il sondaggio

Imprese innovative pronte a ripartire: ecco il sentiment “sul campo”

Un breve sondaggio realizzato dal CNCT (comitato di coordinamento territoriale) di Confindustria Servizi Innovativi fornisce un sentiment dal campo delle imprese innovative – più di due milioni, dei Servizi Innovativi ovvero KiBS+ start up – significativo perché diffuso in tutta Italia. Ecco cosa è emerso

Pubblicato il 27 Apr 2020

Gianni Potti

Presidente Fondazione Comunica e founder DIGITALmeet

Innovation-in-Italy

Gli imprenditori sono pronti per la ripartenza, l’entusiasmo non manca, serve qualche supporto maggiore su finanza, liquidità, burocrazia, e serve anche riportare l’impresa al centro in maniera più concreta.

È quanto emerge da un breve sondaggio realizzato dal CNCT (comitato di coordinamento territoriale) di Confindustria Servizi Innovativi. Un sentiment dal campo delle imprese innovative, significativo perché diffuso in tutta Italia.

Stiamo parlando della rappresentanza di più di due milioni di imprese, dei Servizi Innovativi ovvero KiBS+ start up, settore del quale praticamente non si parla oggi in Italia, ma decisivo per la cosiddetta ripartenza del sistema produttivo.

Va anche segnalato che nel presentare l’iniziativa il CNCT ha anche deciso di confermare il roadshow di CNCT-CSIT, che a questo punto diventerà virtuale, nelle tre città che si erano candidate, ovvero Mantova, Salerno e Bari. Ciascuna territoriale coinvolgerà i territori della propria regione e delle regioni contermini, entro il mese di giugno. Come dire non possiamo farlo fisicamente, ma lo svolgiamo utilizzando le piattaforme di teleconferenza.

Il roadshow nasce proprio dalle risposte che riportiamo qui di seguito, quindi sui temi strategici per la ripartenza, come il digitale, la burocrazia, la liquidità per le piccole imprese e via discorrendo…

Il sondaggio CNCT-CSIT

Ma veniamo al “Breve sondaggio CNCT-CSIT sugli effetti dell’emergenza sanitaria”

Intanto va sottolineata la grande partecipazione al sondaggio (26 territori, rappresentativi di una quarantina di provincie) su sei domande, raccolte intorno al 20-24 aprile. Ne esce uno spaccato molto interessante su come viviamo la pandemia noi imprenditori dei servizi innovativi.

Item principali:

Pima domanda. In relazione all’epidemia in corso, in quale di queste affermazioni ti identifichi meglio? il 70% afferma che sta reagendo senza grandi difficoltà, mentre solo il 12% afferma di avere difficoltà a reagire

Seconda domanda. Quanto senti personalmente vicina la tua Banca? Si doveva esprimere un voto da 1 a 10. La media che è scaturita è un voto di 4,3 ma colpisce che al sud la media verso le banche è alta, al nord e al centro molto bassa (nord 3,8 centro 3,2 sud 5,6)

Terza domanda. Come si dovrebbe procedere per riavviare la ripresa delle attività? Risposte molto diversificate:

  • 31% far andare tutti al lavoro lasciando a casa solo le persone che hanno oltre i 70 anni e coloro che hanno patologie che li renderebbero più vulnerabili al virus;
  • 27% aprire prima nelle zone dell’Italia meno colpite dall’epidemia(regioni del centro-Sud);
  • ma c’ anche un 27% che dice non saprei.

Quarta domanda. Rispetto alla chiusura delle aziende, le idee sono molto chiare e coincidenti, l’87% dice che bisogna riaprire il prima possibile le aziende che possono garantire ai lavoratori un elevato grado di sicurezza.

Quinta domanda. Come giudichi l’operato di Confindustria in questa drammatica emergenza? Qui largamente maggioritario chi dice che Confindustria ha avuto luci ed ombre, con il 62%, a cui va aggiunto un 12% che definisce decisamente insufficiente. Abbastanza positivo per il 16% ed eccellente solo l’8%. Ovviamente il giudizio è su quanto fatto finora dalla Confindustria marcata Boccia.

Sesta domanda. Qual è la tua idea di futuro? «Al termine di questa crisi… Qui la stragrande maggioranza, il 52%, ritiene che alla fine torneremo quelli che eravamo. Ma il 17% pensa che le persone saranno migliori e altrettanti pensano che le aziende saranno più etiche ed attente alla persona.

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