Nei giorni scorsi abbiamo premiato alla Camera dei deputati i progetti vincitori della Manifestazione di interesse rivolta al mondo dell’università e della ricerca, lanciata a febbraio scorso, per comprendere come utilizzare al meglio gli strumenti di intelligenza artificiale generativa a supporto dell’attività parlamentare.
Le motivazioni dietro l’adozione dell’AI alla Camera dei deputati
Un momento che ritengo estremamente significativo per l’istituzione, ma non solo. Almeno per tre motivi.
Un sfida ineludibile
Il primo: la Camera, attraverso il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione, che ho l’onore di presiedere, da mesi ha colto una sfida ineludibile. Ovvero, capire come interagire con quello che Papa Francesco ha definito lo scorso giugno, in occasione del G7 in Puglia, “uno strumento affascinante e tremendo”. Che è già nelle nostre vite, ha un impatto sulla nostra quotidianità e sulle nostre relazioni. Il pontefice ha definito non a caso l’intelligenza artificiale “strumento”: benefici e danni dipendono da come la utilizziamo. E il modo in cui disponiamo di questa tecnologia dipende dalla conoscenza profonda dei suoi meccanismi e delle sue implicazioni. Una cosa è certa: non può essere ignorata. E noi non abbiamo voluto “distrarci” e ci siamo messi all’opera per comprendere come sfruttarne al meglio le potenzialità, renderla un’opportunità per i cittadini, impiegarla nella maniera più efficace e sicura possibile.
Collaborazione e coinvolgimento degli esperti
Il secondo elemento che ritengo fondamentale sottolineare è che abbiamo fatto tutto questo aprendoci: agli esperti, a professionisti qualificati, a stakeholder che da anni lavorano in questo settore. Dapprima con un ciclo di tredici audizioni e con una missione di studio e analisi negli Stati Uniti, i cui risultati sono confluiti in un report che abbiamo messo a disposizione di tutti per contribuire alla discussione generale su potenzialità e rischi connessi all’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa. In un secondo momento, chiamando a raccolta docenti universitari e ricercatori, coloro che possiedono e sviluppano sempre nuove conoscenze e competenze per gestire e governare questi dispositivi tecnologici.
L’invito è stato accolto con grande entusiasmo: abbiamo ricevuto 28 progetti, presentati da tutta Italia (Torino, Genova, Milano, Brescia, Verona, Bologna, Modena, Pisa, Firenze, Roma, Napoli, Salerno). Tutti di alto profilo. La selezione – per la quale ci siamo avvalsi della collaborazione di un Comitato tecnico presieduto dal Professor Luciano Floridi e composto da autorevoli professioniste e professionisti – non è stata facile. La qualità delle candidature è stata davvero notevole, sono emerse proposte ugualmente valide e originali.
Responsabilità politica e condivisione di impegno
Perché sono convinta che questa condivisione di impegno sia importante? Perché credo che la politica abbia la responsabilità di accogliere le trasformazioni, governarle e metterle al servizio dei cittadini, stando sempre attenta a rispettare e tutelare diritti e libertà fondamentali di ogni persona. Ma allo stesso tempo ritengo che da sola non possa farcela. Ha bisogno di contributi qualificati per definire interventi strategici. Avere richiesto l’aiuto delle energie vive del Paese, in questo caso, dimostra la determinazione ad affrontare questo passaggio epocale, come l’ha definito il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con coraggio e serietà.
E questo aspetto mi conduce al terzo valore aggiunto di questa iniziativa: la cerimonia di premiazione non è stata un atto conclusivo, ma un punto di partenza. E, soprattutto, l’esperienza di collaborazione che abbiamo sperimentato finora proseguirà in forme diverse nel tempo.
Progetti vincitori e futuro della sperimentazione
Ragioneremo adesso sui tre progetti proclamati vincitori. Si tratta nello specifico di due prototipi e di un’idea. Fungeranno da base per sviluppare la sperimentazione all’interno della Camera dei deputati, con tutte le cautele del caso perché non vogliamo incorrere in rischi per i cittadini.
Legislab
Nello specifico, per conoscere più nel dettaglio l’articolazione delle proposte selezionate, “Legislab”, presentata dal Politecnico di Milano e dall’Istituto Einaudi e pensata per gli uffici di Montecitorio, è una piattaforma per l’analisi della legislazione italiana e di supporto per il monitoraggio delle leggi.
GenAI4Lex
È rivolto invece ai parlamentari “GenAI4Lex”, progetto sviluppato da un consorzio di università (Alma Mater, Luiss, Cnr, Università di Torino) per aiutare nella redazione dei testi legislativi, nell’analisi degli emendamenti e dei riferimenti normativi, e nella valutazione della conformità del testo rispetto al quadro normativo preesistente.
DepuChat
Infine, l’Università Roma Tre e l’Università di Firenze hanno proposto un’idea: “DepuChat”, un chatbot per interloquire con cittadine e cittadini. Consente di scandagliare dati custoditi nei siti della Camera e fornire agli utenti risposte a domande relative all’attività dei rappresentanti in Parlamento.
Importanza della gestione e della conoscenza degli strumenti di IA
Ciò che è emerso dall’adesione alla Manifestazione di interesse è l’attenzione nei confronti di strumenti che, se opportunamente gestiti e conosciuti, possono migliorare le attività di diversi ambiti della società e in questo caso agevolare il lavoro parlamentare e l’interazione con le persone all’esterno. Anche se occorre ricordare, naturalmente, che parliamo di supporto: non si sostituiscono ai deputati o ai funzionari della Camera.
L’importanza di un approccio antropocentrico
Al centro c’è e deve esserci sempre la persona. La sua capacità di decidere. Perché è in questa capacità che risiede la “specificità” umana.
Come ho anticipato prima, l’esperienza vissuta è destinata a continuare. Non solo perché intendiamo andare avanti con la sperimentazione alla luce dei contributi ricevuti dalle università e dai centri di ricerca.
Ma perché vogliamo che la rete che abbiamo tessuto per definire il migliore utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa a supporto del lavoro parlamentare diventi permanente: un laboratorio di idee e interventi di natura politica, per beneficiare delle possibilità messe a disposizione dalle tecnologie e dal progresso, salvaguardando la tenuta democratica della nostra società.
L’approccio antropocentrico appena descritto è e sarà tratto distintivo della nostra azione: dobbiamo vigilare affinché la facile accessibilità alla conoscenza che l’intelligenza artificiale genera non sia un’allucinazione democratica. E agire in modo tale da rendere chiaro a tutti che nessuna innovazione è neutrale.
Per scongiurare il rischio di rimanere assoggettati a oligarchie interessate unicamente al profitto e al potere, servono un solido protagonismo consapevole, una strutturata regolamentazione e la capacità di adattarsi velocemente. Tutte cose che sono possibili solo grazie alla collaborazione con le migliori intelligenze del Paese.