Social network

Il nuovo Twitter di Musk che sogna l’app per fare tutto

Far pagare gli iscritti, moderazione dalle maglie larghe, tagli a migliaia e l’obiettivo di un’app unica con cui fare pagamenti, scambi di denaro, chat, gaming, social, informazione, intrattenimento. Una sorta di agorà del futuro, in alternativa al metaverso di Zuckerberg

Pubblicato il 16 Nov 2022

Alessio Pecoraro

coordinatore PAsocial Emilia-Romagna, marketing & communication manager

musk twitter

Elon Musk, ormai lo sappiamo, ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari, una cifra monstre, soprattutto se diamo un’occhiata ai numeri della società.

Ma nel caso del social dei cinguettii gli utenti non si contano, si pesano e quindi – ad oggi – Twitter è a tutti gli effetti il social network più influente nel dibattito politico e finanziario.

Siamo certi che questo fatto non nasconda anche un lato industriale ancora da scoprire? Che non ci sia un potenziale inesplorato nei dati di Twitter, oltre al valore democratico del dibattito pubblico?

A day of chaos brings Twitter closer to the brink

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Il nuovo Twitter tutto da scoprire

Twitter, nel 2021 ha registrato ricavi per 5 miliardi con un passivo di 221 milioni di dollari. Secondo il piano presentato da Parag Agrawal, amministratore delegato di Twitter da settembre 2021 fino al passaggio di mano a Musk, i ricavi del social di San Francisco possono crescere fino a 7,5 miliardi nel 2023. Poco, soprattutto se confrontati con i numeri di altri colossi del digitale come Meta o Alphabet.

Se ci spostiamo per un attimo dai numeri – lo stesso Musk ha dichiarato di aver acquistato Twitter senza guardare i libri contabili e le statistiche – infatti secondo l’indagine “Social Media & Digital Trends 2022 di BlackLemon – Twitter si trova “solo” al 15 esimo posto della classifica globale per numero di utenti attivi (al settimo posto in quella italiana).

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Musk vuol far pagare gli iscritti. Funzionerà?

Se pensiamo unicamente al Musk imprenditore (in questa sede non vogliamo analizzare le ambizioni di decision maker) l’idea è quella di rovesciare il paradigma comune a tutti i social media, ottenere entrate direttamente dagli utenti invece di fare affidamento principalmente sugli inserzionisti. Si tratta di una strada percorribile?

Tanti licenziamenti e qualche dietro-front

Prima di tutto per liberare il potenziale del social – che a differenza degli altri business di Mr.Tesla non produce oggetti ma si tratta di una tech company pura – si è reso necessario snellire la struttura con circa 3700 licenziamenti, effettuati perlopiù con una fredda e-mail (anche se come riferiscono fonti informate all’agenzia Bloomberg è stato chiesto di tornare a decine di dipendenti che hanno perso il lavoro).

Una decisione, quella di Musk, che pochi giorni dopo pare aver influenzato anche Zuckerberg, CEO di Meta, che ai suoi collaboratori ha annunciato: “Ho deciso di ridurre le dimensioni del nostro team di circa il 13% e di separarmi da 11.000 dei nostri talentuosi dipendenti“.

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La strategia di Musk

Ma torniamo a Twitter, il tycoon di Pretoria sarebbe a lavoro già da diversi mesi per rendere – in tempi brevi – operativa quella che si preannuncia come una vera e propria rivoluzione.

Un abbonamento da 8 dollari al mese, per l’ormai famosa spunta blu che darebbe diritto alla priorità in menzioni, risposte e ricerche, zero (o quasi) annunci pubblicitari e possibilità di twittare video e audio (senza limiti di lunghezza).

Secondo Platformer, rivista on-line della Silicon Valley, a Twitter starebbero lavorando per rendere il social tutto a pagamento, bloccato da un paywall dinamico (accesso progressivo in base al tipo di abbonamento).

Più larghe le maglie dei moderatori di contenuti

Non è questa però l’unica novità. C’è grande attesa anche per la moderazione dei contenuti, il nuovo Twitter potrebbe allentare le regole di moderazione e sbloccare una serie di utenti bannati, uno su tutti, l’ex Presidente degli USA Donald Trump il cui account fu chiuso dopo l’assalto al Congresso Usa, per il rischio di” nuove istigazioni alla violenza” da parte dell’ex Presidente che aveva eletto Twitter a suo social di riferimento.

Sull’espulsione di Trump, Musk aveva dichiarato: “Sbagliata dal punto di vista morale” e “stupida fino all’estremo”. Ma non si parla solo dell’ex Presidente. Potrebbero tornare attivi anche altri utenti che hanno sostenuto, senza alcuna prova, varie teorie complottistiche o che hanno diffuso fake news di vario genere (sul Covid e non solo). E poi Kanye West, rapper e produttore discografico, 31 milioni di followers, bannato per un tweet dal contenuto eccessivamente violento e dai contenuti antisemiti.

Ma gli inserzionisti potrebbero frenare

Una piattaforma con contenuti meno moderati di sicuro spaventerebbe – e non poco – gli inserzionisti, proprio per questo Musk vuole diversificare il più possibile le entrate ma non solo.

Il sogno del super Twitter

Quello che immagina Musk è quindi un Super Twitter, una sorta di agorà del futuro, in alternativa al metaverso al quale sta lavorando – con scarsi risultati rispetto alle previsioni – Mark Zuckerberg. E proprio in questa direzione c’è curiosità per il ruolo di Binance, l’exhange cinese di criptovalute che fa capo a Changpeng Zhao che ha partecipato, con 500 milioni di dollari, alla scalata di Musk.

Un’app per tutto

Solo un’anticipazione o un primo passo verso “X” l’app per tutto che è il vero sogno nel cassetto di Musk.

Ma cos’è X? Una super applicazione capace di comprendere, al suo interno, un’ampia gamma di servizi e funzioni, in modo da dare agli utenti un luogo in cui poter fare tutto quello che desiderano: pagamenti, scambi di denaro, chat, gaming, social network, informazione, intrattenimento e chi più ne ha più ne metta.

Il rischio migrazione

Twitter, o meglio, il nuovo Twitter reggerà all’urto di Musk o il passaggio di mano e le nuove funzionalità decreteranno una migrazione di massa verso nuovi lidi, come spesso succede nel mondo dei social network? Tra tra il 20 e il 27 ottobre – secondo il CEO Eugen Rochko – 18mila utenti si sono iscritti a Mastodon e in tanti hanno utilizzato l’hashtag #TwitterMigration.

Ma non è così scontata la migrazione da un social all’altro, come spiega il digital strategist Cristiano Ferrari: “Non credo alle migrazioni da un social all’altro. Per dire FriendFeed è scomparso, pur essendoci i cloni tecnicamente identici e funzionanti all’epoca”.

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I tagli? Riguardano tutte le società tech

Quanto alla riduzione del personale, Twitter e Meta (leggi Facebook) sono solo la punta dell’iceberg. Tutte le società tech (big e meno big) sono alle prese con tagli, nuove funzioni, nuovi “padroni del vapore” (Musk). In realtà l’arrivo di un visionario come Mr. Tesla può fungere da catalizzatore ad un mondo, quello tech, alla ricerca di un modo nuovo, dopo il boom dovuto all’emergenza pandemica, di intendere la dimensione digitale e la vita on-line degli utenti. Che, stando al nuovo numero uno di Twitter, devono essere intesi sempre più come consumatori ai quali vendere, più che offrire, servizi.

 

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