Da anni tengo corsi sull’uso consapevole della tecnologia nelle scuole di mezza Italia e ultimamente mi sono imposto di raccogliere informazioni sulle app che usano gli adolescenti.
I media parlano sempre e solo di Instagram e TikTok, oltre che dello scontato WhatsApp, ma sospettavo che i ragazzi stessero già andando (anche) altrove. Un po’ come quando ho fatto uscire una puntata su Fortnite e molti ragazzi si erano già spostati su Apex Legends.
I ragazzi, adolescenti ma anche pre-adolescenti, spesso frequentano luoghi virtuali pericolosi. Tra le tante app citate dal centinaio di ragazzi monzesi che ho interpellato nelle ultime due settimane, una decina mi ha particolarmente colpito. Anche perché, lo ammetto, alcune non le avevo mai sentite nominare.
Premetto che non tutte sono app di successo al pari di Instagram, ma certo iniziano a circolare.
Eccole.
ThisCrush
Questo social network, che spesso vedo linkato nelle “bio” di Instagram (la presentazione pubblica, unico luogo di Instagram dove inserire un link cliccabile), ha la particolarità di consentire invio e ricezione di messaggi anonimi. Del resto nasce per confessare una “cotta” (crush). Anonimato e messaggi non vanno d’accordo e il pericolo cyberbullismo è alto: il Messaggero ha raccontato, qualche settimana fa, che a seguito di una serie di offese anonime apparse su ThisCrush una tredicenne si è tolta la vita gettandosi dal nono piano della sua abitazione in zona Aurelio, a due passi dal Vaticano.
Tellonym
Anche Tellonym (il nome richiamo l’anonimato ma anche la frase inglese “tell on him”), al pari di ThisCrush e sulla scia del successo di Ask.fm degli anni passati, è un social network che permette di ricevere domande in forma anonima (in gergo “tells”). Cito una delle recensioni su Play Store: “Molto bello ma potrebbero segnalare subito gli insulti pk dietro ad uno schermo c’è una persona che ci rimane male”.
Altre due alternative per ricevere domande anonime sono F3 e Yolo.
Omegle
Il claim di questa app (che si pronuncia “omigol”) è inquietante, se pensiamo ai nostri figli: “talk to strangers”, parla con sconosciuti. Non serve nemmeno registrarsi per comunicare uno a uno. L’Arena racconta di una ragazza che, adescata su Omegle, è stata costretta a infliggersi dei lividi e spedire foto.
Un’alternativa è Azar, una “random chat” che ricorda la famigerata Chatroulette di qualche tempo fa.
Discord
“Free Voice and Text Chat for Gamers”: serve agli oltre 250 milioni di videogiocatori iscritti per parlare e messaggiare tra loro, tant’è che qualcuno la definisce “la Slack dei videogiocatori” (Slack è un’app di collaborazione aziendale). Come racconta La Repubblica, un anno fa Ninja, il campione di Fortnite, ha spiegato durante una diretta al rapper Drake come usare Discord durante una sessione del battle royale di Epic Games: questi influencer possono spostare milioni di gamers.
Discord si presenta come alternativa a TeamSpeak.
Twitch
Piattaforma di live streaming di proprietà di Amazon dal 2014, consente ai ragazzi di seguire sessioni di gioco (e di eSport) altrui. In gergo, permette di quindi di “streammare” le partite. Da qualche tempo Twitch ha introdotto diverse funzioni che lo rendono simile a un social network: come evidenzia Libero, la possibilità di inviare messaggi privati ad altri utenti o Pulse, una sorta di timeline alla Facebook.
Un’alternativa è Mixer.
21 Bottons
Definito il “social network della moda” oppure “fashion app”, 21 Buttons permette di pubblicare i propri outfit e ispirarsi scorrendo quelli altrui. Prevede l’e-commerce: i tag sugli abiti rimandano direttamente agli acquisti. In Italia dal 2017, 21 Buttons ha fatto il boom di iscritti, attratti anche da influencer come Chiara Nasti, Alice Campello e Giulia Gaudino.
Amino
Amino è un’app social pensata per riunire persone con gli stessi interessi su svariati argomenti, come vent’anni fa si faceva con i newsgroup. Inizialmente ospitava discussioni su anime, manga, cosplay e giochi, ora si parla di tutto: da Minecraft a Harry Potter, ma anche di problemi adolescenziali.
Funimate
Video editor con molti effetti speciali, in pratica Funimate è un’alternativa a TikTok: del resto anche questa viene definita un’app dove è possibile fare il lip-synk (muovere le labbra simulando di cantare una canzone famosa o recitare una celebre scena di un film, come in un play-back).
Altre due app usate per fare video sono Triller e Zoomerang.
Picsart
Picsart è un editor di foto, usato da 150 milioni di utenti ogni mese, che consente di applicare moltissimi effetti: uno dei più popolari, ultimamente, è Sketch, perché consente di trasformare la propria immagine in un disegno. Le immagini ritoccate possono essere condivise come in qualsiasi social media.
Altra app del genere, molto apprezzata dai ragazzi (e non solo), è VSCO.
Zepeto
Zepeto, app sugli scudi un annetto fa (nel novembre 2018 è stata la più scaricata in Italia), è social network dove non interagiscono direttamente i ragazzi, ma i loro avatar (creati a partire da selfie), le cui foto spesso finiscono su Instagram. Ricorda per alcuni versi Second Life, in attesa del debutto dell’Horizon di Facebook.