CULTURA DIGITALE

La guerra su TikTok: come cambia il “social dei ragazzini”

Il sabotaggio del comizio di Trump accende un riflettore sulla tenuta della piattaforma di proprietà della cinese ByteDance. Dalle accuse sull’utilizzo dei dati degli utenti a quelle sui contenuti di pedopornografia, le tappe di un percorso che rischia di trasformarsi in parabola

Pubblicato il 03 Lug 2020

Nicola Strizzolo

docente associato Sociologia Università di Teramo

TikTok-SocialStrategy

Dopo il boom fra gli adolescenti, spinto ulteriormente dal lockdown da Covid-19, il social network cinese TikTok affronta nuove responsabilità, in linea con le dinamiche già sperimentate da altre piattaforme nella storia della cultura digitale. La stretta su accuse inerenti a privacy e contenuti illegali possono diventare potenti armi nelle mani dei competitor. Ecco perché giovani – che ne sono la fetta di utenza più consistente – potrebbero essere la forza della piattaforma, ma anche la “causa” della sua possibile caduta.

Il sabotaggio del meeting di Trump

Sebbene vi siano incursioni di politici su TikTok, anche nostrane come ad esempio quelle di Matteo Salvini, la forza di influenzare eventi di comunicazione politica sembra spettare agli utenti che dominano quantitativamente il mezzo. I giovani, appunto.

Infatti, dalle cronache di questi giorni sul comizio di Trump, ecco che adolescenti americani nel social avrebbero seguito in massa l’appello di “nonna TikTok” (Mary Jo Laupp, attivista per i diritti civili), a sabotare il meeting del Presidente a Tulsa (Oklahoma), prenotando posti da lasciare deserti.

#AltTikTok, una rete legata ad espressioni estetiche alternative vicina a movimenti culturali LGBT e queer, e i fan del pop coreanno hanno reso virale il video di “nonna TikTok” tanto che avrebbe causato il flop dell’incontro in favore di Trump. A posteriori il successo di questa operazione e l’insuccesso del Presidente USA sono stati celebrati con un balletto di adolescenti sulle note di Macarena in un video virale nell’app.

TikTok nel mirino dei concorrenti

Con il crescere del successo di un’innovazione, emergono però anche coalizioni di suoi oppositori, che cercano di diffondere il dissenso alla sua adozione. Anche a questo destino non si è sottratto TikTok: dopo le avvisaglie, tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, da parte del Governo Usa sull’utilizzo dei dati degli utenti, le istanze dei servizi segreti italiani ed un blocco indiano per possibili rischi di pedopornografia, pare ora il rigetto esploda in Francia con le proteste contro presunte molestie sessuali su TikTok verso minorenni da parte di noti influencer, messe in luce dalla campagna #BalanceTikTokuer. Il nome deriva da una precedente campagna, #BalanceTonPorc (tradotto #Pesailtuomaiale), contro predatori sessuali in un’app di dating. Il movimento ha trovato anche il sostegno della Segretaria di Stato, Marlène Schiappa.

Le accuse a TikTok: una storia già vista

Vi sono delle ricorrenze nella diffusione di un’innovazione, riscontrate in diversi contesti del pianeta in maniera così ripetuta da essere generalizzabili sia le modalità di contagio che per la distribuzione di coloro che la adottano nel tempo, suddivisi, su una curva gaussiana, in Innovatori, Primi utilizzatori, Tarda maggioranza e Ritardatari (Everett Rogers, 1962).

Ad essere ricorrenti non sembrano solamente queste astrazioni (che derivano da studi di casi concreti nell’ambito della sociologia e della comunicazione) ma anche alcuni percorsi dei nuovi media: Umberto Eco (1964) distingueva ad esempio tra i sostenitori di un nuovo mezzo (gli integrati) e i detrattori (gli apocalittici); oppure, secondo Bolter e Grusin (1999), i nuovi media non soppiantano i precedenti, ma li integrano in maniera evolutiva (rimediazione).

Analizzando la storia di TikTok, questi aspetti emergono in maniera scolastica: nasce dall’aggregazione di più tecnologie e formati ed integra diverse modalità di fruizione, creazione, condivisione, intrattenimento e marketing. La sua diffusone, almeno tra i più giovani, è risultata tale ormai da avere un forte impatto economico ed anche politico.

Il destino (simile) di MySpace

Anche questo elemento ha dei precedenti: MySpace, sorta nel 2003 in risposta al tracollo di Friendster, fece un rapido salto in avanti e nel 2005 venne acquistata da Murdoch per 580 milioni di dollari. La notizia passò attraverso i mezzi di comunicazione di massa tradizionali e ovviamente questo amplificò il suo successo, come anche però il panico degli apocalittici a fronte di rumor su rischi di adescamento da parte di pedofili (Strizzolo, Pocecco, Melchior, 2000).

L’FBI chiese l’elenco degli iscritti per incrociarli nei loro archivi con nominativi di pedofili. Inoltre, nel 2007, quando MySpace vantava 80 milioni di utenti, la società detentrice ne espulse 36.000 con precedenti penali per pedofilia. Questi eventi, assieme ad altri fattori (tra i quali la non secondaria crescita di Facebook), portarono ad una lenta agonia il social che fu rivenduto nel 2011 per “soli” 35 milioni di dollari.

Le accuse legate a crimini sessuali, reali o presunti, hanno determinato un danno alla reputazione di molte organizzazioni e persone. TikTok effettivamente è cresciuto molto, è diventato un grande competitor di molti altri social agguerriti, tale da attirare attenzioni, paure e tutti i rischi che comporta l’avere nemici con molte risorse. Eventuali casi di molestie e le conseguenti proteste potrebbero venire utilizzate dalla concorrenza. Ovviamente dipenderà da come ByteDance saprà gestire queste e altre crisi che si presenteranno.

La maggioranza di giovani al suo interno potrebbe essere la forza di TikTok. Il fatto che, anche per questo, gli adulti non lo comprendano, la sua debolezza.

BIBLIOGRAFIA

Bolter J.D., Grusin R. (2002), Remediation. Competizione e integrazione tra media vecchi e nuovi, Guerini e Associati, Milano.

Eco U. (1964), Apocalittici e Integrati, Bompiani, Varese.

Rogers E. (1962), Diffusion of innovation, Free Press of Glencoe, New York.

Strizzolo N., Pocecco A., Melchior C. (2020), La comunicazione eclettica. Le dimensioni comunicative nella web society, FrancoAngeli, Milano.

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