intelligenza artificiale

L’AI per stanare chi non paga le tasse: il progetto dell’Agenzia delle Entrate

L’Unione Europea finanzierà il progetto “A data driven approach to tax evasion risk analysis in Italy”, che prevede l’utilizzo dell’innovazione per individuare in modo preventivo i soggetti a rischio di compiere evasione fiscale

Pubblicato il 22 Mar 2021

Giuseppe Buono

Direttore centrale tecnologie e innovazione

Stefano Latini

Ufficio comunicazione e stampa

evasione privacy

L’Agenzia Entrate ha lanciato un nuovo progetto 4.0 finanziato dalla UE che prevede l’uso dell’innovazione per contrastare l’evasione fiscale: in campo Intelligenza Artificiale, Network Science e Data Visualization. L’Unione Europea ha selezionato il progetto “A data driven approach to tax evasion risk analysis in Italy” tra le iniziative da sostenere con appositi finanziamenti all’interno dei programmi europei a supporto delle riforme strutturali in risposta all’emergenza Covid-19.

Tra le novità, l’istituzione di uno strumento ad hoc di supporto tecnico (Technical Support Instrument o TSI), quale successore dello Structural Reform Support Programme (SRSP). In particolare, il TSI rappresenta il principale programma di finanziamento dell’UE per fornire supporto tecnico adeguato agli Stati membri e per sostenerli nei loro programmi di riforma. Peraltro, tale strumento può anche essere utilizzato dagli Stati membri per lo sviluppo e l’attuazione dei loro piani di ripresa e resilienza. In tale quadro, una quota dei fondi a disposizione del TSI sarà utilizzata per finanziare il Progetto presentato dall’Agenzia delle entrate.

Naturalmente, l’utilizzo di nuovi strumenti e metodologie altamente innovativi sarà sempre subordinato al preventivo contraddittorio con i contribuenti, garantendo la privacy e la protezione dei dati.

AI e contrasto all’evasione, gli obiettivi dell’Agenzia delle Entrate

Obiettivo del progetto, accelerare i processi per l’individuazione preventiva di soggetti ad elevato rischio di evasione. Il nuovo piano delle Entrate prevede un potenziamento significativo delle attività di contrasto ai fenomeni di evasione ed elusione fiscale. In particolare, la finalità strategica della nuova iniziativa dell’Agenzia, grazie ai fondi ricevuti dall’UE e con la collaborazione di Sogei, è di innovare profondamente, attraverso le migliori innovazioni delle tecnologie digitali, i processi di valutazione del rischio di non-compliance: in sostanza, si provvederà ad introdurre, a sperimentare e ad utilizzare tecniche innovative di network analysis, di machine learning e di data visualization, al fine di realizzare un nuovo sistema di supporto ai processi di individuazione dei soggetti ad alto rischio di evasione. Si potranno, in tal modo, prevenire e contrastare, in tempi sempre più rapidi, fenomeni evasivi ed elusivi, posti in essere mediante la realizzazione di strutture societarie e schemi transazionali anche complessi, le frodi IVA, anche intracomunitarie, l’utilizzo indebito di crediti d’imposta e di altre agevolazioni.

Gli strumenti

Il nuovo modello anti-evasione 4.0 darà sempre più spazio a strumentazioni e processi ad elevato contenuto tecnologico. Nell’ottica di una digitalizzazione sempre più strategica e diffusa, con l’attuale progetto l’Agenzia si pone l’obiettivo di innovare, diffondere e integrare ulteriormente all’interno dei processi e delle attività legate al contrasto dell’evasione fiscale quanto già realizzato in questi anni nell’ambito dell’analisi avanzata dei dati, in termini di metodologie, processi e tecnologie. In dettaglio, gli specifici ambiti d’intervento selezionati saranno i seguenti:

  • Network science. La rappresentazione dei dati sotto forma di reti permette di far emergere con maggiore facilità relazioni indirette e non evidenti tra diversi soggetti (ad esempio, relazioni tra società e aziende), che possono essere collegate a schemi di evasione o di elusione fiscale difficilmente individuabili con le tradizionali tecniche di analisi;
  • Analisi visuale delle informazioni. L’ausilio di opportuni strumenti e tecnologie di indagine visuale dei dati permette di potenziare le capacità cognitive degli analisti, accelerando e rendendo più intuitivo il loro processo di acquisizione dell’informazione e della conseguente trasformazione dell’informazione in conoscenza;
  • Intelligenza artificiale. L’ausilio di tecniche di apprendimento automatico (machine learning) sta rapidamente permeando i vari domini applicativi, accelerando i processi decisionali e aumentandone i relativi livelli di accuratezza. Peraltro, l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale nel dominio economico e fiscale è, altresì, suggerito nell’atto di indirizzo del Ministero dell’economia e delle finanze.

Il contesto operativo

Un ulteriore passo avanti in un settore già all’avanguardia – Come ricordavamo, questo ulteriore step in direzione dell’adozione di processi e metodologie sempre più digitali è reso possibile anche grazie ad un fattore oggettivo. Lo stato di avanzamento in ambito digitale da parte dell’Agenzia è da anni riconosciuto e monitorato a livello internazionale dalle più autorevoli organizzazioni internazionali, basti pensare all’Ocse e all’Ue. In particolare, l’Ocse, che riunisce i Paesi più industrializzati, anche nel suo ultimo rapporto comparativo relativo alle analisi e ai raffronti dei dati e delle performance di tutte le Amministrazioni finanziarie degli Stati-membri (Tax Administration 2019 Comparative Information on OECD and other Advanced and Emerging Economies) ha evidenziato come da anni oramai in Italia il 100% delle dichiarazioni dei redditi, Iva, persone fisiche e società, siano trasmesse, lavorate e archiviate tramite canali telematici e in formato digitale.

Ciò ha consentito alle Entrate di raggiungere da anni l’obiettivo “zero-carta” per le dichiarazioni fiscali, un target che altri Paesi non hanno ancora raggiunto: a titolo di esempio, in Francia il 10% delle dichiarazioni delle società e il 45% delle dichiarazioni dei redditi individuali sono ancora cartacee; negli Stati Uniti il 20% delle dichiarazioni dei contribuenti individuali è ancora su carta; in Spagna, un quarto delle dichiarazioni delle persone fisiche è ancora trattato in formato cartaceo; anche la Germania sconta ancora un forte gap, mentre nel Regno Unito invece si è prossimi al 100%.

Lo scenario: verso un Fisco 4.0

Sono numerose le iniziative di trasformazione digitale di servizi e processi realizzate con successo dalle Entrate negli ultimi anni: basti pensare al 730 precompilato (3,9 milioni di dichiarazioni precompilate inviate dai contribuenti in autonomia e 1 miliardo di informazioni precaricate nel 2020), la fatturazione elettronica (2 miliardi di fatture elettroniche veicolate ogni anno attraverso il Sistema di Interscambio), la trasmissione telematica dei corrispettivi (384 milioni di trasmissioni nel 2020), l’ampio set di servizi di interoperabilità dei dati verso enti e pubbliche amministrazioni, i servizi online e mobile per cittadini, imprese e intermediari. Senza contare le iniziative “interne”, quali l’adozione di nuove piattaforme per l’analisi dei dati per le strutture centrali e periferiche, la digitalizzazione di atti e documenti, la massiccia abilitazione in sicurezza ai servizi di accesso a supporto del lavoro agile dei dipendenti.

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