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La Strategia NATO per l’intelligenza artificiale: come applicarla alla difesa in modo etico e sicuro

La strategia NATO per l’intelligenza artificiale è un grande passo in avanti in ambito difesa. Si tratta della prima alleanza militare internazionale ad adottare un piano simile, che pone attenzione al quadro legale ed etico delle applicazioni militari e al ruolo di volano per la crescita anche di privati e università

Pubblicato il 04 Nov 2021

Gianluca Fabrizi

junior analyst Hermes Bay

Lorenza Fortunati

junior analyst Hermes Bay

L'AI rende funzionale il lavoro senza violare la privacy

Lo scorso 21 ottobre è stata presentata la prima strategia della NATO sull’Intelligenza Artificiale (IA), in occasione di un incontro tenutosi a Bruxelles tra i Ministri della Difesa dei governi dei Paesi membri. L’Alleanza Atlantica si aggiunge così ad altri Stati e Organizzazioni che negli ultimi anni hanno presentato le loro strategie in materia per definire regole, etica e investimenti pubblico-privato per prevalere in uno dei nuovi campi principali del conflitto tra potenze.

L’Intelligenza Artificiale è una delle sette aree tecnologiche all’avanguardia e dal potenziale doppio utilizzo militare-civile (dual use) che gli Stati membri dell’Alleanza ritengono prioritarie per questioni di difesa e sicurezza. Le altre sei sono: tecnologie quantistiche, dati e informatica, automazione, biotecnologie e potenziamento umano, tecnologie ipersoniche, spazio.

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I quattro obiettivi della strategia Nato

Lo sviluppo dell’IA si rivelerà cruciale nel prossimo futuro per i compiti dell’Alleanza e costituirà allo stesso tempo una minaccia e una grande opportunità di supporto nel portarli a compimento. L’IA pone infatti sfide complesse sia per sé stessa, sia in combinazione con biotecnologie, Big Data e automazione. La NATO vuole porsi all’avanguardia in questi ambirti e, per farlo, punta alla collaborazione tra alleati impegnandosi in un’accelerazione degli investimenti.

La strategia ha quattro obiettivi:

  • Essere di esempio e fare da guida per i partner nell’utilizzo responsabile dell’IA per scopi di difesa e sicurezza;
  • Accelerare e integrare l’adozione dell’IA, i suoi sviluppi e l’implementazione, migliorando l’interoperabilità all’interno dell’Alleanza, anche proponendo casi d’uso, nuove strutture e nuovi programmi;
  • Proteggere e monitorare le proprie tecnologie e la propria capacità di innovazione nel settore IA, affrontando le considerazioni di politica della sicurezza rendendo operativi i sei Principi di Utilizzo Responsabile dell’Alleanza;
  • Identificare e difendere dalle minacce derivanti dall’uso ostile dell’IA da parte di attori statali e non statali.

La NATO intende puntare su una forte collaborazione con l’impresa privata e con il mondo accademico, ai quali si riconosce un ruolo guida nello sviluppo della IA e di sostegno nella messa in atto della nuova strategia, per la quale serviranno solide infrastrutture dati, una appropriata postura nella difesa cibernetica e formazione di personale.

Cooperazione e coordinamento di progetti nazionali

Tale compito, oltre alla cooperazione e al coordinamento di progetti nazionali, sarà svolto dal il costituendo DIANA (Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic). Definito “acceleratore dell’innovazione nella difesa”, il DIANA è stato lanciato nel giugno 2021 e dovrebbe diventare l’equivalente in ambito NATO della DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) statunitense. Avrà due sedi principali, una in America del Nord, l’altra in Europa, che lavoreranno insieme ai centri nazionali per le fasi di progettazione, convalida e test in tutte e sette le aree tecnologiche all’avanguardia, tra le quali, appunto, l’IA. Il DIANA avrà anche il compito di supervisionare le start up che operano in questi settori e di aiutarle a connettersi ad una rete di aziende più grandi e di investitori qualificati.

I sei Principi di Utilizzo Responsabile

Il punto di riferimento nell’approccio all’utilizzo dell’IA nel campo della difesa sarà costituito dai Principi di Utilizzo Responsabile, di modo che la NATO possa sempre operare in conformità ai propri valori e norme, come anche in ottemperanza alla legislazione internazionale.

I Principi sono sei e sono stati elaborati rispettando gli impegni etici, legali e di condotta dell’Alleanza. Hanno l’obiettivo di promuovere comportamenti coerenti tra i partner nell’approccio all’IA e di essere la base di partenza per l’elaborazione delle linee guida sull’impiego dell’IA in ambito difesa e sicurezza.

Di seguito i sei principi come riportati nel riepilogo della strategia fornito dalla NATO:

  • Legalità: lo sviluppo e l’uso delle tecnologie basate su IA dovrà conformarsi alle leggi nazionali ed internazionali, inclusi il diritto internazionale umanitario e la tutela dei diritti umani.
  • Responsabilità e accountability: sviluppo ed utilizzo delle tecnologie IA dovranno essere condotti con giudizio e cura, con delle chiare responsabilità umane.
  • Esplicabilità e tracciabilità: le tecnologie IA dovranno essere comprensibili e trasparenti anche tramite l’utilizzo di metodologie, fonti e procedure di revisione, meccanismi di verifica, valutazione e convalida sia a livello nazionale, sia NATO.
  • Affidabilità: le applicazioni dell’IA dovranno avere casi d’uso espliciti e ben definiti. Tali capacità dovranno essere soggette a test e verifiche entro i casi d’uso durante tutto il loro ciclo d’impiego per verificarne sicurezza e robustezza, anche attrverso procedure di certificazione NATO e/o nazionali.
  • Governabilità: le tecnologie IA dovranno essere sviluppate e utilizzate esclusivamente per le loro funzioni e permettere un’appropriata interazione uomo-macchina, la capacità di identificare ed evitare conseguenze non volute e la capacità di prendere provvedimenti quali il disimpegno o la disattivazione dei sistemi nel caso in cui mostrino comportamenti non desiderati.
  • Mitigazione dei bias: dovranno essere previste misure proattive per minimizzare qualsiasi bias involontario nello sviluppo e utilizzo di applicazioni di IA e nei data set.

Oltre ai sei Principi, che saranno trasposti in precise indicazioni operative, la NATO si impegna a sviluppare best practice e interoperabilità tra gli Stati membri per mezzo dei “NATO AI Test Centre”, nonché a condurre valutazioni di rischio e impatto delle tecnologie IA prima del loro impiego.

Intelligenza artificiale, la strategia Ue e italiana

La strategia della NATO si affianca a quella dell’Unione Europea che è stata specificata lo scorso aprile con la presentazione di una Comunicazione sulla promozione dell’approccio europeo, una proposta di regolamento con regole armonizzate e un aggiornamento del piano coordinato presentato nel 2018. Già allora erano state stabilite le linee guida dell’approccio comunitario: incrementare la capacità industriale nel settore e agevolare l’adozione dell’IA in tutti i settori economici preparandosi ai cambiamenti conseguenti; assicurare un quadro giuridico ed etico adeguato e condiviso tra Paesi membri.

Anche l’Italia si muove in armonia con le proprie alleanze internazionali e le Organizzazioni di cui fa parte e, come annunciato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, intende presentare una nuova strategia nazionale sull’intelligenza artificiale adottata dal Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale con l’obiettivo di promuoverne la sperimentazione e renderne l’utilizzo più sicuro e trasparente. La strategia punterà a migliorare le competenze del settore, nonché rafforzare e supportare l’ecosistema di imprese e startup che vi operano con il contributo dei fondi stanziati dal PNRR.

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Conclusioni

L’IA sta quindi acquisendo rapidamente un’importanza strategica perché rappresenta una delle tecnologie dual use più promettenti degli ultimi anni e il suo sviluppo ha permesso la rivoluzione in numerosi settori: da quello dell’agricoltura a quello militare.

La nascita della strategia NATO per l’intelligenza Artificiale rappresenta un grande passo in avanti nel campo della difesa. Si tratta, infatti, della prima alleanza militare internazionale ad adottare un piano simile, che si segnala, tra l’altro, per l’attenzione al quadro legale ed etico delle potenziali applicazioni militari dell’IA, espresse nei 6 Principi, e per il ruolo di volano per la crescita di tutto il settore, compresi privati e università, tramite il DIANA.

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