tecnologie e coesione

L’Europa unita dall’IA: così aiuta a superare le barriere linguistiche



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L’intelligenza artificiale sta emergendo come uno strumento cruciale per superare le barriere linguistiche in Europa, facilitando l’integrazione e il dialogo. Attraverso traduzioni precise e tecnologie immersive, l’IA promuove la comprensione culturale e potrebbe riformulare il concetto di identità europea, nonostante le sfide legate alle differenze socio-culturali e alla complessità linguistica

Pubblicato il 15 feb 2024

Anselm Küsters

Centres for European Policy Network (CEP)

Patrick Stockebrandt

responsabile politiche della salute e consumatori del Centres for European Policy Network (CEP)



PEC europea

In un’epoca di divisioni linguistiche e culturali, l’intelligenza artificiale (IA) emerge come catalizzatore per l’integrazione europea, offrendo strumenti di traduzione avanzati e tecnologie immersive capaci di abbattere le barriere comunicative. Si esplorano le potenzialità e le sfide della rivoluzione digitale nel promuovere una maggiore coesione tra gli Stati membri dell’UE, verso la formazione di un’identità europea più unita e inclusiva.

Il “mosaico” Ue e le sfide dell’integrazione

Nel dibattito giuridico, i giuristi, soprattutto dal punto di vista del diritto internazionale, hanno spesso misurato l’Unione Europea (UE) rispetto ai criteri tradizionali di uno Stato: territorio statale, autorità statale e popolo statale. Questi elementi costituiscono le pietre miliari della sovranità e dell’identità dello Stato.

Ma l’Unione Europea si muove al di fuori delle definizioni tradizionali di Stato; è più simile a un mosaico che a un blocco monolitico. Si tratta di un dibattito accademico che va avanti da anni, eppure non si può fare a meno di notare che l’integrazione europea costituisce una categoria a sé stante – tra l’unità statale e l’organizzazione internazionale.

L’UE è quindi giustamente descritta dalla Corte Costituzionale Federale tedesca come una “associazione di Stati“. Questo termine delinea l’UE come un’entità che, sebbene non sia un’unità statale in senso classico, è molto più di una semplice organizzazione internazionale. Si tratta di un’entità sui generis, caratterizzata da una legislazione propria, dall’apertura delle frontiere e dall’interconnessione dei suoi Stati membri. Nonostante i paragoni ricorrenti con gli ex imperi e la creazione deliberata di una consapevolezza storica da parte degli attori dell’Unione Europea, l’UE è in definitiva un ibrido la cui natura è in continua evoluzione e quindi sfida la comprensione della statualità ed anche di “nazione”.

L’effetto a doppio taglio del multilinguismo europeo

Un ostacolo importante sulla strada di un’integrazione europea ancora più stretta è il concetto di ‘popolo dello Stato’. Una nazione si forma attraverso una consapevolezza condivisa di appartenenza comune, una comunità di destino che include anche una dimensione linguistica. Il multilinguismo europeo ha un effetto a doppio taglio. Da un lato, è un’espressione della ricca diversità culturale, ma dall’altro è anche un ostacolo all’emergere di un’identità europea e di una sfera pubblica ampiamente sentita. Senza una lingua comune, il percorso verso una base comune profondamente radicata sembra arduo.

“I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo” (Ludwig Wittgenstein)

Nel Parlamento europeo, ad esempio, questa divisione si manifesta nella distribuzione dei seggi in base agli Stati membri e nell’elezione degli eurodeputati attraverso le elezioni nazionali. Questo sistema porta l’identità nazionale nel discorso europeo, ma dà anche l’impressione di una frammentazione. Approcci di riforma come le liste transnazionali, di cui si parla da anni, potrebbero offrire una via d’uscita e promuovere l’identificazione con una comunità europea che trascende i confini nazionali. Ma finora non sembra che siano stati fatti progressi molto concreti in questo contesto.

Multilinguismo Ue, un aiuto dall’IA e dai mondi virtuali

Con gli ultimi successi della tecnologia digitale, parola chiave intelligenza artificiale generativa (IA), c’è ora un’altra via d’uscita dalla confusione “babilonese” della lingua. Grazie ai nuovi assistenti di scrittura IA che lavorano con algoritmi di elaborazione del linguaggio naturale (NLP), le barriere linguistiche possono essere superate più rapidamente. Fornendo traduzioni accurate, le tecnologie IA come DeepL e ChatGPT aiutano le persone con background culturali diversi a comprendere i costumi, le tradizioni e le prospettive dell’altro. Mentre le espressioni sfumate come l’umorismo e le sottigliezze politiche oppongono ancora resistenza alla traduzione automatica, sviluppi come le app di video IA stanno aprendo prospettive completamente nuove. Questi strumenti possono essere utilizzati per parlare in sincronia labiale in varie lingue e creare video in cui non solo la lingua ma anche i movimenti labiali dell’oratore sono adattati ai suoni parlati. Si prevede che il mercato globale di questi servizi linguistici, sempre più alimentati dall’IA, raggiungerà 72,2 miliardi di dollari USA entro il 2027.

Come l’IA aiuta a ripensare il futuro dell’UE

Questo sviluppo tecnologico potrebbe arrivare al momento giusto per re-immaginare e ri-concettualizzare in modo innovativo il futuro dell’UE.

L’importanza delle app per traduttori e di strumenti tecnologici simili non deve essere sottovalutata, soprattutto alla luce delle infrastrutture globali emergenti come il metaverso immersivo, dove potrebbero svolgere un ruolo centrale. Fornendo funzionalità di traduzione istantanea, promuovono il dialogo transfrontaliero e quindi offrono il potenziale per trasformare la diversità dell’Europa in uno spazio di esperienza condiviso.

Secondo un sondaggio di Eurobarometro, quasi nove cittadini europei su dieci ritengono che la capacità di parlare lingue straniere sia molto utile, e il 98% afferma che conoscere le lingue è positivo per il futuro dei propri figli. Ciò che prima era accessibile solo a un’élite – la traduzione simultanea in tempo reale al Parlamento europeo – potrebbe presto far parte della vita quotidiana di ogni cittadino europeo, sia nei mondi virtuali che attraverso la tecnologia portatile. Ciò avrebbe anche un impatto positivo sul mercato unico, in quanto i sondaggi mostrano che i consumatori preferiscono acquistare prodotti promossi nella loro lingua madre.

Questo sviluppo tecnologico potrebbe arrivare al momento giusto per ripensare e concettualizzare in modo innovativo il futuro dell’UE. In un momento di svolta, in cui le tensioni geopolitiche ci costringono a riflettere con attenzione sull’allargamento e sulla riforma, la digitalizzazione esponenziale potrebbe fungere da catalizzatore per una maggiore integrazione. Un recente studio sistematico sull’applicazione delle nuove tecnologie IA nell’insegnamento delle lingue straniere ha dimostrato che l’integrazione di tali strumenti porta a notevoli progressi in vari aspetti dell’apprendimento linguistico e ha un impatto positivo sulla motivazione. Le app di traduzione e il loro ruolo nell’emergente metaverso sono solo l’ultimo esempio di un impulso fondamentale di digitalizzazione che sta aiutando a colmare sempre più i confini linguistici e culturali dell’Europa – si pensi, per esempio, alle conseguenze positive che l’abolizione delle tariffe di roaming a livello europeo ha già innescato.

Ma la tecnologia non è una panacea

Tuttavia, la tecnologia può anche intensificare le differenze esistenti e quindi rendere più visibili le tensioni esistenti. Questo è attualmente evidente, ad esempio, nelle discussioni divergenti sui social media sul conflitto tra Israele e Hamas che si stanno svolgendo in Europa. In questo caso, la tecnologia riflette non solo le differenze linguistiche, ma anche opinioni, valori e richieste politiche molto diverse. Il modo in cui argomenti controversi come la migrazione o i conflitti armati vengono discussi online in vari Stati membri europei rivela una complessità resa tangibile dalla tecnologia, ma non necessariamente standardizzata. Inoltre, gli strumenti di IA generativa creano anche opportunità per creare deepfakes in modo rapido e gratuito. Queste discrepanze dimostrano che c’è ancora un urgente bisogno di ricerca e di un dibattito più obiettivo su come gli strumenti digitali possano promuovere la comprensione di complesse differenze socio-culturali. Le tecnologie NLP sono già utilizzate dagli psicologi per monitorare le sessioni di terapia e fornire approfondimenti basati su prove; un approccio simile potrebbe anche aiutare a promuovere lo sviluppo socio-emotivo nella società.

Nonostante i numerosi vantaggi offerti dalle tecnologie digitali, la loro capacità di facilitare la comprensione non è quindi illimitata. Anche la migliore traduzione simultanea non può sempre cogliere le sottili sfumature di termini e concetti che provengono da contesti storici e culturali diversi. La storia e le caratteristiche culturali di ogni singolo Paese in Europa caratterizzano la percezione e l’interpretazione di informazioni, norme e leggi – un fatto che è stato evidente fin dall’inizio dei negoziati sui trattati europei.

Alla ricerca di un “terreno comune” dell’Europa”

Tuttavia, un discorso comune basato su un linguaggio condiviso – anche se solo attraverso un’applicazione IA – rende potenzialmente possibile riconoscere, discutere e negoziare tali differenze in modo differenziato. Solo attraverso il dialogo continuo e la volontà di comprendersi reciprocamente, gli Stati membri dell’UE possono plasmare un futuro che rispetti le loro identità individuali e crei contestualmente una coscienza collettiva europea. Innanzitutto, ciò richiede un linguaggio comune, che sarà sempre più comunicato digitalmente e vissuto virtualmente.

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