società digitale

L’era della solitudine: così il digitale ridisegna le relazioni umane



Indirizzo copiato

La società americana passa da un modello di forte integrazione sociale a uno di isolamento sistematico. Le nuove tecnologie e l’IA stanno normalizzando la solitudine, trasformandola da emergenza in stile di vita

Pubblicato il 3 mar 2025

Carmelina Maurizio

Università degli Studi di Torino



solitudine digitale

Sono in molti a chiederselo, con riflessioni condivise su testate digitali, sui social, in molti canali e contesti mediatici e non da poco tempo: le tecnologie stanno logorando le nostre relazioni sociali?

In particolare, in questo contributo che vuole essere una ulteriore possibile condivisione di punti di vista e risposte, sarà preso in considerazione il recente articolo del podcaster giornalista nordamericano Derek Thompson, che per la copertina di febbraio di The Atlantic, si interroga proprio sulle caratteristiche di quello che è stato definito “The Anti-Social Century“.

La solitudine come stile di vita

La riflessione parte da diverse domande, tra cui perché gli americani stanno passando più tempo da soli che mai e come questo sta cambiando le loro personalità, la loro politica e persino il loro rapporto con la realtà. Thompson sostiene che la solitudine autoimposta potrebbe essere il fatto sociale più importante dell’America del XXI secolo e che la natura della crisi sociale è che la maggior parte degli americani non sembra reagire al segnale biologico di passare più tempo con altre persone.

Partiamo dalla definizione di persona “sola”, così come scritta da Enghin Atalay, economista della Federal Reserve Bank di Philadelphia, ovvero “l’unica persona nella stanza, anche se è al telefono o davanti a un computer”, per andare a esplorare l’analisi di Thompson.

L’analisi della dinamica isolazionista

Secondo Thompson, che ha indagato sul fenomeno anche parlando per esempio con i ristoratori, la percentuale di adulti americani che cenano o bevono con gli amici una sera qualsiasi è diminuita di oltre il 30 percento negli ultimi 20 anni. È come se ci fosse una dinamica isolazionista che sta prendendo piede nel settore della ristorazione, come se per molte persone la casa è il santuario. Non solo, infatti, sempre secondo il podcaster statunitense, anche quando gli americani mangiano al ristorante, è molto più probabile che lo facciano da soli. Secondo i dati raccolti dalla piattaforma di prenotazione online OpenTable, il mangiare da soli è aumentato del 29 percento solo negli ultimi due anni

Stessa evoluzione dei ristoranti sta ripercorrendo la un’altra industria americana, Hollywood. Negli anni ’30, l’intrattenimento video esisteva solo nei cinema e l’americano medio andava al cinema diverse volte al mese. Il cinema era un’esperienza necessariamente collettiva, qualcosa di cui godere con gli amici e in compagnia di estranei. Oggi la tecnologia ha trasformato il cinema in un sistema di consegna a domicilio, l’adulto americano medio acquista circa tre biglietti per il cinema all’anno e guarda quasi 19 ore di televisione, l’equivalente di circa otto film, su base settimanale. Nell’intrattenimento, come nella ristorazione, la modernità ha trasformato un rituale di convivialità in un’esperienza di reclusione domestica e persino di solitudine.

La curva discendente della socializzazione negli Usa

Secondo l’American Time Use Survey, uno studio annuale condotto dal Bureau of Labor Statistics, la curva della socializzazione dei nord americani è in discesa da tempo: tra il 1965 e la fine del XX secolo, la socializzazione è lentamente diminuita; dal 2003 al 2023, è crollata di oltre il 20 percento. Negli anni ’70, la famiglia tipica intratteneva più di una volta al mese, ma dalla fine degli anni ’70 alla fine degli anni ’90, la frequenza di ospitare amici per feste, partite, cene e così via è diminuita del 45 percento, secondo i dati raccolti da Robert Putnam[1].

Secondo il sociologo della Princeton University Patrick Sharkey, che ha condotto uno studio su come i luoghi modellano le vite e le fortune economiche degli americani, l’aumento del lavoro da remoto potrebbe accelerare una tendenza a lungo termine: un cambiamento nella quantità di tempo che le persone trascorrono in casa. Ha fatto i calcoli e ha scoperto un cambiamento sorprendente nelle abitudini quotidiane: nel 2022, gli adulti hanno trascorso 99 minuti in più a casa in un dato giorno rispetto al 2003.

Il XX secolo come secolo sociale

Se si pensa al XX secolo, secondo Derek Thompson, la prima metà del secolo fu straordinariamente sociale: dal 1900 al 1960, l’adesione alla chiesa aumentò, così come la partecipazione ai sindacati e i tassi di matrimonio raggiunsero un livello record dopo la Seconda guerra mondiale e il tasso di natalità visse un famoso “boom”. Inoltre, associazioni di ogni genere prosperarono, compresi circoli del libro e gruppi di volontariato; comunità e sviluppatori in tutto il paese costruirono teatri, locali musicali, parchi giochi e tutti i tipi di luoghi di ritrovo.

Poi però, a partire dalla fine degli anni 60 e per proseguire nei 70, gli Stati Uniti entrarono in un’era di ritiro, per cui istituzioni di unione, come il matrimonio, si sono erose lentamente; dal 1985 al 1994, il coinvolgimento attivo nelle organizzazioni comunitarie è diminuito di quasi la metà. Questo perché secondo i sociologi sono cambiate le priorità politiche, il governo statunitense ha infatti rallentato drasticamente la costruzione di spazi pubblici, come biblioteche, palestre scolastiche e sedi sindacali e l‘individualismo sfrenato ha preso piede. Le cause? Due tra i fattori più importanti le tecnologie, che all’epoca erano l’automobile e il televisore.

Dal secolo sociale a quello antisociale

Se queste due tecnologie più significative del XX secolo, l’automobile e la televisione appunto, hanno avviato l’ascesa dell’isolamento americano, lo smartphone ha continuato a alimentare, ed effettivamente accelerato, la traiettoria anti-sociale, con schermi che occupano più del 30 per cento della vita da svegli dei bambini e degli adolescenti americani. Secondo uno sviluppatore di interni, Clifton Harness, uno dei fondatori di TestFit intervistato da Thompson, la regola cardinale del design contemporaneo è che ogni stanza è costruita per ospitare il tempo massimo da trascorrere davanti ad uno schermo. La persona media è sveglia per circa 900 minuti al giorno, i bambini e gli adolescenti americani trascorrono, in media, circa 270 minuti nei giorni feriali e 380 minuti nel fine settimana fissando i loro schermi, secondo la Digital Parenthood Initiative, per cui gli schermi occupano più del 30 percento della loro vita da svegli.

Da qui la crescita esponenziale della solitudine, tanto che c’è chi parla di “epidemia di solitudine”: a farlo è Vivek Murthy, il chirurgo generale degli Stati Uniti, che sostiene quanto abbia effetti negativi sulla salute, paragonabili a quelli del consumo di tabacco e dell’obesità. Nel terminare il suo mandato Murthy ha voluto ricordare che per combatter il male della solitudine vi è un solo rimedio: la comunità.

La solitudine come problema critico di salute pubblica del mondo sviluppato

Un numero crescente di funzionari della sanità pubblica sembra considerare la solitudine come il prossimo problema critico di salute pubblica del mondo sviluppato. Il Regno Unito nel 2017 e il Giappone nel 2021 hanno un ministero per la solitudine.

Con l’espansione della tecnologia e delle piattaforme social per le interazioni nei diversi ambiti della nostra vita, dal COVID-19, sempre più spesso anche nella sfera professionale, i dispositivi tecnologici quali cellulari o computer sono passati dall’essere “cosa” a “casa”, diventando lo strumento, la porta attraverso la quale si accede al mondo online che, sempre più spesso, è lo spazio in cui creare comunità.

Secondo Patrick Sharkey rispetto al 2003, nel 2024 gli americani hanno avuto maggiori probabilità di partecipare alle riunioni da casa, di fare acquisti da casa, di divertirsi a casa, di mangiare a casa e persino di pregare a casa. Praticamente l’intera economia si è riorientata per consentire agli americani di rimanere tra le loro quattro mura, qualcosa di più simile alla “vita da remoto”.

L’IA e la solitudine

Le riflessioni del podcaster statunitense si soffermano anche sull’IA, sottolineando come il suo arrivo possa incrementare un fenomeno già in atto, quello del passaggio da una società centrata sull’interazione sociale a un mondo dominato dall’isolamento individuale, sostituendo i legami sociali con stimoli personalizzati, offrendo una simulazione di compagnia che potrebbe indebolire ulteriormente i rapporti umani. L’IA, entrando nel campo dell’intrattenimento personalizzato, rischia di eliminare le poche occasioni rimaste di condivisione, portando gli individui verso un isolamento più profondo e pervasivo, che disconnette le persone dalla realtà esterna. Insomma, l’IA potrebbe segnare l’ultimo passo verso una solitudine normalizzata, una “morte termica” delle relazioni umane.

Sono già milioni le persone che stanno stringendo relazioni intime con le macchine, secondo Jason Fagone, un giornalista che sta scrivendo un libro sull’emergere di compagni di intelligenza artificiale. Character.ai, la piattaforma più popolare per i compagni di intelligenza artificiale, ha decine di milioni di utenti mensili, che trascorrono in media 93 minuti al giorno a chattare con il loro amico di intelligenza artificiale.

Note


[1] Putnam R. 2023, Comunità contro individualismo, ed. Il Mulino

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Video & Podcast
Analisi
Social
Iniziative
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Podcast
Centro Servizi Territoriali: uno strumento per accompagnare gli enti nell’attuazione della politica di coesione. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
Podcast
EU Stories, il podcast | Politiche di coesione e comunicazione: una sinergia per il futuro
Opinioni
La comunicazione dei fondi europei da obbligo ad opportunità
eBook
L'analisi della S3 in Italia
Norme UE
European Accessibility Act: passi avanti verso un’Europa inclusiva
Agevolazioni
A febbraio l’apertura dello sportello Mini Contratti di Sviluppo
Quadri regolamentari
Nuovi Orientamenti sull’uso delle opzioni semplificate di costo
Coesione
Nuovo Bauhaus Europeo (NEB): i premi che celebrano innovazione e creatività
Dossier
Pubblicato il long form PO FESR 14-20 della Regione Sicilia
Iniziative
400 milioni per sostenere lo sviluppo delle tecnologie critiche nel Mezzogiorno
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalle aule al mondo del lavoro, focus sui tirocini della Scuola d’Arte Cinematografica
TRANSIZIONE ENERGETICA
Il ruolo del finanziamento BEI per lo sviluppo del fotovoltaico in Sicilia
Formazione
“Gian Maria Volonté”: dalla nascita ai progetti futuri, focus sulla Scuola d’Arte Cinematografica. Intervista al coordinatore Antonio Medici
MedTech
Dalla specializzazione intelligente di BionIT Labs una innovazione bionica per la disabilità
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4