Facebook ha creato un arsenale di strumenti, uno dopo l’altro, per porre un argine al dilagare della disinformazione sul social network.
Di recente è vantata di aver applicato etichette di avviso a 98 milioni di post di disinformazione COVID-19 da aprile a giugno, di aver rimosso 7 milioni di contenuti che potevano portare a danni imminenti e di aver indirizzato più di 2 miliardi di persone a risorse di autorità sanitarie credibili.
Tra le varie misure, in Italia, Facebook ha aderito all’iniziativa di lotta alla disinformazione online promossa dall’Agcom che ha istituito un Tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali.
In particolare, Facebook ha stilato per i suoi utenti un vademecum per aiutarli a identificare con più facilità una notizia vera rispetto ad una falsa.
Facciamo il punto sulla diffusione delle fake news e sulle iniziative per contrastarle messe in atto dal social di Mark Zuckerberg.
Le iniziative di Facebook
Facebook non si è fatto da parte nella lotta alla disinformazione. Questa la dichiarazione di Mark Zuckerberg in un post pubblicato sul suo profilo il 16 aprile 2020.
“Voglio condividere un aggiornamento sul lavoro che stiamo facendo per collegare le persone con informazioni precise e limitare la diffusione della disinformazione su Covid-19. […] Dall’inizio di marzo abbiamo ampliato la nostra copertura di fact-checking a più di una dozzina di nuovi paesi e ora lavoriamo con oltre 60 organizzazioni di fact-checking che riesaminano i contenuti in più di 50 lingue. […] Stiamo anche lanciando una nuova funzionalità chiamata Get The Facts, una sezione del nostro Centro Informativo Covid-19 con articoli scritti da partner indipendenti che smascherano disinformazione sul Coronavirus. Tra poco inizieremo a mostrare i messaggi nella sezione Notizie alle persone che in precedenza hanno interagito con disinformazione nociva legata al Covid-19 che da allora abbiamo rimosso, collegandoli con informazioni accurate […]”.
Dall’inizio dell’epidemia, Mark Zuckerberg ha dichiarato che tra Facebook e Instagram ha superato quota 2 miliardi il numero di persone indirizzate alle risorse promosse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e altre autorità sanitarie tramite il Centro Informativo Covid-19 e i pop-up educativi, con oltre 350 milioni di click per avere maggiori informazioni. Da un aggiornamento pubblicato il 15 luglio, i click per richiedere informazioni sono saliti a 600 milioni. Inoltre tutti coloro che interagiscono con questi tipi di contenuti ricevono sulla propria bacheca un link al sito dell’OMS, nella sezione “Myth busters”.
Ampliamento del programma di fact-checking
In un post pubblicato il 16 aprile a cura di Guy Rosen, VP Integrity, viene sottolineata la volontà di Facebook di ampliare il programma di fact-checking: “[…] Nell’ultimo mese, abbiamo continuato a far crescere il nostro programma per aggiungere più partner e lingue. Dall’inizio di marzo abbiamo aggiunto otto nuovi partner e ampliato la nostra copertura in oltre una dozzina di nuovi paesi. Ad esempio, abbiamo aggiunto MyGoPen a Taiwan, AFP e dpa nei Paesi Bassi, Reuters nel Regno Unito e altri. Per supportare ulteriormente il lavoro dei nostri partner di fact-checking durante questo periodo, abbiamo recentemente annunciato la prima tornata di destinatari del nostro programma di sovvenzioni da 1 milione di dollari in collaborazione con l’International Fact-Checking Network. Abbiamo concesso sovvenzioni a 13 organizzazioni di controllo dei fatti in tutto il mondo per sostenere progetti in Italia, Spagna, Colombia, India, Repubblica del Congo e altre nazioni. Annunceremo ulteriori destinatari nelle prossime settimane. […]”.
Tra le tredici organizzazioni destinatarie dei sovvenzionamenti di Facebook (fonte: Poynter) c’è l’italiana Pagella Politica, che ha ricevuto 48mila dollari per realizzare una chatbot che risponde in modo rapido a tutte le domande poste dagli utenti sul Covid-19. Il progetto è in collaborazione con l’ospedale San Raffaele di Milano. In un aggiornamento datato 30 aprile 2020 sono stati divulgati i nomi di altre otto organizzazioni.
Un investimento importante da aggiungere ad altri.
In un articolo pubblicato il 16 luglio, Kang-Xing Jin, Responsabile della salute, riporta l’attenzione sulle iniziative di Facebook per mantenere le persone al sicuro e informate sul Covid-19.
Nel post viene riproposto, tra i tanti, un aggiornamento risalente al 30 marzo in cui viene data comunicazione di un investimento di 100 milioni di dollari da impiegare nel settore Informazione.
“L’industria dell’Informazione sta lavorando in condizioni straordinarie per tenere informate le persone durante la pandemia da COVID-19. Oggi stiamo annunciando un investimento aggiuntivo di 100 milioni di dollari per supportare i giornalisti, inclusi 25 milioni di dollari in finanziamenti per sovvenzioni di emergenza per notizie locali attraverso il Facebook Journalism Project e altri 75 milioni nel marketing per ottenere denaro per gli editori di tutto il mondo in un momento in cui le loro entrate pubblicitarie sono in calo. Questo investimento si aggiunge al supporto che abbiamo già promesso al settore delle notizie in risposta a COVID-19: 1 milione di dollari in sovvenzioni per notizie locali, 1 milione di dollari in sovvenzioni per organizzazioni di fact-checking” – di cui abbiamo parlato precedentemente – “e una donazione di 1 milione di dollari all’International Fact-Checking Network”.
Facts about Covid-19 e Get the Facts
Nel post a cura di Kang-Xing Jin, Responsabile della salute Facebook, viene riportato un aggiornamento datato 15 luglio dove viene data diffusione del lancio di una nuova sezione del Centro informazioni COVID-19 denominata Facts about COVID-19. Una rubrica per sfatare i miti e le fake news identificati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Sezione che si affianca a quella promossa ad aprile denominata Get the Facts che include articoli controllati dai partner di fact checker di Facebook e aggiornati ogni settimana. Attualmente la rubrica è disponibile solo negli Stati Uniti.
Messenger Experience
Stan Chudnovsky, VP Messenger, in un articolo pubblicato il 14 aprile annuncia il lancio di Messenger Experience da parte dell’OMS in collaborazione con Sprinklr. L’obiettivo? Fornire agli utenti informazioni accurate e tempestive sul Covid-19 tramite il servizio Health Alert dell’OMS su Messenger. L’Organizzazione Mondiale della Sanità non è l’unica realtà ad aver preso la decisione di utilizzare Messenger per avviare una relazione immediata con i propri utenti. UNICEF, il Ministero della Salute argentino, il Governo della Francia, il Governo dell’India e il Ministero dei servizi sanitari nazionali del Pakistan sono alcune delle organizzazioni sanitarie governative che hanno utilizzato l’applicazione.
Campagna “Le tre domande per aiutare a individuare le notizie false”
Tre domande per far riflettere gli utenti sulle notizie lette: Da dove viene la notizia? Cosa manca? Come ti fa sentire?
La Campagna viene promossa tramite una serie di annunci pubblicitari che rimandano al portale dedicato Stamp out false news, disponibile anche in italiano. La Campagna raggiungerà nella fase iniziale un numero limitato di utenti in Unione Europea, Regno Unito, Medio Oriente, Africa e Turchia.
Eppure tutto questo non basta. Almeno per il momento.
Ma ancora Facebook non fa abbastanza contro la disinformazione covid: lo studio
Ma secondo un gruppo globale per i diritti umani, Avaaz, la disinformazione sui vaccini e altri argomenti di salute su Facebook è ancora troppo popolare. E’ stata vista circa 3,8 miliardi di volte durante lo scorso anno e ha raggiunto il picco ad aprile, subito dopo che Facebook ha introdotto le nuove misure per arginare il flusso.
Lo studio ha anche rilevato che oltre l’80% dei post sospetti esaminati non includeva un’etichetta di avvertimento da parte dei fact-checker. La rivelazione solleva serie preoccupazioni sulla capacità di Facebook di monitorare e controllare così grandi quantità di informazioni.
Dalla ricerca Avaaz pubblicata il 15 aprile su un campione di oltre 100 notizie false sul Coronavirus in sei lingue emerge che questi post hanno avuto 1,7 milioni di condivisioni e 117 milioni di visualizzazioni, nonostante fossero già stati verificati da fact checker indipendenti.
“[…] Avaaz ha riscontrato che ci sono ritardi significativi nell’attuazione di Facebook delle sue politiche anti-disinformazione. Questi ritardi sono particolarmente preoccupanti perché causano a milioni di utenti la visualizzazione di contenuti dannosi di disinformazione sul Coronavirus prima che la piattaforma lo contrassegni con una schermata di verifica dei fatti e di avviso o lo rimuova. In particolare, abbiamo scoperto che possono essere necessari fino a 22 giorni per il downgrade della piattaforma e l’emissione di etichette di avvertimento su tali contenuti, dando il tempo necessario affinché diventi virale […]”
L’analisi condotta da Avaaz riporta inoltre che gli utenti di lingua italiana e di lingua spagnola potrebbero essere quelli maggiormente esposti a rischio disinformazione. Questo perché il 68% dei contenuti in lingua italiana e il 70% dei contenuti in lingua spagnola non hanno avuto etichette di avvertimento da parte di Facebook.
Avaaz ha condiviso i risultati della ricerca con Facebook il quale si è impegnato ad adottare misure più incisive in merito.
“[…] In una conversazione con i membri del team di disinformazione di Facebook il 13 aprile 2020, siamo stati fortemente incoraggiati da impegni senza precedenti di Facebook di istituire allarmi retroattivi per combattere la disinformazione del Coronavirus, un primo passo importante e necessario che potrebbe potenzialmente salvare vite umane.
Per garantire che i contenuti che potrebbero causare danni fisici imminenti agli utenti di Facebook siano stati rapidamente rimossi dalla piattaforma, l’8 aprile 2020 abbiamo condiviso con la Società un elenco di post di disinformazione che riteniamo violino le sue politiche e raccomandiamo di rimuoverli tutti. In risposta, a partire dal 14 aprile 2020, Facebook ha rimosso 17 dei post che abbiamo contrassegnato, accumulando 2,4 milioni di visualizzazioni stimate”.
Priorità a notizie originali e trasparenza editoriale
È del 30 giugno 2020 il post a cura di Campbell Brown, VP – Global News Partnerships, e Jon Levin, Product Manager, in cui viene annunciata la priorità di Facebook di dare visibilità alle notizie originali sul News Feed degli utenti.
“Quando chiediamo alle persone che tipo di notizie vogliono vedere su Facebook, ci dicono continuamente che vogliono notizie che siano credibili e istruttive. Oggi stiamo aggiornando il modo in cui le notizie vengono classificate nel News Feed per dare priorità ai rapporti e alle storie originali con autore trasparente. Questi segnali si basano sulla ricerca degli utenti e sono stati costruiti con il feedback di editori di notizie ed esperti accademici. Si applicheranno solo ai contenuti delle notizie […]”.
Si parte con i contenuti in lingua inglese per poi procedere in futuro con gli articoli redatti in altre lingue. Le notizie presenti nel News Feed degli utenti provengono da fonti condivise o seguite da loro stessi o amici. Quando vengono condivise più edizioni da parte degli editori su uno specifico tema e sono disponibili nel News Feed di un utente, Facebook dà maggiore visibilità alla notizia più originale, consentendone una distribuzione migliore.
Ulteriore passo intrapreso da Facebook riguarda la penalizzazione della visibilità di contenuti non riportanti informazioni chiare e trasparenti sugli autori dei contenuti.
[…] La trasparenza editoriale è uno standard professionale supportato da organizzazioni come Trust Project, SOS Support Public Broadcasting Coalition, Global Forum for Media Development e Reporter Without Borders ‘Journalism Trust Initiative. Abbiamo consultato queste organizzazioni, oltre a oltre 20 altri esperti di media globali, per sviluppare questi standard. Riconosciamo che in alcune aree la trasparenza può mettere a rischio i giornalisti, quindi lo stiamo facendo solo in mercati limitati, tenendo conto dell’ambiente stampa in cui operano gli editori […]”.
La segnalazione parte dagli utenti
Sono presenti nel News Feed articoli fake? Facebook dà la possibilità agli utenti di segnalare le notizie false limitandone la diffusione. Basta un click sull’angolo in alto a destra del post. Quando viene inviata una segnalazione da parte di un utente, Facebook analizza il contenuto e, se non rispetta gli Standard della community, potrebbe procedere con la rimozione di quest’ultimo.
Il vademecum anti-bufale di Facebook
Queste, secondo Facebook, le regole principali da seguire:
- Titoli: è bene porre attenzione quando ci si imbatte in titoli ridondanti, scritti in maiuscolo e con una punteggiatura eccessiva. Se è too much probabilmente è un fake.
- URL: se l’URL è simile a quella di una fonte attendibile, occorre cautela. Potrebbe trattarsi di una notizia falsa. I siti di disinformazione indossano la maschera dell’autenticità apportando minimi cambiamenti alla loro URL.
- Fonte: chi è l’autore/redazione che ha prodotto la notizia? Se non si conosce, è bene approfondire per avere maggiori informazioni in merito.
- Formattazione: errori ortografici, errori di battitura, impaginazione discutibile. Tutti aspetti che fanno pensare ad una notizia falsa. Il consiglio di Facebook è leggere il testo con attenzione e prudenza.
- Foto: le notizie false sono arricchite da immagini e video ritoccati oppure non contestualizzati rispetto al testo scritto. Il suggerimento è di effettuare sempre una ricerca delle immagini per verificare l’origine.
- Date: le date degli avvenimenti presenti nelle notizie false potrebbero essere errate.
- Testimonianze: fondamentale controllare sempre le fonti dell’autore o il riferimento ad esperti.
- Divulgazione da parte di da altre fonti: se nessun altro ne parla, molto probabilmente è un fake. Se, invece, a divulgare la notizia sono altre fonti c’è più probabilità che quest’ultima sia vera e attendibile.
- Fake o scherzo? A volte le notizie non sono false ma semplicemente umoristiche. È importante controllare sempre che la fonte non sia nota per le sue pubblicazioni satiriche e divertenti.
- Notizie intenzionalmente false: bisogna leggere sempre le notizie con senso critico e condividerle solo quando si ha la certezza che siano vere e autentiche.
La nascita del Facebook Journalism Project
È la formazione la prima alleata di Facebook nella lotta alla disinformazione.
Con il Facebook Journalism Project la Società si è posta l’obiettivo di avviare collaborazioni con editori a livello mondiale: dai big dell’informazione alle organizzazioni più piccole e locali. Una piattaforma per sostenere i professionisti dell’informazione nell’affrontare le sfide che pone loro il settore dell’editoria attraverso corsi di formazione, programmi e partnership. L’obiettivo principale resta uno solo: garantire agli utenti contenuti di qualità.
Un’iniziativa con cui Facebook ha riconosciuto il ruolo importante che riveste nella diffusione di notizie e che si è andata ad affiancare a tante altre attività intraprese dalla Società nel corso degli anni per contrastare il fenomeno della disinformazione e delle fake news.