebook solleva questioni importanti, e su diversi fronti. Ma partiamo dall’inizio.
Tutti i rischi del metaverso: sorveglianza, profilazione, controllo di massa
L’investimento nel Metaverso
Mark Zuckerberg ha reso ufficiale il rebranding di Facebook in Meta, sottolineando che la società che controlla Facebook, oltre Instragram, WhatsApp ed altri servizi, si impegnerà massivamente sul Metaverso, cambiando nome in Meta per identificarsi con il progetto stesso.
L’investimento di Meta nel Metaverso è miliardario:
- dieci miliardi di dollari (nel 2020 Facebook ha fatturato 85,9 miliardi di dollari, con un utile netto di 29,1 e a giugno 2021 ha raggiunto la cifra capitale di mille miliardi, la quinta ad averlo
fatto, da sempre, in borsa); - diecimila assunzioni dedicate in Europa (dove, in questi giorni si sta discutendo la proposta del “Digital Services Act and Digital Markets Act”, iniziativa legislativa con l’obiettivo di creare uno spazio digitale dove i fondamentali diritti degli utenti vengano protetti e dove stabilire condizioni di parità per le imprese);
- centocinquanta milioni di dollari in tre anni per costruire un ecosistema che supporti ed educhi al Metaverso, per condividerne in maniera diffusa competenze, cultura, pratiche e familiarità;
- cinquanta milioni di dollari a organizzazioni e istituzioni accademiche come la Seoul National University (sarà proprio Seoul la prima città ad entrare nel Metaverso con un progetto da 3,3 miliardi di dollari) e Women in Immersive Tech, affinché il Metaverso rispetti valori e principi legali.
I quattro aspetti del Metaverso
Il termine Metaverso è stato coniato, o reso celebre, dalla penna di Neal Stephenson nel romanzo, del 1992, Snowcrash. Nel 2007 la Fondazione per gli studi di accelerazione (Acceleration Studies Foundation), redasse un documento di ventotto pagine sul futuro di Internet, che sarebbe stato rappresentato dal Metaverso, fondato su quattro dimensioni:
- realtà aumentata;
- lifelogging;
- mondi speculari;
- realtà virtuale.
La realtà aumentata
Per un pubblico più generalista riportiamo che la Augmented reality (AR) aggiunge un ulteriore livello di percezione all’esperienza della realtà e si realizza quando un individuo riceve una visione migliorata del mondo fisico attraverso l’uso di un dispositivo come un telefono, una cuffia o degli occhiali.
Componenti della realtà aumentata sono:
- la realtà con inserimenti digitali;
- possibili componenti digitali che tra loro interagiscono nella scena informativa che si presenta all’utente;
- Internet of Things (IoT), la rete dei dispositivi tra loro comunicanti e dotati di sensori, per raccogliere, scambiare ed elaborare dati.
Inoltre, molto spesso assistenti intelligenti, come Alexa, Google Assistent, Siri o Bixby, ci offrono l’AR.
La sfera di decisioni e competenze delegati a questi assistenti cresceranno grazie ai software definiti agenti intelligenti, che imparano da ogni compito che eseguono, verso una tale comprensione degli utenti da poter anticipare le loro richieste.
Gli assistenti intelligenti diventano parte della casa: antropomorfizzati (nella voce o nella forma) assumono una loro soggettività nella percezione.
Lifelogging
Lifelogging significa caricare nel web di contenuti sulla propria vita, perché li vedano gli altri oppure registrare proprie attività, anche attraverso Wearable tech (dispositivi da indossare) che si mimetizzano con il normale vestiario, per catturare ciò che avviene intorno.
Già oggi diverse app si concentrano su fitness, alimentazione, benessere, meditazione, sonno, monitoraggio generale della salute.
I mondi a specchio
I mondi a specchio sono quella parte del Metaverso che crea un gemello digitale della Terra per esperienze immersive, simili ai mondi virtuali in quanto stanno modellando un mondo il
più accuratamente possibile, per essere sperimentato in tre dimensioni.
L’unica differenza è che i mondi a specchio modellano la Terra, mentre la VR modella un mondo alternativo: nei mondi a specchio l’avatar di ognuno rappresenta il suo sé reale.
Attraverso i mondi specchio il mondo reale viene mappato in modo tale che si possa effettuare un rendering tridimensionale. L’obiettivo è quello della mappatura globale di tutto lo spazio pubblico e la realtà aumentata può essere costruita su questo strato. Ogni segnale di stop, albero, palo, indicatore di corsia, insegna di ristorante, e dettagli molto più insignificanti, saranno mappati dalle aziende.
Niantic ha celebrato da poco, con un video su Youtube, la copertura di cinquantasei miliardi di chilometri, mentre Apple ha percorso più quattro milioni di miglia con telecamere a 360 gradi e sensori 3D, nel tentativo di rendere migliori le sue mappe.
Le auto a guida autonoma, oltre che servirsi del mondo a specchio, indispensabile per il loro controllo, lo aggiornano costantemente. Ma non solo: sensori e utenti sparsi sul pianeta contribuiscono alla sua mappatura digitale. Con la mappatura digitale completa di tutto mondo reale, sarà possibile visitare digitalmente tutto il pianeta e fare, così, ogni esperienza attraverso il proprio avatar: sport, acquisti, formazione, lavoro e viaggi. Anche robot e automazione lavoreranno sulla base del gemello digitale per condurre i loro compiti.
Virtual reality
Infine, la vecchia Realtà virtuale, che offre una simulazione immersiva (un’illusione autoimposta) in mondi non reali ma alternativi, in storie nella quali gli stessi utenti cooperano al loro svolgimento.
Metaverso, un mondo piatto senza fusi orari
Dalla fusione di tutti questi aspetti nasce il Metaverso: vivremo al suo interno, potremmo trovare risposta a qualsiasi domanda, fare acquisti e affari, giocare, incontrare gli amici e con loro intrattenersi, con attività che possono andare dallo sport alla fruizione di spettacoli.
La vita quotidiana passerà avanti e indietro tra le dimensioni sopraelencate, senza soluzione di continuità e potenzialmente senza fusi orari coinvolgendo tutto il globo.
Le problematiche del Metaverso
Ecco quattro interrogativi a cui Meta dovrà rispondere:
- in un mondo in cui faremo praticamente ogni cosa attraverso un sistema di dispositivi tra loro comunicanti, come verrà tutelata la privacy e verificato che i dati raccolti non siano usati impropriamente?
- Verrà garantito l’accesso a tutti o sarà a uso esclusivo di chi economicamente potrà sostenere la partecipazione, alimentando nuove diseguaglianze?
- Secondo alcuni studi, il lavoro e la formazione a distanza possono ridurre l’inquinamento: invece che impatto di emissioni di CO2 avrà una crescita esponenziale del Metaverso, che comporterà un flusso e gestione di dati senza precedenti, sicuramente lontano dalla sobrietà digitale auspicata in tema energetico?
- Quale impatto sulla società e sulle psicologie degli individui avrà la normalizzazione del distanziamento e del condurre vite precipuamente digitali?
- Cambierà, filosoficamente, il concetto di persona e vita, abbracciando il postumanesimo digitale?
Queste sono solamente alcune delle domande da porre nell’ipotesi in cui il Metaverso si diffonda effettivamente in maniera planetaria e generalista.
Il ciclopico impegno di Meta, se non il successo stesso dell’impresa, può almeno far supporre che il terreno tecnologico e la sua trama, tra vite e dispositivi, sia fertile per integrare e fondere insieme ciò che in questi anni si è sviluppato.
Emergono così le caratteristiche che, secondo Everett Rogers, un’innovazione deve possedere per la sua diffusione: compatibilità con il contesto e la ricombinazione di innovazioni già esistenti.
Conclusioni
Mi auguro di sbagliarmi, perché tutto ciò avverrebbe troppo velocemente perché le persone, gli studiosi, gli organismi deputati al controllo e alla produzione normativa possano davvero comprendere la direzione e la meta.
Se l’accelerazione sarà esponenziale (e secondo Kurzweil la tecnologia è un processo esponenziale), nessuna intelligenza o istituzione umana potrà gestire davvero il cambiamento introdotto dal Metaverso. L’interrogativo da porci sarebbe, dunque, a quale forma di intelligenza daremo allora in mano il nostro destino.
Bibliografia
Bolger, R.K. Finding Wholes in the Metaverse: Posthuman Mystics as Agents of Evolutionary
Contextualization. Religions 2021, 12, 768.
Tomshow
Everett M. Rogers, Diffusion of Innovations, Fifth Edition 2003, Free Press, New York