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L’IA al G7: l’Italia si prepara a guidare il dibattito internazionale



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L’IA ha il potenziale per generare un impatto significativo sullo sviluppo socio-economico globale e come tale sarà tra i temi del prossimo G7, che si terrà in Italia. È quindi fondamentale garantire una governance efficace e responsabile per orientare questo strumento potente verso il benessere di tutti

Pubblicato il 5 gen 2024

Simona Romiti

Change agent Senior Advisor in Programmi ed ecosistemi europei



renAIssance - intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale non è un fenomeno isolato, bensì un attore cruciale nel teatro della globalizzazione, capace di plasmare e di essere plasmato dal contesto socio-economico globale.

L’Italia, con i suoi sforzi nella governance dell’IA, si sta posizionando come un protagonista rilevante in questo scenario, contribuendo alla formazione delle politiche internazionali sull’IA.

Dall’annuncio della Premier Giorgia Meloni di eleggerla tra i temi del prossimo G7 che si terrà in Italia, il mondo scientifico e quello diplomatico sono in fermento per individuare gli attori capaci di esprimere la migliore intelligenza ecosistemica del Paese.

L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale nel XXI secolo

L’Intelligenza artificiale del XXI secolo interagisce con il contesto in cui opera e lo ridefinisce, appare più potente che prospera. La reificazione del contesto mondiale ad opera dell’IA, ha bisogno di dare significato a nuovi termini, originare una nuova lingua; creare metriche di valutazione dello sviluppo con la costruzione di standard per prodotti e servizi basati su un’IA generale; naturalizzare le leggi costituzionali attraverso istituzioni e codici di comportamento comuni a un nuovo stato di diritto.

Governance dell’IA, gli sforzi dell’Italia

Già a luglio del 2020, un gruppo di esperti, costituito nel 2019, sotto l’egida del Ministero dello Sviluppo economico, richiamandosi al Piano coordinato dell’Unione europea, pubblica il documento definitivo con le proposte per una Strategia italiana per l’intelligenza artificiale, e riconosce la necessità di passare dal concetto di “governo di una tecnologia” a quello di “governance per l’IA”, individuando nella flessibilità e multilateralità gli elementi essenziali per la costruzione di una legislazione adattiva e politiche di intervento tempestive.

A novembre del 2021, il Ministero dell’Università e della Ricerca lancia il Programma strategico per l’Intelligenza artificiale, da realizzarsi nel periodo 2022-2024, focalizzato sulla costruzione delle competenze, la ricerca multidisciplinare e la diffusione tra imprese e PA di applicazioni IA.  Un Piano che nei desiderata di Mario Draghi, doveva consentire all’Italia di migliorare il proprio posizionamento competitivo nello scenario mondiale, e recuperare, in corsa, il vantaggio acquisito da Francia e Germania, che avevano lanciato le proprie agende già nel 2015.

Il 2022 ha segnato una pausa del public capacity building, ma è risultato l’anno di affermazione del fenomeno dell’IA. Crescita del mercato dell’IA: 500 milioni di euro di investimenti, il 61% delle grandi imprese ha avviato progetti di IA, a fronte di un 15% di PMI. Crescita della consapevolezza degli italiani della presenza dell’IA nella vita quotidiana, 55% degli intervistati, e in quella lavorativa, 37% (fonte: elaborazione dati dell’ Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano).

L’influenza dell’IA sulle dinamiche delle istituzioni pubbliche

È con il 2023 che l’IA è tornata a influenzare le dinamiche delle istituzioni pubbliche. Dal mese di settembre, si sono susseguiti dibattiti in commissioni parlamentari, dichiarazioni e spoil system dei gruppi di esperti. La Ministra del Lavoro Marina Calderone, in un’audizione sull’IA cognitiva, designa gli algoritmi di Machine learning come strumenti di supporto alla formazione, alla qualità e sicurezza del lavoro.

Il sottosegretario Alessio Butti ha annunciato la costruzione di un fondo di 600 milioni di euro, gestito da GDP Venture Capital Sgr, per supportare le start-up italiane di IA con potenziale di crescita.

Il Ministro Adolfo Urso ha annunciato un collegato ad hoc alla manovra economica e la costituzione di un Centro di Intelligenza artificiale nazionale a Torino. È molto probabile che sarà proprio Torino a ospitare la sessione tematica del G7 sull’intelligenza artificiale, la città nel 2017 ha accolto il G7 su scienza e ICT. 

Sempre il sottosegretario Butti ha nominato 13 esperti di IA, provenienti da diverse discipline, che insieme ai rappresentanti del Dipartimento per la trasformazione Digitale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, hanno dato vita a un nuovo Comitato di coordinamento sull’IA. Il compito del Comitato è quello definire una nuova Strategia nazione di IA, entro l’inizio del 2024.

Il mese di novembre è stato un periodo produttivo del protagonismo italiano anche sul fronte internazionale. Insieme a Francia e Germania, l’Italia ha firmato un’intesa sul governo delle applicazioni dei sistemi di IA, che supera l’approccio basato sul rischio dell’IA come tecnologia, proposto dell’European AI Act, e focalizza metriche e  standard di sicurezza su schede modello, prodotte dagli sviluppatori per ogni prestazione d’uso operativo. 

Il passaggio di consegne dal Giappone all’Italia per la Presidenza del Think 7

Nel webinar Think 7, handover from Japan to Italy, del 16 novembre, c’è stato il passaggio di consegne dal Giappone all’Italia per la Presidenza del Think 7 (think7.org).  Tra i partecipanti, L’ISPI e lo IAI. All’Istituto per gli Affari Internazionali è stato affidato il compito di costituire una task force, la numero 3, guidata da Francesco Profumo, presidente della Fondazione della Compagnia di San Paolo.

La task force dovrà elaborare opinioni informate e formulare raccomandazioni, attraverso policy brief aventi a oggetto: i processi decisionali che possono determinare il design della nuova governance globale dell’IA, i principi giuridici inerenti la trasparenza, rischio, impatto e confomità dei sistemi di IA allo stato di diritto;  i fondamenti tecnologici riferiti agli algoritmi e alle operazioni sui dati. È inoltre raccomandata una forte convergenza con le soluzioni promosse in seno al Think 20 e al Global Solution Forum. Partendo dai risultati del Think 7 Japan, il documento elaborato della task force, dovrà contenere gli elementi guida per i Policy maker del G7

Non è ancora chiaro il numero dei componenti il gruppo di lavoro, ma è richiesto uno standing internazionale, ed è inoltre auspicabile la completa terzietà rispetto a gruppi di interesse, come la capacità di saper interpretare i fabbisogni e gli strumenti di intervento pubblico che l’IA reale genererà a partire dal 2030. Il coordinatore del Think 7 sulle digitalizzazione, che ha seguito i lavori per la presidenza giapponese, ha suggerito l’inclusione delle generazioni future, dei rappresentati delle economie emergenti e del Global South, il riequilibrio di genere, il coinvolgimento dei rappresentanti del mondo scientifico e della società civile.

L’ecosistema italiano impegnato nello sviluppo dell’IA

Ora se guardiamo all’ecosistema italiano impegnato nello sviluppo dell’IA, troviamo una comunità di solisti e centri di ricerca, per lo più finanziati con investimenti pubblici, che possono trasferire il proprio know how per la parte geo-tecnologica. Penso al Laboratorio CINI Lab-AIIS – Artificial Intelligence and Intelligence Systems del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica- che coinvolge più di 1000 ricercatori in AI e circa 55 player; il CINECA-INFN Infrastructure for HPC; la piattaforma IT HPC (High Performance Computing); l’Agenzia per l’Italia Digitale; gli 8 Centri di Competenza 4.0 nazionali, finanziati dal MISE; l’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano. Il made in Italy può fare leva su due grandi realtà industriali, protagoniste sullo scacchiere mondiale. Player che sviluppano soluzioni duali e che includono al proprio interno centri di ricerca e digital hub in grado di “sfornare” applicazioni AI in continuità con il mercato. Molto più debole è la rappresentanza dell’ecosistema delle start-up per l’IA. Sarebbe interessante per l’Italia mettere in opera un’iniziativa tutta francese, voluta da Macron “Scale-UP Europe” che affida all’imprenditoria diffusa dell’IA, la capacità di calibrare i processi di sviluppo socio-economico domestici, influenzare la posizione competivita del Paese in un contesto globalizzato.

Conclusioni

La task force del Think 7 dovrebbe di base lavorare, approfondire, raccomandare le iniziative che hanno potenzialmente il maggior impatto a lungo termine nell’empowerment delle persone. Il policy brief dedicato all’IA (reale?) potrebbe prevedere topics di interesse trasversali a tutti i Paesi:

  • l’introduzione di programmi di studio dei sistemi di IA, fornire indicazioni per il curricolo delle scuole secondarie;
  • l’infrastrutturazione di aree manifatturiere omogenee di High Perfomance Computer;
  • l’avvio di una politica comune dei dati per le nuove aree rurali e periferiche.

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