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Immigrazione, capire il dramma con l’aiuto dei videogiochi



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Esplorare l’immigrazione attraverso i videogiochi: un’esperienza umana unica e coinvolgente. Dai grandi blockbuster ai giochi indie, scopriamo come questo medium offre prospettive profonde e emozionanti sulla vita degli immigrati

Pubblicato il 10 lug 2023

Giovanni Luglietto

Yamatologo, traduttore e giornalista videoludico



immigrazione

L’esperienza umana dell’immigrazione è un tema rappresentato attraverso molteplici forme narrative, e i videogiochi non fanno eccezione.

Nonostante alcuni li considerino ancora un passatempo di nicchia o un intrattenimento per bambini, questo medium è molto di più ed è degno dell’attenzione anche di chi, nei videogiochi, non ha particolare interesse. Oltre a offrire divertimento, i giochi affrontano infatti temi profondi e intimamente umani, tra cui la guerra, la malattia, la morte e anche l’immigrazione.

Videogiochi e umanità

I motivi sono molteplici e uno di questi è che i videogiochi non sono realizzati nel vuoto, da una macchina che inserisce variabili prestabilite, ma sono creati da veri esseri umani. Persone che, attraverso le loro creazioni, mettono anche parte di sé in termini di esperienze personali.

È fin troppo facile ridurre i videogiochi a due rettangoli che si muovono ai margini dello schermo: questa concezione è desueta, ampiamente superata e, guardando al medium oggi, anche priva di senso.

I temi trattati nel mondo del gaming

I temi trattati nel mondo del gaming, soprattutto guardando alla scena indipendente e non necessariamente a quella dei grandi blockbuster, variano dall’impatto che la guerra può avere sulle persone comuni, passando per la convivenza con disturbi psichici, depressione, affrontare il tema della malattia o della morte e tanto altro. Esperienze che potremmo definire intimamente umane e che molte persone si ritrovano ad affrontare. Non ultimo, è presente in taluni frangenti anche il caldo tema dell’immigrazione.

Immigrazione e videogiochi

In Europa l’immigrazione è ormai un tema quotidiano. Sia che si abbia un approccio assistenzialista, sia che si abbia una visione più conservativa, è innegabile che il tema abbia le sue ripercussioni sulla vita di tutti, maggiormente su chi l’immigrazione la vive non solo come un riscatto personale ma come una vera e propria fuga.

Essere stranieri in terra straniera non è semplice per nessuno e molti videogiochi tentano di porre l’accento proprio su realtà di questo tipo.

Grand Theft Auto IV

Il tema non deve essere necessariamente visibile ma può anche fungere, talvolta, da elemento narrativo sottostante, come accade per esempio in Grand Theft Auto IV.

Apparentemente la serie potrebbe sembrare poco adatta a trattare temi di questo tipo, data la sua presenza sotto la lente d’ingrandimento del pubblico generalista nel corso degli anni. Soprattutto a causa dei vari capitoli tacciati di essere “troppo violenti” e di “traviare le menti dei giovani”. Scavando però sotto il crudo gameplay si possono scoprire storie come quella di Nico Bellic, il serbo immigrato negli Stati Uniti e protagonista del quarto episodio.

Nato da un padre alcolista, cresciuto tra gli abusi, Niko ha subito tanto nella vita e pur tentando di vivere il “sogno americano” trasferendosi negli USA, la sua posizione di immigrato lo costringe a vivere tra le ombre, adattandosi alla vita di criminale. Una storia che può essere quella di qualsiasi immigrato abbandonato a sé stesso, senza alcun tipo di ausilio o rete di protezione governativa.

Assassin’s Creed

L’immigrazione può essere vista anche in contesto storico. L’ultimo capitolo della serie Assassin’s Creed, Valhalla, ne è un esempio perfetto. Il protagonista Eivor è un guerriero norreno che emigra nel nord dell’Inghilterra. In questo luogo troverà conflitti e nuove sfide da affrontare, tra la diffidenza dei locali e le diverse visioni religiose. In poche parole, i tempi cambiano, ma i rapporti tra esseri umani restano sempre gli stessi.

Immigrazione e videogiochi: la scena indipendente

E se in questi giochi il tema è comunque sommesso, poiché devono risultare appetibili per il grande pubblico, ancora una volta il mondo indie è molto più preparato in tal senso.

Papers, Please

Uno dei videogiochi indipendenti più famosi, che affronta il tema dell’immigrazione in maniera esilarante pur mantenendo le riflessioni che ne derivano è Papers, Please. Il gioco del 2013, realizzato dallo sviluppatore Lucas Pope, ha conquistato fin dalla sua prima apparizione un seguito cult.

Il concetto alla base è semplice: il giocatore ricopre il ruolo di un agente dell’immigrazione e, analizzando i documenti dei richiedenti asilo, deve decidere chi accettare o meno nello stato comunista di Arstotzka. Il successo è stato tale da portare anche alla realizzazione di un film breve disponibile gratuitamente proprio su Steam.

Bury Me, My Love

Non si tratta però dell’unico prodotto, come dimostrato da Bury Me, My Love. Sviluppato in uno stile disegnato a mano, racconta la storia della giovane migrante siriana Nour, che tenta di trovare rifugio in Europa fuggendo dalla guerra. Il tutto, supportata dal marito Majd che invece resta in Siria e l’aiuta esclusivamente tramite smartphone. Una storia di separazione, incertezza e difficoltà, ma anche speranza. Bury me, My Love è un gioco, come è facile intuire, ispirato a eventi reali. Nasce infatti come esperienza giocabile tratta da un articolo di Lucie Soullier, giornalista di Le Mond. La protagonista della storia da lei raccontata è quella di Dana, una donna siriana fuggita dal paese e approdata infine in Germania.

Syrian Journey

Sempre sulla scia degli stessi eventi c’è anche Syrian Journey, un progetto digitale che esplora l’esodo siriano. Portato avanti dal reporter della BBC Mamdouh Akbiek, è una classica avventura testuale giocabile gratuitamente sul sito ufficiale della BBC. Il compito del giocatore è quello di guidare un rifugiato siriano attraverso diverse scelte che cambieranno per sempre la sua vita.

Dalla vendita della propria casa per una cifra irrisoria fino alla difficile scelta di salvare altre persone che compiono lo stesso viaggio o voltarsi dall’altra parte, per garantire una chance alla propria famiglia di raggiungere l’Europa. Un breve ma intenso percorso che delinea molto bene la vera esperienza di chi fugge dal proprio paese per un avvenire migliore. Il tutto, realizzato tenendo conto di vere storie di migrazione dal territorio siriano.

Il Pescatore Notturno

Molto potente è anche l’esperiemnto gratuito disponibile su Steam, chiamato Il Pescatore Notturno. Si tratta di una breve storia di un pescatore intento a contrabbandare beni nel canale della Manica. Una notte, però, si ritrova a conversare con un uomo armato a bordo di un battello. La tensione palpabile e le scelte del giocatore permetteranno di avere una visione diversa sull’immigrazione illegale.

Conclusioni

Queste sono solo alcune delle esperienze disponibili nel panorama videoludico e, man mano, le opzioni diventano sempre maggiori. Il medium è in grado di trascinare il giocatore in un’esperienza diretta, fargli vivere e toccare con mano quello che l’immigrazione comporta. Nel migliore dei casi, la possibilità di avere un futuro, nel peggiore, la morte o la schiavitù. Leggere di immigrazione nei classici articoli di giornale, vederla in un film, un documentario o sentire altri che ne parlano non avrà mai un impatto diretto come viverla.

Oggigiorno, l’unico mezzo narrativo che permette in un certo senso di vivere questa esperienza in prima persona, è rappresentato dai videogiochi. A prescindere dall’approccio al tema, non posso far altro che consigliare queste esperienze a chiunque abbia un interesse non solo nel medium, ma anche nel meccanismo dell’immigrazione. Potreste infatti scoprire nuove, emozionanti prospettive.

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