gli esempi

Lavoro ibrido, ecco le scelte dei grandi gruppi italiani

Le grandi aziende, da Tim a Intesa Sanpaolo, da Assicurazioni Generali a Sky, si stanno organizzando. L’adozione dello smart working avviene in varie modalità. Tim illustra quali sono le prossime sfide nel lavoro agile: i dati guideranno le scelte future

Pubblicato il 15 Dic 2022

Mirella Castigli

ScenariDigitali.info

Lavoro ibrido, le politiche dei grandi gruppi italiani: il caso di Tim

Il lavoro ibrido torna in azienda dove si mettono a punto le politiche per renderlo stabile, trasformandolo, in alcuni casi, in nuovo modello organizzativo permanente.

La crisi energetica e le politiche di riduzione di CO2 impongono alle imprese di introdurre politiche di smart working anche in futuro. Calmiera il caro bollette e consente alle aziende di centrare gli obiettivi di sostenibilità digitale.

Inoltre, secondo un recente rapporto Inapp, il 76,5% dei dipendenti preferirebbe prorogare il lavoro agile. Una formula che per il 66% dei datori di lavoro incrementa la produttività, e per l’80% dei lavoratori, in particolare le donne, agevola la conciliazione fra lavoro e vita privata.

“La genesi”, commenta Giovanni Pipita, responsabile Relazioni Industriali di Tim che ha seguito l’accordo sul lavoro agile con i sindacati, “risale alla pandemia che ha accelerato il percorso di remotizzazione delle attività e dell’eventuale trasformazione in lavoro agile o smart working. Anni fa Tim introdusse il telelavoro, poi negli ultimi anni, pre-pandemia, ci sono state sperimentazioni legate al lavoro agile, ma l’avvento del Covid-19 ha portato a una fortissima accelerazione“.

Ecco come le grandi aziende, da Tim ad Assicurazioni Generali e Sky Italia, si stanno organizzando, non solo nell’inverno alle porte, ma soprattutto nei prossimi anni.

Smart working: le tecnologie aziendali e la cyber sicurezza, il caso Intesa Sanpaolo

Banca Intesa Sanpaolo: l’evoluzione del lavoro ibrido flessibile

Il gruppo bancario ha proposto ai dipendenti, da gennaio, una settimana corta, composta da 4 giorni e da 9 ore lavorative, a parità di retribuzione, e smart working senza limiti mensili, fino a 120 giorni all’anno. In circa 200 filiali inizierà anche un periodo di sperimentazione.

L’evoluzione del lavoro ibrido di Intesa Sanpaolo è flessibile e guarda alla competitività nel nuovo mutevole scenario economico e sociale. La proposta della banca è su base volontaria, compatibilmente con le necessità non solo tecniche – organizzative, ma anche produttive dell’istituto.

Il nuovo modello organizzativo del lavoro “va incontro alle esigenze di conciliare gli equilibri di vita professionale e lavorativa delle proprie persone e dimostra attenzione al loro benessere, attraverso soluzioni innovative delle modalità lavorative con l’obiettivo di rendere la banca ancora più agile e dinamica, al servizio di una clientela più esigente”, riporta una nota.

Il lavoro flessibile da remoto prevede un buono pasto di 3 euro al giorno, un’indennità per le spese in smart working. Il confronto con le organizzazioni sindacali si è svolto proficuamente e in maniera costruttiva, ma non ha riscontrato condivisione sul complesso dei contenuti. Tuttavia Intesa Sanpaolo proporrà il nuovo modello alle persone del Gruppo (primo datore di lavoro nel Paese con 74mila dipendenti in Italia). L’obiettivo è mettere al centro del Piano di Impresa 2022-2025 lo sviluppo delle professionalità della Banca in un contesto di “la transizione verso i servizi digitali e ad alta innovazione tecnologica”.

Il lavoro agile presso le Assicurazioni Generali

Dall’11 novembre fino al 5 gennaio, le Assicurazioni Generali hanno deciso di “razionalizzare e ridurre i consumi energetici”. L’accordo sullo smart working di quest’anno introduce il lavoro ibrido fisso per tutti il venerdì nei centri direzionali della compagnia in Italia, oltre a chiudere le sedi direzionali anche nel mese di agosto e nelle festività natalizie. Il gruppo guidato dal Ceo Philippe Donnet ha scelto il modello ibrido in presenza e da remoto.

Le Assicurazioni Generali, un gruppo con 13 mila dipendenti in Italia, hanno individuato un giorno per il lavoro agile sui tre garantiti nelle sedi direzionali del Leone di Trieste.

Il venerdì in smart working nel 2022 permette di abbattere i costi della bolletta in tutti i palazzi delle Generali a Trieste, dove lavora circa un migliaio dei dipendenti italiani, oltre ad altre sedi lungo la penisola.

Il lavoro ibrido a Tim: i dati guideranno le scelte future

In accordo con i sindacati, ha stabilito che il lavoro agile riguarderà i 32 mila dipendenti del gruppo e avrà durata di tredici mesi: dal prossimo primo febbraio al 29 febbraio 2024.

Tim chiuderà le sedi di venerdì, ma il lavoro ibrido si declinerà in maniera diversa a seconda dei ruoli ricoperti e di due diverse modalità. Le due modalità si differenziano per il livello di autonomia, l’organizzazione del lavoro per obiettivi e il regime orario.

L’accelerazione della pandemia e le sperimentazioni sono “servite a studiare gli effetti sia sulle attività che sulle diverse caratterizzazioni, tanto che abbiamo declinato il lavoro agile in due modalità: giornaliero e settimanale”, continua Giovanni Pipita, responsabile Relazioni Industriali di Tim.

Il modello settimanale di smart working si svolge per alcune attività.  “Il settimanale”, mette in evidenza Pipita, “si applica agli ambiti organizzativi nei quali le attività svolte sono etero organizzate, non consentono di organizzare il lavoro per obiettivi e per i quali è indispensabile garantire il presidio in specifici archi orari”.

Il modello di laboro ibrido giornaliero introduce due giorni in sede e tre in lavoro agile. “Il giornaliero”, prosegue Pipita, “si applica agli ambiti organizzativi caratterizzati da attività svolte per obiettivi con adeguato livello di autonomia e flessibilità oraria”.

“La modalità settimanale”, sottolinea il responsabile Relazioni Industriali del gruppo, “ci è sembrata quella più confacente a strutture come i customer/call center. Il fine è di garantire la medesima organizzazione sia in agile che in sede e pertanto il miglioramento della produttività”. “Nei settori caratterizzati da adeguati livelli di autonomia e con obiettivi evidentemente definiti, è invece più calzante la modalità giornaliera”.

L’accordo siglato da Tim prevede poi particolari attenzioni ad alcune categorie, come i lavoratori fragili e i care giver. Anche per i giovani: gli Under 35, in accordo con il proprio responsabile, possono lavorare in agile anche per l’intera settimana, con una maggiore flessibilità. “Questo embrione, questo test che facciamo con quella popolazione che ha una cultura diversa da quella dominante in azienda, è un pilota per un modello di smart working maturo che potrà domani interessare una più ampia popolazione aziendale”, spiega il responsabile Relazioni Industriali del gruppo.

L’accordo raggiunto “servirà anche ad osservare e misurare una serie di parametri che potranno consentirci di traguardare in futuro ad una modalità di lavoro agile più strutturato: risparmio energetico, riduzione della CO2, aumento della produttività. Questi parametri serviranno a comprendere l’impatto dello smart working in termini di sostenibilità digitale ed economica per TIM. Nella fattispecie la figura del capo rivestirà sempre maggiore rilevanza con un monitoraggio degli obiettivi più continuo e con una gestione del feedback più efficace”.

In generale, si passa da due a tre giorni di smart working. Consente ai dipendenti di pianificare meglio le proprie attività extra lavorative. Intensifica la co-presenza fra colleghi in ufficio negli altri giorni della settimana. Al contempo realizzando l’efficientamento energetico e la sostenibilità per ridurre le emissioni di CO2. La società di telefonia ha calcolato che in grandi città, come Roma (12.000 dipendenti) e Milano (3.700 dipendenti), l’impatto sarà significativo. Il taglio del pendolarismo si attesterà al 60%.

“La conciliazione vita-lavoro è certamente un fattore molto gradito alle 32 mila persone di Tim. Lo sforzo che dovremmo fare nei prossimi mesi sarà proprio quello di conciliare l’equilibrio tra lavoro agile e identità aziendale”, conclude Giovanni Pipita.

Lo smart working a Sky Italia: modello stabile di hybrid working

A fine novembre, anche Sky Italia ha confermato l’adozione definitiva di un modello organizzativo ibrido. Lo smart working nell’azienda prevede una quota significativa di “lavoro settimanale e mensile in modalità agile”, secondo Dino Oggiano della Slc Cgil nazionale.

I dipendenti possono svolgere in smart working almeno un giorno al mese da dedicare alla formazione. Il modello ibrido prevede un “diritto” minimo di accesso, indipendentemente dall’attività svolta.

L’intesa introduce un riconoscimento ai genitori di minori fino a 14 anni ed altre particolari casistiche. Ma l’estensione in modo strutturale a tutti i dipendenti dell’azienda va interpretata come una rilettura “evoluta” della normativa sullo smart working. La decisione di adottare in forma stabile dell’hybrid working conferma un modello organizzativo che si sta affermando e consolidando negli anni.

Vodafone e Lavazza

Il lavoro ibrido si sta espandendo. Anche Lavazza, nel prossimo triennio, permetterà ai mille dipendenti del centro direzionale di Settimo Torinese di svolgere le loro attività in smart working per dieci giorni al mese, anche consecutivi. Inoltre, l’azienda ha introdotto nel contratto i venerdì brevi, per anticipare l’inizio del fine settimana, per quindici settimane fra maggio e settembre.

Alcuni giorni fa, Vodafone Italia, già pioniera del settore nella sperimentazione di smart working dal 2013, ha annunciato di adottare la modalità di lavoro agile, dal prossimo 6 febbraio, per un anno. In base all’accordo sindacale, per i dipendenti in ambito business e staff è confermata l’alternanza settimanale. Il modello di lavoro ibrido prevede due giorni di lavoro in sede e tre giorni da remoto. Nei call center, si effettuerà un’alternanza settimanale di tre giorni in presenza e due di lavoro agile. Durante il periodo dell’intesa, i collaboratori potranno scegliere sei giorni di smart working. In casi di allerta rossa meteo o sciopero dei mezzi pubblici, è possibile aggiungere ulteriori giornate di smart working.

Conclusioni

In generale, ogni azienda, in base al suo mercato di riferimento e alle sue caratteristiche specifiche, cerca il proprio percorso per organizzare il lavoro ibrido. Ma la strada è segnata e siamo entrati nell’era di una nuovo modello organizzativo del lavoro, dove il lavoro ibrido conouga flessibilità con conciliazione: work-life balance con la produttività aziendale. L’hybrid working si espande per le opportunità che offre, in termini di responsabilizzazione, fiducia e legame fra impresa e dipendenti, lavoro per obiettivi.

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