profilazione di massa

Il Social Credit System cinese: un esempio di big data al servizio del potere

Cos’è il Social credit system messo in atto dal Governo cinese, come funziona, le implicazioni di quella che è a tutti gli effetti una profilazione di massa senza precedenti, ma che piace ai cittadini cinesi

Pubblicato il 30 Apr 2019

Riccardo Berti

Avvocato e DPO in Verona

Social-Credit-System

Da qualche anno a questa parte in Cina il governo sta sperimentando un sistema di controllo sociale, il Social credit system, da più voci definito “orwelliano”. 

Serve a monitorare cittadini, enti e imprese attraverso un complesso sistema di controllo e valutazione, connesso a misure premiali e sanzionatorie conseguenti al controllo.

Per comprendere di cosa stiamo parlando, immaginate di provare a prenotare un viaggio in treno e sentirvi rispondere che non avendo pagato due bollette non avete i privilegi necessari per acquistare quel biglietto. Immaginate di essere sottoposti a un controllo di sicurezza approfondito in aeroporto perché poco tempo prima avete fumato in un locale riservato ai non fumatori.

Ecco, queste situazioni in alcune parti della Cina sono già realtà e, presto, tutta la nazione adotterà meccanismi del genere per “migliorare” la società cinese. E i cinesi, a quanto pare, ne sono entusiasti!

Cos’è il sistema di valutazione sociale – social credit system cinese

Il progetto nasce nel lontano 2007, quando il Consiglio di Stato cinese ha emanato delle Guiding Opinions Concerning the Construction of a Social Credit System.

In quel momento nasceva l’idea del Sistema di Valutazione Sociale (社会信用体系), un meccanismo per valutare persone, aziende e amministrazioni locali che dovrebbe consentire, nelle idee del legislatore cinese, di organizzare in maniera affidabile una complessa mole di informazioni relative a pagamenti, comportamenti, sanzioni e molto altro, e di utilizzarle per valutare i soggetti e per implementare gli effetti di questa valutazione.

L’aspettativa del governo era quella di creare un sistema che si auto-alimentasse, con cittadini, aziende ed enti che collaborano per segnalare i soggetti che non rispettano i meccanismi e che si impegnano per migliorare il proprio rating score.

L’ottimismo del governo su questo progetto, che è cresciuto negli anni, poggia quasi interamente sull’elemento tecnologico, che qui svolge una triplice funzione:

  • in primo luogo consente un monitoraggio diretto, diffuso ed effettivo, non fondato sul semplice inserimento dati da parte di un funzionario (corruttibile) ma piuttosto su molteplici canali di approvvigionamento dei dati;
  • in secondo luogo consente di creare e gestire questa rete di big data e di condividere agevolmente le informazioni con tutte le autorità coinvolte;
  • in terzo luogo consente di regolare automaticamente ed immediatamente le conseguenze derivanti da questo sistema da un lato “accreditando” il punteggio in tempo reale e dall’altro consentendo a tutti gli uffici coinvolti di “leggere” il punteggio e di determinare a quali servizi abbia diritto il cittadino o l’azienda.

Come funziona il sistema di valutazione

Nel 2014 la Repubblica Popolare ha di nuovo messo nero su bianco il progetto, con il Planning Outline for the Construction of a Social Credit System (2014-2020) che individua le quattro aree fondamentali del sistema: “onestà negli affari di governo” (政务诚信), “integrità commerciale” (商务诚信), “integrità sociale” (社会诚信) e “credibilità giudiziaria” (司法公信).

A quel punto numerose municipalità e province hanno iniziato ad implementare progetti pilota. A luglio del 2018 i progetti attivi erano oltre 40.

Come funzionano questi progetti?

Il credit score dei cittadini

Di fatto, per quanto riguarda le persone, il credit score è determinato da vari elementi negativi (debiti non pagati, multe, segnalazioni) e positivi (servizi sociali, volontariato). Ad un rating positivo corrispondono servizi gratuiti o garantiti (dalle fast lane negli uffici comunali ai servizi di bike sharing), mentre ad un rating negativo corrispondono preclusioni all’acquisto di aerei interni, treni veloci o certe categorie di hotel, sottoposizione a più frequenti controlli, preclusione all’accesso a certe offerte di lavoro o prestiti.

A questo proposito, nel dicembre 2018, l’aeroporto di Shenzhen ha introdotto una procedura di accesso ai controlli di sicurezza semplificata per i cittadini con un elevato social credit, sottoponendo a controlli più approfonditi gli altri utenti dello scalo.

Il credit score di aziende e enti locali

Per quanto riguarda le aziende possono essere presi in considerazione diversi elementi, tra cui ad esempio l’attenzione all’ambiente, la regolarità nei pagamenti, l’attenzione al sociale e numerosi altri fattori.

Anche qui ad un rating positivo corrispondono agevolazioni finanziamenti, mentre ad un rating negativo corrispondono preclusioni all’accesso a bandi governativi, maggiori controlli o difficoltà ad accedere al credito.

Esistono poi varie ulteriori dipanazioni del progetto, tra cui un sistema di Social Credit per gli enti locali ed un sistema orientato esclusivamente ai giovani e sviluppato dalla Lega dei Giovani Comunisti Cinesi.

Nel frattempo l’idea ha sedotto anche aziende private, con il gigante dell’e-commerce cinese Alibaba che ha introdotto il celebre Zhima Credit (conosciuto anche come Sesame Credit) attraverso il quale si possono ottenere vantaggi presso le varie collegate del gruppo come esoneri dalla prestazione di garanzie per servizi di noleggio, sconti e addirittura maggiori “contatti” nelle app di incontri collegate.

Il sistema premia quindi il cliente “degno di fiducia” chiedendo minori garanzie e offrendo altri benefit. Fortunatamente, questo sistema non prevede sanzioni per i soggetti con un basso “credito” e ciò lo rende più simile ad un programma fedeltà che ad un vero e proprio sistema di controllo sociale.

Big data e profilazione di massa

Ben diversa è la situazione con riguardo al meccanismo governativo, che assume un pesante contenuto sanzionatorio, a volte più incisivo delle usuali sanzioni.

La mole di dati connessi è enorme e il governo è ben consapevole che il successo dell’iniziativa dipende dall’implementazione di una complessa infrastruttura di reti di dati.

Per questo le amministrazioni cinesi stanno orchestrando una imponente attività di cooperazione e condivisione delle informazioni, che coinvolge dogane, autorità ferroviarie, compagnie aeree, istituti di credito, e molti altri enti, al fine di mettere a sistema questa rete di big data.

Stiamo parlando di una profilazione di massa senza precedenti, che potrebbe presto riguardare un quinto della popolazione mondiale, se il governo manterrà la  promessa di implementare il sistema entro la fine del 2020.

E la privacy?

Come si concili questa attività con la normativa privacy del paese è presto detto: nonostante in Cina sia entrata in vigore il primo maggio scorso la normativa GB/T 35273-2017 (Personal Information Security Specification), che ricalca in molta parte la disciplina GDPR europea (a partire dalla vicina data di entrata in vigore), la stessa normativa costituisce un semplice standard facoltativo, peraltro indirizzato più che altro alle aziende private, lasciando libero il governo di raccogliere dati personali in modo e misura che determina in completa autonomia.

Se da un lato l’approccio cinese è unico nella sua struttura tentacolare e nella sua inedita centralizzazione al livello statale, è anche vero che non stiamo parlando di un trend inedito a livello globale.

Basta pensare ai sistemi di merito creditizio (specie nei suoi sviluppi statunitensi, dove ormai le persone che hanno bisogno di un finanziamento si preoccupano della “responsabilità” dei loro acquisti online e di come questi verranno valutati dall’istituto di credito) ovvero all’innervamento e accentramento delle informazioni consentito dalla fatturazione elettronica, per rendersi conto che le “valutazioni” sul nostro comportamento da parte dell’autorità statale (o para-statale) stanno diventando progressivamente più efficaci ed incisive.

L’entusiasmo della popolazione cinese

Se poi guardiamo alla popolarità del Social Credit System in Cina, nelle municipalità in cui è stato implementato, i sondaggi riportano un gradimento dell’80%, mentre alcune municipalità riportano un sensazionale abbattimento nel ritardo dei pagamenti di debiti da quanto è stato implementato il sistema di Social Credit.

Sia che i risultati dipendano dall’effettivo entusiasmo della popolazione, sia che dipendano invece dalla recalcitranza dei cinesi nel rispondere negativamente a sondaggi su progetti governativi, si tratta comunque di un segnale importante del fatto che sentiremo ancora parlare a lungo di questo progetto, su cui la Repubblica Popolare sta investendo con convinzione.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati