L’intelligenza artificiale cambierà radicalmente la società che abbiamo conosciuto fino a oggi.
Il motore a vapore ha trasformato la società. Lo schiavismo è venuto meno grazie all’automazione dell’agricoltura. Gli acquedotti hanno cambiato la nostra società, portando l’acqua nelle città in modo continuo e sicuro. Il telegrafo ha rivoluzionato la comunicazione, mentre le banconote sono nate dalla possibilità di confermare i depositi tra banche in tempo reale.
L’elettricità ha sconvolto la nostra società, e il femminismo è nato dalla liberazione dal concetto di lavoro come fatica fisica e dall’automazione delle attività casalinghe, riducendo la rigida divisione dei compiti familiari. La nostra società evolve grazie alla tecnologia.
Quando assistiamo a un salto sociale, ciò non avviene perché diventiamo più buoni, ma perché si vengono a creare le condizioni perché possa succedere.
La velocità del cambiamento tecnologico
L’intelligenza artificiale sconvolgerà nuovamente la società che abbiamo conosciuto, ma con una grande differenza rispetto al passato: la velocità. L’elettricità ha impiegato 48 anni a raggiungere le case di tutti dalla sua invenzione. Era necessario costruire tralicci e un’infrastruttura dedicata che potesse raggiungere tutti, oltre a sviluppare e diffondere dispositivi come prese e lampadine. L’intelligenza artificiale non avrà bisogno di cavi da tirare, si baserà sulla infrastruttura digitale che già abbiamo a disposizione. L’impatto sulla società sarà quindi immediato: non decenni, ma mesi.
Le conseguenze dell’intelligenza artificiale sul lavoro e l’informazione
La nostra capacità di accogliere questo cambiamento così veloce, tuttavia, non è scontata. Gli impatti si stanno già manifestando sull’occupazione – 300 milioni di posti di lavoro impattati, 5 milioni di nuovi posti in arrivo – sulla politica – proprio nell’anno in cui 2 miliardi di persone vanno al voto per la prima volta assieme – sull’informazione – lo scorso anno hanno chiuso 5 giornali ogni due settimane negli Stati Uniti.
Tendiamo sempre a sottovalutare gli impatti effettivi di una novità tecnologica, ma questa volta sono sotto gli occhi di tutti.
Il potere dell’informazione nell’era dell’intelligenza artificiale
Il concetto stesso di potere costruito sull’informazione sta cambiando perché non è più possibile sapere se un video sia vero o falso. In alcuni casi, l’intelligenza artificiale potrà essere utilizzata per finalità benevole, come nel caso del leader dell’opposizione in Pakistan che ad inizio anno ha condotto (e vinto) una campagna elettorale dal carcere affidando i suoi comizi ad un avatar. In altri casi si solleveranno molti dubbi, come nel caso dei media indiani pro-governativi che hanno suggerito l’utilizzo degli strumenti di video AI fake per sbeffeggiare l’opposizione.
Gli impatti dell’intelligenza artificiale sulla finanza e l’organizzazione
Nessuno è al riparo da questa rivoluzione tecnologica. Anche la finanza di Wall Street, messa in scacco dagli short squeeze organizzati da comunità di persone, sarà ancora più a rischio da attacchi coordinati da sistemi di IA. Uno dei valori che vedremo emergere sarà proprio la capacità organizzativa dell’IA, che permetterà di garantire l’efficienza anche a organizzazioni instabili ma determinate a perseguire un obiettivo. Come Internet è diventata trasparente ai nostri occhi, succederà lo stesso per l’organizzazione.
Fino ad oggi ci siamo concentrati sulla conoscenza, sulla generazione di contenuti. Ma l’intelligenza artificiale che abbiamo a disposizione è molto di più. La persecuzione di obiettivi, la persuasione di persone, la costruzione di entità con una loro indipendenza intellettuale è alle porte con la tecnologia che abbiamo a disposizione.
Il futuro dell’intelligenza artificiale: obiettivi e indipendenza intellettuale
Ho avuto il privilegio di parlare in questi anni con alcuni dei leader di pensiero e di azione nel mondo, dai candidati alle presidenziali statunitensi a leader spirituali come il Dalai Lama, fino a innovatori come presidenti e ministri di Paesi come Estonia e Taiwan. Tutti concordano su un principio: il vero potere non è quello di avere uno scettro in mano, ma quello di plasmare le possibilità di una comunità rendendo obbligate le azioni di chiunque sia al potere in un certo momento.
Se solo quindici anni fa si discuteva ancora se fosse meglio il modello dell’Enciclopedia Britannica o quello di Wikipedia, ora siamo pronti a nuovi modelli per custodire la cultura e le informazioni sul mondo, e già immaginiamo che possa essere più simile ad un oracolo che in ogni momento ed a ogni persona potrà fornire le risposte migliori.
Questo avrà un impatto importante anche sul concetto che abbiamo di verità condivisa, sulla quale basiamo le nostre scelte collettive. Ci siamo spesso occupati del concetto di fake news, senza mai realmente concentrarci sulla definizione di verità che cambia nel tempo e a seconda delle culture, degli stati e delle religioni.
Perfino a seconda dei diversi studi scientifici ai quali possiamo fare riferimento. Oggi dovremo iniziare a scrivere anche nuove definizioni di verità, economia, produttività, informazione e potere.
Come l’intelligenza artificiale può plasmare il futuro
Chi pensa di poter fermare il cambiamento è un romantico: un luddista che spera si possa ancora cucire all’uncinetto i vestiti che compriamo nei negozi. Il cambiamento è già in corso e questo è il momento non tanto di normarlo – dato che ancora non ne conosciamo a pieno i pericoli e le potenzialità -, ma di plasmarlo e di investire per costruire un futuro dove ci sentiremo a nostro agio.
Di tutto questo ho voluto parlare nel mio libro: “Gli Algoritmi del Potere: come l’Intelligenza Artificiale riscriverà la Politica e la Società”.