Il dottor Annthok Mabiis ha annullato tutte, o quasi, le memorie connesse della galassia per mezzo del Grande Ictus Mnemonico. “Per salvare uomini e umanidi dalla noia assoluta” perché le memorie connesse fanno conoscere, fin dalla nascita, la vita futura di ciascuno, in ogni particolare. La Memory Squad 11, protagonista di questa serie, con la base operativa su un ricostruito antico bus rosso a due piani, è incaricata di rintracciare le pochissime memorie connesse che riescono ancora a funzionare. Non è ancora chiaro se poi devono distruggerle o, al contrario, utilizzarle per ricostruire tutte quelle che sono state annientate, se devono cioè completare il lavoro del dottor Mabiis o, al contrario, riportare la galassia a “come era prima”.
Ma, prima, con tutte le memorie connesse, le cose erano diverse…
“È solo una debolissima voce… che arriva dai confini estremi della galassia… un voce….. dice che le memorie connesse saranno staccate… tutte insieme, all’improvviso…”
Nel bar della quinta colonia astrale si bisbigliava come si faceva da millenni. I vetri atmosferici donavano pioggia di primavera. Le lampade ingiallavano le labbra abbirrate. Le stecche da bigliardo schioccavano nelle buche. Le gonne trasalivano. Le spalle privatizzavano. Il bisticcio affumava.
“È una gara! Ecco che cos’è! Chi ha la soluzione migliore nel minor tempo possibile… questo è!”
“Cioè ne ha di più chi è più efficiente…”
“Non è detto che tutti vogliano la soluzione a un problema nel minor tempo possibile…”
“C’è chi adora le soluzioni lente… lentissime”
“C’è anche chi non ama avere soluzioni… perché risolvere sempre i problemi?”
Le gocce rumoggiavano sopra le teste. Gli occhi si alzavano per pausarli sui rigagnoli della volta. Le chiacchiere raggrumavano le sordità ataviche. Il bar assonnava. Il bar assiepava.
“In realtà è ormai una questione risolta!… Semplicemente non ne abbiamo più bisogno…”
“Non c’è neppure una gara… con le memorie connesse non c’è più chi ne ha di più e chi ne ha di meno…”
Gli antichi giochi muovevano le dita. Affastellavano gli occhi. Appesantivano le schiene. Le panche millenarie. I calici assuefatti.
“Non è vero! Le differenze si sentono! Eccome! La creatività fa sempre la differenza!…”
“Dunque anche tu credi che è tutta una questione di creatività… che grande sforzo di ragionamento! Che poi, che vuol dire creatività? Ce lo stiamo domandando da sempre… È fare cose che prima non c’erano? Più stupiscono per semplicità o più sconvolgono per complessità e più sarebbero creative? Questi sono tutti bla bla da bar!”
“Sei il solito snob… anche se siamo al bar non siamo gli scemi della colonia astrale numero cinque!”
Il bancone scivolava i boccali. Affollava le bottiglie. Apparecchiava gli spenzik. Truppertolava i cubetti di ghiaccio. Le abitudini tracimavano in consuetudini. Che svergognavano in possessi. Che imperavano in privilegi. Che soffocavano in soprusi.
“Allora che cos’è? È tutta innovazione pura? È tutto ciò che nessuno prima aveva potuto pensare possibile?”
“E perché ci scaldiamo tanto? Ve l’ho detto… perché c’è un’eterna competizione fra noi… sempre e comunque!”
“Noi vogliamo che l’altro, gli altri, siano inferiori a noi… è l’unica cosa che ci da coraggio… è l’unica cosa che allontana la paura! Che la sostituisce…”
“D’accordo tutti noi abbiamo paura, è una vecchia storia… tutti i coraggi nascono dalle paure… forse è la grande paura e non l’efficienza, non la creatività, quello di cui stiamo parlando…”
“No, noi stiamo parlando semplicemente del nostro cervello… banalmente del suo prodotto di scarto… chiamatelo elucubrazione… immaginazione… memorie connesse… furbizia, anche!… intuizione… ma anche arte, bellezza, abilità, fantasia… smarrimento…”
“Ora è arrivato il poeta! Allora anche la disperazione… la violenza, la stupidità… la rincorsa… allora è anche tutto questo!”
“Torniamo al punto di partenza… è competizione, gara, prevaricazione d’ogni essere sull’altro…”
“Dunque… morte…”
“O felicità…”
“Cioè la sua sublimazione… la sua divinizzazione…”
Il bar chiassava.
“Di che parlano?…”
“Dell’intelligenza…”
(110 – continua la serie. Episodio “chiuso”)