La normativa UE

Intelligenza artificiale e Giustizia, perché è importante la Carta etica europea

La Carta etica della Commissione Ue è la prima a regolare il rapporto tra intelligenza artificiale e ambito giudiziario (automatizzazione delle decisioni sui dati giudiziari). In Italia fa avanguardia il Notariato, in questo ambito. Ecco come

Pubblicato il 15 Feb 2019

Giampaolo Marcoz

Notaio, Consigliere nazionale – co-coordinatore del Settore Informatico

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Il Notariato italiano è tra coloro che attualmente stanno studiando o sperimentando le diverse applicazioni di AI, e questi principi costituiscono un’importante base di confronto per valutare le caratteristiche dei nostri progetti. In particolare per quanto riguarda l’impatto che l’intelligenza artificiale potrà avere nella quotidianità del lavoro notarile, nella individuazione delle soluzioni giuridiche da adottare nel caso concreto o ad esempio nell’aiuto nella compilazione di un atto notarile.

Il tutto in un contesto che vede l’arrivo, da parte della Commissione europea, della prima “Carta etica europea sull’uso dell’intelligenza artificiale (AI) nei sistemi giudiziari e in ambiti connessi” (adottata a dicembre).

Perché è importante la “Carta etica europea sull’uso dell’intelligenza artificiale nei sistemi giudiziari”

Per la prima volta a livello europeo e mondiale si stabiliscono cinque principi da applicare al trattamento automatizzato delle decisioni e dei dati giudiziari, sulla base di tecniche di AI, come punto di riferimento per soggetti pubblici e privati – professionisti del diritto, istituzioni e attori politici – che si trovano ad affrontare la sfida di integrare le tecnologie basate sull’AI nella progettazione e nella messa in atto di strumenti e servizi nei sistemi giudiziari pubblici e nel lavoro quotidiano.

I destinatari della Carta

La Carta, in particolare, si rivolge:

  • alle imprese private (start-up attive sul mercato delle nuove tecnologie applicate ai servizi legali legal-techs);
  • ai soggetti pubblici incaricati della progettazione e dell’implementazione di strumenti e servizi di AI in questo campo;
  • alle autorità pubbliche responsabili dell’elaborazione di strumenti legislativi o regolamentari, dello sviluppo, dell’audit o dell’uso di tali strumenti e servizi;
  • agli operatori del diritto.

La Commissione dà atto che l’uso di strumenti e servizi di AI nei sistemi giudiziari è volto a migliorare l’efficienza e la qualità della giustizia e merita di essere incoraggiato. Tuttavia, ciò deve avvenire in modo responsabile, nel rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu) e dalla Convenzione n. 108 del Consiglio d’Europa sulla protezione dei dati personali.

I principi indicati dalla Carta

La Carta presenta alcuni principi fondamentali:

  • Il rispetto dei diritti umani e la non discriminazione. Taluni trattamenti − in particolare in materia penale – non devono rivelare discriminazioni esistenti aggregando o classificando i dati relativi a persone o gruppi di persone. Le applicazioni di AI non devono riprodurre o aggravare tali discriminazioni e portare ad analisi o pratiche deterministiche che non tengano cioè conto delle situazioni particolari.
  • Il principio di qualità e sicurezza legato alla metodologia di analisi e al trattamento automatizzato delle decisioni giudiziarie: i dati trattati tramite l’apprendimento automatico dovrebbero provenire da originali certificati e la loro integrità dovrebbe essere garantita in tutte le fasi del trattamento. Alla fase di elaborazione e di applicazione delle soluzioni proposte dovrebbero partecipare gruppi multidisciplinari, composti da giudici, ricercatori in scienze sociali e informatici.
  • Il principio della trasparenza, dell’imparzialità e dell’equità nel trattamento delle decisioni giudiziarie. L’accento è posto sulla possibilità per le autorità o gli esperti indipendenti di effettuare audit esterni mediante l’accessibilità e la comprensione delle tecniche di trattamento dei dati. Viene inoltre incoraggiato un sistema di certificazione, da rinnovare regolarmente.
  • Il principio del controllo dell’utente, e della preminenza della sua libertà di scelta. In particolare, il giudice dovrebbe poter controllare in qualsiasi momento le decisioni giudiziarie e i dati che sono stati utilizzati per produrre un risultato e continuare ad avere la possibilità di discostarsi dalle soluzioni proposte dall’AI, tenendo conto delle specificità del caso in questione. Ogni utente dovrebbe essere informato, in un linguaggio chiaro e comprensibile, della natura vincolante o non vincolante delle soluzioni proposte dagli strumenti di AI, delle diverse opzioni disponibili e del loro diritto all’assistenza di un avvocato e al ricorso a un tribunale.

La Commissione è a disposizione degli Stati membri, delle istituzioni giudiziarie e dei rappresentanti degli operatori del diritto per assisterli nell’attuazione dei principi della Carta, è possibile inoltre far pervenire osservazioni e pareri entro il mese di marzo del 2019.

I programmi del Notariato

Proprio recentemente lo scorso ottobre Notartel, la società informatica del notariato italiano, ha organizzato a Roma in collaborazione con PI School, “AI_Hackathon 2018”, una sfida tra 20 professionisti dell’innovazione, di 14 Paesi diversi, iscritti al programma di Intelligenza Artificiale dell’istituto di formazione romano.

I partecipanti hanno gareggiato per trovare soluzioni innovative e la migliore proposta è stata presentata a novembre al Congresso Nazionale del Notariato. I team si sono concentrati principalmente sull’organizzazione dei processi di lavoro nello studio notarile. Ad esempio, si è prospettato l’utilizzo del Natural Language Processing (NLP), che permette di estrarre informazioni dai documenti e verificare lo stato di avanzamento dell’istruttoria delle pratiche notarili. O ancora, la creazione di un database che consenta la generazione di modelli intelligenti con informazioni provenienti da attività e scelte che precedono la vera e propria stesura dell’atto notarile.

Ha vinto l’idea della creazione di una piattaforma di elaborazione dati potenzialmente applicabile a ogni fase del lavoro quotidiano dei notai, nonché di un cosiddetto sistema di raccomandazione per moduli di azioni e per articoli che crea delle istruzioni personalizzate specifiche per l’utente così da aiutarlo nelle sue scelte. Il progetto sarebbe sviluppato mediante strumenti di intelligenza artificiale quali appunto il NLP per l’elaborazione del testo, la combinazione (clustering) delle azioni e un motore di raccomandazione.

Anche la Commissione informatica del Consiglio Nazionale del Notariato è al lavoro a un progetto di “Notarchain”, una blockchain notarile, per garantire certezza anche a fronte dello sviluppo dei nuovi strumenti tecnologici. Si tratta in questo caso di capire cosa comporti l’adozione delle nuove tecnologie in particolare in termini di sicurezza e tutela dei diritti delle persone e se queste siano effettivamente neutre o non possano favorire alcuni (in genere i più forti) a discapito di altri. Un compito tecnologicamente evoluto non può escludere la funzione di controllo e garanzia che l’ordinamento attribuisce a un soggetto terzo e imparziale, qual è appunto il notaio, come peraltro raccomandato dalla stessa Commissione europea.

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