tecnologie per la sicurezza

Incidenti stradali, cosa può fare l’IA per ridurli? Stato dell’arte e aspettative

Già da tempo l’intelligenza artificiale è usata per migliorare la sicurezza alla guida. Ma come può, in concreto, contribuire a limitare il numero di incidenti mortali sulle nostre strade? Senza pensare a soluzioni fantascientifiche, limitiamoci a esaminare quelle già in fase di test

Pubblicato il 16 Mag 2022

Luigi Mischitelli

Legal & Data Protection Specialist at Fondazione IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza

auto a guida autonoma

L’intelligenza artificiale può contribuire a ridurre il numero di morti legate agli incidenti stradali?

Nonostante la crescente diffusione di tecnologia a bordo dei nostri veicoli, infatti, più di un milione di persone vengono uccise e ben cinquanta milioni di persone rimangono gravemente ferite per colpa di incidenti stradali[1].

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A causarli quasi sempre gli stessi motivi: eccesso di velocità, distrazione (es. guidare mentre si è al telefono), la guida sotto effetto di alcool e/o stupefacenti, così come il “sempreverde” mancato utilizzo delle cinture di sicurezza. Come possiamo vedere, anche nel 2022 assistiamo sempre alle stesse cause di morte su strada, con motivazioni che si ripetono nella storia in maniera quasi cadenzata. E, quindi, ci si chiede: cosa è possibile fare “in più” per la sicurezza delle strade?

Un aiuto dall’intelligenza artificiale

Un aiuto ce lo dà l’intelligenza artificiale, peraltro, già utilizzata da tempo per migliorare la sicurezza alla guida. Basti pensare alle varie APP per smartphone che monitorano il comportamento al volante e “premiano” i guidatori virtuosi; oppure si pensi ai veicoli connessi che comunicano tra loro e con le infrastrutture stradali.

Ma cosa ci si aspetta, in concreto, dall’intelligenza artificiale? Tale tecnologia è davvero in grado di fare ciò che gli esseri umani non possono fare? Infine, l’intelligenza artificiale si svilupperà prima della diffusione capillare delle auto a guida autonoma? Per alcuni ci sono ancora poche risposte (così come c’è poco entusiasmo) sull’argomento. Ad esempio, per la non-profit britannica “Global NCAP”, vi è ancora troppo clamore intorno all’intelligenza artificiale, alla sicurezza stradale e ai veicoli a guida autonoma; l’attenzione dovrebbe essere focalizzata su ciò che abbiamo a portata di mano, non su “lontane promesse utopiche”. I sostenitori della “prudenza” guardano alle tecnologie “benefiche” ed a basso costo che sono già disponibili ora.

Il sistema di adattamento intelligente della velocità

Un primo esempio è il sistema di adattamento intelligente della velocità, o ISA (Intelligent Speed Adaptation), che utilizza l’intelligenza artificiale per gestire la velocità delle auto tramite telecamere e mappe. La tecnologia ISA sarà obbligatoria su tutti i nuovi veicoli immatricolati in Unione Europea a partire da luglio 2022 (Regolamento (UE) 2019/2144)[2]. Si pensi che l’ISA deve ancora prendere piede negli Stati Uniti.

Il sistema “heads up” di Acusensus

Un altro esempio ce lo dà la società australiana “Acusensus”, tra le aziende che – al mondo – più investono sull’impiego dell’intelligenza artificiale per il miglioramento della sicurezza stradale. Le sue telecamere utilizzano immagini ad alta risoluzione in combinazione con l’apprendimento automatico (Machine Learning) per identificare comportamenti di guida pericolosi che sono spesso difficili da rilevare e da far rispettare da parte delle forze dell’ordine. La tecnologia (in attesa di brevetto) che, a differenza dell’occhio umano (es. del poliziotto) non è influenzata dalle condizioni atmosferiche o dalle alte velocità, può visualizzare e registrare il comportamento all’interno del veicolo (anche nascosto dietro il parabrezza). Le telecamere possono essere installate su infrastrutture stradali esistenti, come cavalcavia, cartelli stradali o strutture mobili (come il classico autovelox). Le immagini sono poi ottimizzate per l’intelligenza artificiale che è addestrata con parametri specifici. Gli algoritmi di Acusensus possono determinare, con un alto grado di probabilità, se un conducente è impegnato in un comportamento rischioso, valutandone – allo stesso tempo – la distrazione, lo status dei passeggeri (quanti sono e cosa fanno) e la velocità del veicolo. Secondo la società di Melbourne, tale tecnologia darebbe alle forze dell’ordine la capacità di vedere chiaramente se un conducente sta tenendo qualcosa in mano e cosa sta facendo (come un telefono, nel caso stesse scrivendo un messaggio su WhatsApp).

Il prodotto principale di Acusensus è “Heads-Up”, lanciato per la prima volta nel 2019 nello stato australiano del Nuovo Galles del Sud (con capitale Sydney). Il sistema Heads-Up cattura immagini che vengono poi vagliate dalle autorità competenti per rilevare possibili infrazioni. Nei primi due anni dal varo della tecnologia, secondo Acusensus il Nuovo Galles del Sud ha sperimentato una riduzione del ventidue percento degli incidenti mortali e una riduzione dell’uso del telefono alla guida di oltre l’ottanta percento. La tecnologia è attualmente impiegata negli stati australiani del Nuovo Galles del Sud e nel Queensland, con ulteriori progetti pilota previsti per altri luoghi, sia in Australia che all’estero.

La prossima iterazione della tecnologia, chiamata “Heads-Up Real Time”, è stata proposta per la distribuzione negli Stati Uniti. In un’applicazione della tecnologia in esame negli States, i dati e le immagini vengono inviati in tempo reale agli agenti nelle auto di pattuglia, i quali possono poi visualizzare l’azione del guidatore in tempo reale sui loro schermi. La tecnologia di Acusensus può anche essere utilizzata per identificare i “punti caldi”, aiutando a determinare dove i funzionari di polizia e governativi potrebbero aver bisogno di migliorare l’applicazione, apportare modifiche alle infrastrutture o far adottare nuove leggi. Negli ultimi mesi, l’azienda australiana ha condotto dimostrazioni e valutazioni per un certo numero di agenzie di polizia locale nonché governative in materia di trasporti. Durante una valutazione “di prova” di diciotto ore, in agosto, su una strada ad alto rischio del Missouri (USA), sono passati più di undicimila veicoli. Almeno il sessanta per cento dei conducenti andava veloce; una media di più del sei per cento stava usando telefoni cellulari, più del doppio della media nazionale; e poco meno del sei per cento era impegnato in due comportamenti di guida rischiosi concomitanti. È quasi superfluo sottolineare come la tecnologia di Acusensus stia guadagnando interesse a livello statale negli USA.

Cosa succede in Europa

Una tecnologia simile a quella di Acusensus è considerata di “interesse” anche in Europa. Per la “Association of European Metropolitan Transport Authorities (EMTA)”, la raccolta di dati su larga scala potrebbe avere un enorme potenziale nella prevenzione degli incidenti stradali. A Barcellona, in Spagna, in un esperimento è stata utilizzata la tecnologia di computer vision sugli autobus urbani per mappare i luoghi lungo un percorso dove vi erano spesso incidenti che coinvolgevano veicoli e pedoni, identificando dove il rischio di incidenti era più alto. La tecnologia di “visione artificiale” usa l’Intelligenza Artificiale per dare un senso ai flussi video “grezzi” (in questo caso, dalle telecamere degli autobus che registrano il tracciato della strada, la posizione dei pedoni e dei veicoli, nonché la loro velocità). Per l’EMTA, inoltre, si tratta di un esperimento che vede la distruzione dei video (al termine) per proteggere i dati personali degli interessati (in ottemperanza al Regolamento (UE) 2016/679). Nelle “parti del mondo” in cui esistono dati precisi e rilevanti, l’Intelligenza Artificiale può identificare i “luoghi pericolosi” in modo proattivo, prima che avvengano gli incidenti. Per l’EMTA è importante che i governi condividano ampiamente i dati in loro possesso facendo in modo di ottenere dati di qualità, pronti per il loro utilizzo. L’obiettivo è quello di eliminare tutte le morti e le lesioni gravi su strada, creando più livelli di protezione, in modo che se uno fallisce, altri prendano il suo posto a mo’ di “rete di sicurezza”.

Conclusioni

C’è da dire, però, che gli esseri umani “superano” spesso l’Intelligenza Artificiale. Un guidatore attento che stabilisce un contatto visivo con un pedone può valutare se c’è o meno l’intenzione che quella persona attraversi la strada. L’Intelligenza Artificiale non è ancora in grado di farlo con la stessa efficienza. Sappiamo che tale tecnologia ha in sé un’enorme capacità di migliorare, ma potremmo fare un grosso errore se pensiamo che possa eliminare completamente la dimensione umana. Quantomeno nel breve-medio termine. Inoltre, ci sono sempre i problemi che riguardano la protezione dei dati personali.[3]

Note

  1. Dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
  2. Sistemi ISA a confronto: il test sull’Intelligent Speed Adaptation. SICURAUTO.IT. https://www.sicurauto.it/news/sistemi-di-sicurezza/sistemi-isa-a-confronto-il-test-sullintelligent-speed-adaptation/
  3. Can A.I. All but End Car Crashes? The Potential Is There. The New York Times. https://www.nytimes.com/2022/04/19/technology/ai-road-car-safety.html

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