Il modello

INAIL, spesa IT: “Le competenze necessarie per gestirla al meglio”

Per comprare innovazione di qualità bisogna prima investire sulle competenze necessarie alla corretta gestione della spesa IT. La formazione da sola non è sufficiente. INAIL ha creato un modello organizzativo evoluto volto a migliorare la qualità dei servizi investendo soprattutto sulla cultura delle persone

Pubblicato il 27 Dic 2017

Natalia De Rosa

Direzione Centrale per l’Organizzazione Digitale - INAIL

Stefano Tomasini

Direzione Centrale per l’Organizzazione Digitale - INAIL

Procurement

L’accelerazione e la trasformazione che sta vivendo l’IT, non comune ad altri ambiti di fornitura, mal si concilia con le attuali procedure di acquisto i cui tempi troppo lunghi e non consentono alle PPAA di cogliere i vantaggi e le potenzialità delle soluzioni innovative che il mercato ICT propone.

Oggigiorno la rapida evoluzione delle tecnologie rende molto difficile rappresentare e garantire che quanto acquistato rimanga valido e coerente alle esigenze manifestate a suo tempo in fase di progettazione.

Ci troviamo, dunque, di fronte a una complessità che chiede necessariamente alle Amministrazioni di intervenire per migliorare la qualificazione della propria domanda e al tempo stesso garantire un adeguato livello qualitativo dei servizi offerti.

Il contesto in cui muoversi è delineato. Il Nuovo Codice degli Appalti, la Legge di Stabilità 2016, e, da ultimo, il Piano triennale per l’Informatica nella P.A 2017 -2109 rappresentano tasselli diversi di una strategia unitaria sulla base dei quali è necessario svolgere un ruolo attivo e propositivo: condizione necessaria è lavorare sulle competenze e sulla capacità innovativa delle organizzazioni IT. In altri termini, se vogliamo comprare innovazione di qualità dobbiamo prevedere che la spesa IT includa anche gli investimenti dedicati allo sviluppo delle competenze necessarie alla corretta gestione della domanda di innovazione.

Sono numerosi i casi in cui gli utenti dei servizi offerti dalla PA lamentino la scarsa qualità o la non attualità dei prodotti/servizi offerti.

L’attenzione al controllo della spesa non può trascurare l’attenzione verso cosa si andrà a comprare e diventa determinante il momento della definizione del fabbisogno: servono competenze articolate ed eterogenee che vadano oltre alla tradizionale competenza tecnica, che conviene esternalizzare, e che abbiano capacità di collaborare in un contesto digitale e capacità di immaginare, anche con un po’ di fantasia, le future necessità.

Guardando alla realtà IT che rappresento, l’INAIL, nell’ultimo triennio sono state realizzate le condizioni organizzative per sostenere l’innovazione digitale dell’Istituto.

L’INAIL, coniugando l’organizzazione con la funzione IT, ha inteso investire nell’innovazione con un modello organizzativo evoluto volto a migliorare la qualità dei servizi offerti al cittadino investendo anche sulla cultura delle persone. Nello sviluppo delle risorse la formazione è sicuramente una leva determinante ma sul tema dell’innovazione diviene indispensabile seguire percorsi diversi. È fondamentale pensare alla formazione tradizionale come ad un obiettivo per cambiare l’impostazione culturale e potenziare la capacità di progettazione dei servizi in chiave digitale ma, per attuare percorsi di innovazione, diviene indispensabile mettere insieme competenze e culture considerate finora assolutamente eterogenee.

Lo sviluppo di nuove competenze nella PA è un percorso complesso, ma necessario a generare vera innovazione e, credo, che le esperienze di altre realtà possano essere valorizzate all’interno di un percorso comune rappresentando, sicuramente, un buon punto di partenza.

Le best practices, dunque, sono utili a fare crescere le Amministrazioni fermo restando la necessaria attenzione al contesto in cui si sono generate in termini di complessità organizzativa e di soluzioni tecnologiche. L’innovazione è garantita dalla capacità di condividere gli obiettivi, i progetti e le competenze.

Ben vengano le professionalità dalle spiccate capacità innovative non esclusivamente prerogativa delle sole funzioni IT con le quali avviare iniziative strutturate sul fronte della riprogettazione di servizi in chiave digitale.

La centralità strategica agli interventi per lo sviluppo delle competenze digitali è riconosciuta dal Piano triennale per l’Informatica nella P.A 2017 -2109 che prevede tra le attività di gestione del cambiamento sia l’individuazione di specifici percorsi formativi sia la condivisione di informazione sui servizi realizzati nell’ambito delle iniziative strategiche e dei diversi ecosistemi.

Il percorso per far crescere le competenze di innovazione è avviato, tuttavia, per tornare all’argomento sulle procedure di acquisto, ritengo opportuno non aspettare di sviluppare la capacità di definizione del corretto fabbisogno e, su un piano più operativo, applicare anche nel procurement dei servizi IT un approccio bimodale: l’acquisto, da un lato, di servizi tradizionali idonei a garantire la  continuità e, dall’altro, di soluzioni innovative, da sviluppare in modo agile e rapido con risultati in tempi brevi.

Entrambi gli approcci sono essenziali per creare valore. Sicuramente è necessario sviluppare competenze per meglio orientare il fabbisogno ma, sicuramente, sviluppare una capacità di procurement bimodale per cogliere al meglio le opportunità offerte dall’evoluzione delle tecnologie ed essere pronti a cogliere rapidamente gli ambiti sui quali investire.

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