L’impatto dell’intelligenza artificiale sul generale processo di trasformazione digitale è ormai evidente, a conferma della rilevanza centrale di tale tecnologia nello sviluppo di applicazioni, servizi e progetti implementati grazie al progressivo incremento della potenza di calcolo di sistemi interconnessi.
L’Europa si sta muovendo verso una regolamentazione organica e uniforme in grado di garantire certezza del diritto, innovazione, rispetto degli standard etici, sicurezza pubblica e privata.
Vediamo i capisaldi.
Il fronte della politica industriale
La disponibilità di una crescente quantità di big data processati da sempre più sofisticati algoritmi, ha spinto da tempo le istituzioni europee a considerare l’IA una priorità della propria agenda politico-istituzionale, sulla base di quanto formalizzato nella Risoluzione del Parlamento europeo del 12 febbraio 2019 su una politica industriale europea globale in materia di robotica e intelligenza artificiale, ove si sottolinea la necessità di promuovere una “società supportata dall’intelligenza artificiale e dalla robotica”, come fattore indispensabile per migliorare la produttività delle imprese, la crescita economica e il benessere sociale delle persone, contribuendo alla creazione di nuovi posti di lavoro. Lavori che, presupponendo il possesso di competenze qualificate, richiedono la necessità di predisporre una necessaria riqualificazione professionale dei lavoratori – specie nei settori maggiormente interessati dall’automazione tecnologica dei processi produttivi – mediante la pianificazione di programmi di istruzione innovativa basati sul prioritario incremento del livello attuale di alfabetizzazione digitale che gli Stati, di concerto con il settore privato delle imprese, dovrebbero proporre ai propri cittadini per consentire lo sfruttamento delle nuove opportunità offerte dal mercato del lavoro, al pari di un contestuale ripensamento delle politiche del lavoro, nella prospettiva di assicurare la cosiddetta reindustrializzazione delle attività tradizionali verso lo sviluppo della robotica.
L’intelligenza artificiale nelle nostre vite
L’uso dell’intelligenza artificiale è diventato sempre più presente nella vita quotidiana delle persone, come strumento di pubblicità online per fornire consigli personalizzati di acquisto al fine di favorire l’ottimizzazione commerciale dei prodotti e il miglioramento dei servizi di inventario e logistica, di pari passo con il sistema di advertising online che consente ai motori di ricerca, sempre grazie all’implementazione di sofisticate applicazioni IA, di processare un’enorme quantità di dati visualizzabili in Rete per offrire agli utenti risultati di ricerca pertinenti.
Anche gli smartphone cominciano a ricorrere all’uso massivo di assistenti virtuali che rispondono alle domande, condividono consigli e aiutano le persone a organizzare la propria agenda quotidiana.
Diventa sempre più realistica la progettazione di città intelligenti dotate di infrastrutture IA che collegano edifici e strutture mediante l’interconnessione di dati per risparmiare energia, regolare il traffico nell’ambito di un sistema di veicoli a guida autonoma con sensori automatizzati per prevenire situazioni pericolose e incidenti.
L’Intelligenza artificiale si sta rivelando utile per combattere la disinformazione, grazie alla capacità di riconoscere e individuare notizie false e disinformazione estraendo informazioni dai social media.
L’IA può essere utilizzata per la creazione di un sistema alimentare dell’UE sostenibile, promuovendo la vendita di alimenti più sani con ridotta quantità di fertilizzanti, pesticidi e irrigazione.
Come sopravvivere all’automazione con il lavoro e l’anima intatti
I rischi dell’IA, le contromosse Ue
Considerato il complesso delle minacce informatiche legate al continuo uso di dati e applicazioni, i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero però mettere in pericolo la sicurezza pubblica e privata, come preoccupante rischio per la democrazia e per i diritti fondamentali degli utenti, a causa della possibile manipolazione di contenuti personalizzati in grado di provocare distorsioni della percezione della realtà con effetti negativi sulla formazione delle opinioni pubbliche e sulla libertà di scelta delle persone.
Per tale ragione, l’Unione europea persegue, come prioritaria azione di intervento, la necessaria predisposizione di regole chiare e omogenee per gestire le opportunità e le minacce dell’IA, nell’ambito di un processo di riforma legislativa del quadro normativo che richiede una preliminare valutazione delle criticità esistenti affidata a un comitato speciale, istituto dal Parlamento europeo, per analizzare l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia dell’UE, nella prospettiva di sviluppare un’IA affidabile e senza discriminazioni a pregiudizio degli individui.
Nell’ambito dell’attuazione della strategia sull’IA adottata nell’aprile 2018, la Commissione europea ha presentato, nel dicembre 2018, un piano coordinato predisposto insieme agli Stati membri per promuovere lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in Europa, mediante la definizione di circa 70 azioni comuni da implementare fino al 2027, con monitoraggi e revisioni periodiche.
Il 19 febbraio 2020 la Commissione europea ha pubblicato il Libro bianco sull’intelligenza artificiale (“un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia”).
Prendendo atto del crescente ruolo dell’intelligenza artificiale – ad esempio nel settore dell’assistenza sanitaria (come le diagnosi più precise per una migliore prevenzione delle malattie), dell’agricoltura (stante l’efficienza dei sistemi di produzione mediante la manutenzione predittiva), o dei servizi pubblici (in virtù della riduzione dei costi di fornitura dei trasporti, dell’istruzione, dell’energia e della gestione dei rifiuti), il documento evidenzia la necessità di una regolamentazione europea organica e uniforme del settore, per evitare la frammentazione del quadro normativo che potrebbe pregiudicare la certezza del diritto anche a tutela della sicurezza dei cittadini europei, a fronte di una serie di rischi provocati da processi decisionali opachi, discriminazioni basate sul genere e utilizzi vari per scopi criminali, tenuto conto delle implicazioni tecnologiche, umane ed etiche dei sistemi di intelligenza artificiale, in modo da promuovere la diffusione dell’IA nel rispetto dei valori europei, garantendo che le nuove tecnologie siano al servizio di tutte le persone migliorandone la protezione dei diritti.
In altre parole, poiché l’IA è una tecnologia strategica che offre molti benefici ai cittadini, alle imprese e alla società nel suo complesso, per cogliere le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, l’Europa deve sviluppare e rafforzare le capacità industriali e tecnologiche necessarie mediante la predisposizione di efficaci interventi di regolamentazione in grado di formalizzare la rilevanza di tali sistemi.
Le raccomandazioni
A tal fine, il 20 ottobre 2020, il Parlamento ha adottato un documento che illustra le coordinate di regolamentazione dell’Unione europea in materia di IA, con l’intento di promuovere innovazione, garantire il rispetto degli standard etici e assicurare la fiducia nell’uso consapevole della tecnologia.
Si tratta, infatti, di raccomandazioni elaborate per orientare il potere di iniziativa della Commissione europea, che dovrebbe formulare la relativa proposta normativa da cui dipende l’avvio dell’iter istituzionale della procedura legislativa per l’inizio del 2021, concentrando l’attenzione sulla necessaria formulazione di adeguati principi in materia di etica, responsabilità e diritti di proprietà intellettuale, in modo da assicurare lo sviluppo equilibrato dei sistemi di intelligenza artificiale nel rispetto di effettive condizioni di sicurezza, trasparenza contro pregiudizi e discriminazioni, nonché a tutela della protezione dei dati personali nell’ambito di una piena e completa supervisione umana nella progettazione dei sistemi di IA per evitare che le prospettive di autoapprendimento caratterizzanti l’evoluzione tecnologica del settore sfuggano a qualsivoglia controllo con pericolosi rischi a discapito degli individui così da escludere il riconoscimento della personalità giuridica in favore dell’IA.
Viene, inoltre, auspicato l’adeguamento del quadro normativo vigente per garantire la certezza del diritto, a fronte di una generale obsolescenza delle categorie giuridiche attuali poco adatte a realizzare un’efficace regolamentazione del settore in grado di proteggere i cittadini e stimolare la produzione innovativa delle imprese, salvaguardando i diritti di proprietà intellettuale.
Rispetto a tale scenario, le istituzioni europee stanno affrontando ulteriori questioni riguardanti possibili interventi regolatori diretti a disciplinare l’IA nel settore civile e militare, nel settore audiovisivo, della cultura e dell’istruzione, nel diritto penale, coinvolgendo a tal fine una nel diritto penale secondo un approccio “multistakeholder” funzionale all’adozione di una regolamentazione “soft law” in grado di incentivare lo sviluppo della tecnologia.