le sfide

Le teorie del complotto sui social media: perché si diffondono, come contrastarle



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L’apprendimento automatizzato ha dimostrato di essere un potente strumento per l’analisi dei dati e la classificazione dei testi, ma la comprensione delle teorie del complotto sui social richiede una complessità e una sensibilità che potrebbero non essere raggiungibili attraverso la sola intelligenza artificiale. Serve un approccio multidisciplinare

Pubblicato il 2 ago 2023

Achille Pierre Paliotta

Ricercatore INAPP



fake news

Le teorie del complotto sono divenute un fenomeno sempre più rilevante nella società contemporanea, con un’ampia diffusione e influenza sui social media cosicché esse rappresentano, sempre più, una sfida significativa per la società moderna.

Le teorie cospirative possono essere fatte rientrare all’interno di una più complessiva area di ricerca definita come decadimento della verità (truth decay), la quale fa registrare una progressiva delegittimazione, o quanto meno una declinante fiducia, del discorso pubblico istituzionale, causata da almeno quattro fattori interconnessi:

  • un crescente disaccordo sui fatti e sulle interpretazioni dei fatti e dei dati pubblici;
  • un’attenuazione della linea di demarcazione tra opinione e fatto;
  • un aumento del volume relativo, e della conseguente influenza, dell’opinione e dell’esperienza personale rispetto ai fatti pubblici;
  • una diminuzione della fiducia nelle fonti di informazioni ufficiali un tempo rispettate.

In questo contesto generale, di decadimento della verità, le teorie cospirazioniste, spesso prive di fondamento scientifico e basate su supposizioni infondate, possono influenzare l’opinione pubblica, minare la fiducia nelle istituzioni e persino alimentare comportamenti socialmente devianti i quali possono mettere a rischio la salute e il benessere delle persone. È di fondamentale importanza, pertanto, sviluppare metodi efficaci per rilevare e comprendere tali teorie al fine di contrastarne la diffusione e mitigarne gli effetti negativi, soprattutto sui social media.

Del resto, è proprio accedendo alle piattaforme digitali che gli utenti si trovano coinvolti in dibattiti e discussioni riguardanti la politica, la scienza, la salute e la tecnologia; eventi spesso caratterizzati da una visione distorta della realtà, basati su spiegazioni alternative e non supportate da prove concrete, i quali hanno un impatto significativo sulla percezione individuale e collettiva di tali eventi.

I meccanismi psicologici che portano a credere alle teorie del complotto

Poiché la diffusione delle teorie del complotto è un problema tipicamente socio-culturale, ancor più che tecnico-ingegneristico, che necessita di un approccio olistico e multidisciplinare, in questa sede, vale la pena tratteggiare, seppur brevemente, alcuni aspetti che meritano di essere ulteriormente approfonditi, nonostante gli studi sin qui effettuati.

L’effetto network

Una volta svolto questo approfondimento iniziale, l’obiettivo finale sarebbe, comunque, quello di rilevare la diffusione di tali teorie su larga scala in quanto le piattaforme dei social media hanno proprio la caratteristica intrinseca di essere connotate dai grandi numeri, quello che viene usualmente definito l’effetto network. Come ben si sa, Internet è una landa digitale così smisurata e vasta che solo delle macchine “intelligenti” possono operare a quella velocità e a quella dimensione di scala, sia per quanto riguarda la diffusione che la rilevazione in tempo reale dei contenuti dannosi o malevoli.

In questa che è una breve disamina generale, in primo luogo, è necessario approfondire la comprensione dei meccanismi psicologici che portano le persone a credere alle teorie del complotto al fine di comprendere meglio i meccanismi che le portano a credere in spiegazioni alternative e non convenzionali.

Tra le principali motivazioni, che sono state addotte in letteratura, vi sono la necessità di fornire un senso compiuto al mondo, la ricerca di sicurezza e controllo e la tendenza a cercare conferme delle proprie convinzioni preesistenti.

I bias cognitivi

A questo riguardo, non si può non evidenziare il ruolo svolto dai bias cognitivi e dalle emozioni nella formazione delle credenze e nella diffusione delle informazioni online. Eventi di portata planetaria, come ad esempio gli attacchi terroristici dell’undici settembre 2001, possono amplificare il pensiero cospirazionista, portando le persone a cercare spiegazioni alternative che soddisfino il bisogno di controllo e di comprensione del mondo. Questi eventi, che possono essere caratterizzati da una complessità e da una mancanza di chiarezza nelle spiegazioni ufficiali, creano un terreno fertile per la diffusione di spiegazioni alternative che offrono un senso di controllo e di comprensione. Tali teorie possono svilupparsi, di conseguenza, come una risposta a eventi che generano incertezza e paura nella società.

Il ruolo degli algoritmi

In secondo luogo, c’è ancora molto da studiare su come queste piattaforme influenzano la formazione e la diffusione delle credenze cospirazioniste. Ad esempio, è importante comprendere come gli algoritmi favoriscano la diffusione di tali teorie e come le interazioni sociali on-line influenzino la formazione delle credenze. Non bisogna trascurare neppure il ruolo delle dinamiche di gruppo poiché tali teorie si diffondono attraverso reti sociali e comunità on-line, dove le persone condividono e rafforzano le loro convinzioni nelle cosiddette echo-chambers. È importante evidenziare, infine, che le comunità cospirazioniste sono più attive nel diffondere le informazioni rispetto alle popolazioni non complottiste.

Il contesto sociale e politico

In terzo luogo, bisogna tener conto anche di fattori prettamente sociologici quali il contesto sociale e politico in cui si diffondono tali teorie quali la disaffezione politica, la polarizzazione economica e le guerre culturali. È importante anche considerare come tali teorie possano essere utilizzate alla stregua di strumento di resistenza politica o ideologica. Per non parlare, infine, delle attività messe in atto da entità nation-state al fine di minare la democrazia, gli assetti politici e culturali delle nazioni avversarie.

Le sfide del decadimento della verità ai governi democratici

In generale, il decadimento della verità crea almeno quattro sfide alle fondamenta dei governi democratici:

  • l’erosione del discorso pubblico;
  • la paralisi istituzionale che si verifica quando i decisori politici non condividono un insieme di fatti e dati analitici;
  • l’alienazione e il disimpegno politico;
  • l’incertezza per gli individui e il ceto politico i quali non hanno più dei punti di riferimento oggettivi di cui hanno pur bisogno al fine di prendere decisioni a livello individuale e collettivo.

Un approccio basato sui modelli di apprendimento automatizzato

Come già menzionato in precedenza, per contrastare, tali effetti perniciosi sulla società si può far uso di un approccio innovativo basato sullo sviluppo di modelli di apprendimento automatizzato i quali tengano conto delle caratteristiche linguistiche e semantiche specifiche degli utenti cospirazionisti, nella scrittura dei loro messaggi. In particolare, l’utilizzo di algoritmi di apprendimento profondo, quali le reti neurali, possono essere in grado di apprendere automaticamente dai dati e di identificare pattern complessi, consentendo così di cogliere le sottili sfumature tra account cospirazionisti e non. A questo riguardo, l’identificazione di una serie di caratteristiche linguistiche e semantiche possono essere degli indicatori assai efficaci in termini di espressioni emotive intense, presenza di parole chiave specifiche e costruzione di narrazioni alternative. Nondimeno, sebbene l’apprendimento automatizzato abbia dimostrato di essere un potente strumento per l’analisi dei dati e la classificazione dei testi, la comprensione delle teorie del complotto sui social media richiede una complessità e una sensibilità che potrebbero non essere pienamente raggiungibili attraverso la sola intelligenza artificiale.

Conclusioni

Per raggiungere tale obiettivo di fondo è necessario sviluppare, di conseguenza, un approccio integrato e multidisciplinare che integri l’apprendimento automatizzato, le tecniche di analisi del testo e di estrazione delle informazioni con i domini disciplinari della sociologia, della psicologia sociale e di altre discipline pertinenti quali la scienza dei dati e l’informatica. In definitiva, è necessario esplorare ulteriormente le lacune nella letteratura esistente per sviluppare un quadro più completo e approfondito delle teorie del complotto on-line e delle misure di mitigazione che possono essere proficuamente messe in atto.

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