La notizia dell’ultimo incidente mortale che ha visto protagonista una Tesla “model S” prodotta dalla casa americana fondata da Elon Musk ha fatto il giro del mondo, riaccendendo il dibattito relativo a questioni irrisolte per il sistema giudiziario ed assicurativo: chi o cosa sarà responsabile in caso di incidente quando è coinvolto un veicolo a guida autonoma?
Il visionario fondatore di Tesla ha subito tenuto a precisare che dai registri dei dati recuperati, il pilota automatico non era in funzione e che, comunque, la vettura coinvolta nell’incidente non ne era provvisto (l’autopilot avanzato di Tesla è infatti un optional ndr).
Ad ogni modo il tweet di ieri non allevierà i pensieri di tutti coloro che, legittimamente, nutrono dubbi circa la reale affidabilità nel comportamento dinamico di veicoli dotati di guida autonoma. Come è noto, nella maggior parte dei paesi del mondo il massimo grado di automazione dei veicoli concesso è quello SAE 2, ovvero veicoli che adottano sistemi di automazione parziale.
Chi è il responsabile in caso di incidente su auto a guida (semi)autonoma
Il problema principale è legato al passaggio della responsabilità nella conduzione del veicolo da un essere umano ad una macchina, ovvero un veicolo SAE 5 che è in grado di gestire il veicolo in maniera del tutto autonoma, facendo a meno di qualsivoglia intervento umano nella dinamica di guida.
In questo caso, sembrerebbe giuridicamente corretto ricondurre la responsabilità di un ipotetico sinistro stradale al produttore del veicolo (o al software che ne gestisce la guida autonoma).
Viceversa nel caso dell’incidente avvenuto in Texas, nel quale hanno purtroppo perso la vita due persone, la responsabilità di quanto accaduto sarà da attribuire al conducente umano della vettura. Ciò nonostante più di qualche nube si addensa sulle cause dell’incidente poiché, da quanto si apprende, parrebbe che alla guida della Tesla non vi fosse nessuno e che i passeggeri sedevano sui sedili riservati ai passeggeri.
Questa teoria appare però poco credibile agli occhi di chi scrive poiché, come già chiarito, il massimo livello di automazione oggi consentito su strade aperte al pubblico è quello di livello 2; ciò significa che vi è una parziale automazione delle dinamiche di guida, che resta però sempre sotto il controllo e la responsabilità, della persona che stringe il volante (sì, perché una volta in funzione, il pilota automatico richiede movimenti sul volante con cadenza ravvicinata, al fine di essere certo che il conducente umano non deleghi del tutto la guida al veicolo).
Necessaria evoluzione di norme, tecnologia e assicurazioni
I veicoli a guida autonoma hanno l’ambizioso obiettivo di ridurre drasticamente le morti derivanti da circolazione stradale dei veicoli e, grazie all’evoluzione tecnologica, questo risultato sarà certamente raggiunto. Ma affinché questo avvenga sarà necessaria una precisa evoluzione normativa e del settore assicurativo, oltre ad una più maggiore diffusione di veicoli tecnologicamente avanzati che siano, in un futuro prossimo, in grado di comunicare tra loro durante la marcia.
Ad ogni modo, siamo ben lontani dal raggiungere il livello di automazione 5, tale da poterci realmente permettere il pieno disinteresse della dinamica del veicolo, cosa che sarà realtà, presumibilmente, non prima di una ventina d’anni. Nel frattempo quindi, guida prudente e niente distrazioni.