La potenza degli strumenti di intelligenza artificiale generativa (AI), è un punto di partenza per il cambiamento dell’automazione nella sfera occupazionale, apportando dei benefici economici, come si afferma in un nuovo studio di IDC e nei rapporti di McKinsey Global Institute del 2023 e S&P.
IDC e Mckinsey sull’intelligenza artificiale
Secondo il primo studio, il potenziale dell’AI potrebbe far crescere l’economia globale a ritmi accelerati fino a 4,9 mila miliardi di dollari entro il 2030, di cui 1,2 mila miliardi già solo nel 2024, generando così un impatto profondo e positivo nel lungo termine. Se le previsioni di IDC si avverassero, il peso dell’IA potrebbe arrivare a rappresentare il 3,5% del Pil globale, cumulativamente fra spesa diretta e spesa indiretta. Quanto agli impatti economici sull’Italia, l’intelligenza artificiale generativa, da sola, potrebbe produrre un incremento fino a 312 miliardi di euro del valore aggiunto annuo dell’economia italiana nei prossimi 15 anni. Le aziende, da parte loro, sembrano aver ben compreso le potenzialità insite nell’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale: un terzo delle imprese, in Europa, infatti, ha incorporato l’IA all’interno dei propri processi, con un tasso di crescita del 32% rispetto allo scorso anno.
Lo studio di McKinsey ha rilevato che l’IA generativa e altre tecnologie potrebbero automatizzare le attività lavorative che attualmente occupano il 60-70% del tempo dei dipendenti. Si tratta però di una proiezione complicata; il rapporto riconosce che saranno necessarie alcune significative riqualificazioni e che le aziende e i governi dovranno investire per sostenere le transizioni dei lavoratori e gestire gli altri rischi che un cambiamento così epocale comporterà. “Se le transizioni dei lavoratori e gli altri rischi possono essere gestiti, l’IA generativa potrebbe contribuire in modo sostanziale alla crescita economica e sostenere un mondo più sostenibile e inclusivo”, scrivono gli autori.
Quel “se” è la principale incognita.
Secondo il rapporto, il valore aggiunto dell’IA generativa si concentrerà principalmente in quattro categorie di posti di lavoro: operazioni con i clienti, marketing e vendite, ingegneria del software e ricerca e sviluppo. L’esempio del servizio clienti illustra la prima categoria;
IA generativa: previsioni in forte crescita
S&P Global Market Intelligence invece prevede una crescita significativa del mercato del software di intelligenza artificiale generativa. Si prevede che il fatturato di questo settore raggiungerà i 36 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 58%.
S&P Global Market Intelligence invece prevede una crescita significativa del mercato del software di intelligenza artificiale generativa. Si prevede che il fatturato di questo settore raggiungerà i 3,7 miliardi di dollari nel 2023 e salirà a 36 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 58%.
Il rapporto evidenzia i vari segmenti del mercato, tra cui i generatori di testo, codice, immagini, audio, video e dati strutturati. Il rapporto rileva che, sebbene i modelli di AI generativa siano in fase di sviluppo da tempo, la loro produzione su larga scala è un fenomeno recente. Lo spazio dei generatori di testo è particolarmente vivace, con un CAGR previsto del 50% dal 2023 al 2028, mentre la generazione di codici dovrebbe essere il segmento in più rapida crescita, con un CAGR di quasi il 73%.
Si prevede che il settore della generazione di immagini registrerà una forte crescita e che emergeranno anche approcci di AI generativa per la generazione di dati strutturati. Il rapporto suggerisce che l’AI generativa avrà un profondo impatto sulle modalità di utilizzo e produzione di linguaggio, immagini, codice, audio e video. Secondo l’analisi condotta dalla PWC, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale porterà ad un aumento del 14% del PIL globale nel 2030.
L’IA per l’automazione industriale
L’intelligenza Artificiale è certamente un’ottima risorsa per l’automazione industriale, utile anche nel settore medico, finanziario, della comunicazione ed energetico. Ad esempio, nell’ambito medico l’AI riuscirà a contribuire al miglioramento della salute grazie a nuove tecnologie e dispositivi in grado di rilevare precocemente le malattie e velocizzare le diagnosi al fine di ridurre i potenziali rischi latenti. Nel settore finanziario le innovazioni sono molteplici. In particolar modo, grazie all’AI la rilevazione dei fenomeni criminali, come riciclaggio e frodi, e di minacce cyber velocizzerà i processi di identificazione per poter intervenire in breve tempo al fine di limitare i danni, soprattutto di tipo economico.
Nel settore della comunicazione, sono tre le aree con il maggiore potenziale per l’utilizzo e l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale; ovvero il settore riguardante l’archiviazione e la ricerca dei media, l’area relativa alla creazione di contenuti personalizzati come marketing, film, musica ed, infine, il settore delle pubblicità personalizzate al fine di generare contenuti ad hoc per i consumatori riducendo i fattori tempo e costo per le aziende che operano in tali ambiti. Un altro settore con grande potenziale di sviluppo dell’AI riguarda quello energetico.
La ricerca e la sperimentazione di modelli di intelligenza artificiale possono potenzialmente portare a previsioni di carico migliori e più accurate, a previsioni efficienti della domanda e dell’offerta, a una maggiore flessibilità della rete e all’ottimizzazione della manutenzione e del funzionamento degli asset energetici. In quanto tali, le tecnologie di intelligenza artificiale hanno un impatto diretto sull’ambiente per quanto riguarda l’efficienza energetica, la maggiore integrazione delle fonti energetiche rinnovabili (FER) e la riduzione degli sprechi alimentari e industriali.
Il cambiamento dell’assetto interno nel settore lavorativo e delle risorse umane
Tuttavia, un problema che sta emergendo in tutti i forum sociali e politici riguarda l’utilizzo dell’AI ed il relativo cambiamento dell’assetto interno nel settore lavorativo e delle risorse umane. La questione associata all’Intelligenza Artificiale, che sta allarmando maggiormente l’opinione pubblica, fa riferimento alla sostituzione di alcune professionalità con sistemi e applicazioni basati su AI. Sebbene uno studio del 2013 dell’Università di Oxford aveva evidenziato come il 47% dei posti di lavoro negli Stati Uniti sarebbero stati sostituiti dall’IA nei prossimi 20 anni, un recente studio di Goldman Sachs ha ridimensionato il problema evidenziando, tuttavia, come gli strumenti di IA generativa potrebbero avere un impatto su 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno in tutto il mondo.
Ciononostante, uno studio del novembre 2022 di Eric Dahlin, professore di sociologia alla Brigham Young University nello Utah, USA, ha sottolineato come l’AI non sta sostituendo i lavori umani al ritmo in cui la maggior parte della popolazione crede. Di fatto, secondo i suoi dati, solo il 14% dei lavoratori ha affermato di aver visto il proprio lavoro sostituito da tecnologie AI.
I lavoratori, sia quelli che hanno sperimentato il cambio di lavoro a causa della tecnologia, sia quelli che non l’hanno fatto, tendono a sopravvalutare la velocità e l’entità di questa tendenza. Molto esperti, tuttavia, ritengono che non sia ancora necessario preoccuparsi di tale questione e che questo cambiamento potrebbe persino generare nuovi posti di lavoro. La creazione di quest’ultimi non sembra così automatica in quanto i nuovi posti richiederanno molta formazione e istruzione per l’utilizzo dei dispositivi di Intelligenza Artificiale.
Su quali lavori l’IA avrà maggiore impatto
La maggior parte dei ricercatori esita a prevedere la velocità di implementazione dell’intelligenza artificiale. Seamans della NYU, professore associato di gestione e organizzazioni, ritiene che ci vorrà ancora molto tempo prima che l’effetto diventi esteso a livello globale.
Sebbene sia chiaro che la maggior parte dei lavori sarà influenzato dall’intelligenza artificiale in un modo o nell’altro, questi cambiamenti non riguarderanno tutti i lavoratori allo stesso ritmo o nello stesso momento. Di fatto, sono presenti differenze significative nel grado di automazione dei posti di lavoro per settore industriale, ma questi effetti varieranno anche nel tempo. Nel breve periodo, gli impatti maggiori potrebbero riguardare settori come i servizi finanziari, dove gli algoritmi possono portare ad analisi e valutazioni più rapide ed efficienti. Nel lungo termine, invece, lo sviluppo di veicoli autonomi senza conducente potrebbe far sì che gli impatti maggiori si registreranno nel settore dei trasporti. Ciononostante, secondo diverse fonti un problema comune a cui l’AI porterà nel settore lavorativo è quello della disuguaglianza.
L’AI e l’aumento delle diseguaglianze
Secondo due ricercatori dello Stockholm Environment Institute svedese lo sviluppo dell’AI amplificherà le disuguaglianze all’interno delle nazioni e tra di esse, sottolineando la necessità di quadri di governance e di politiche per affrontare queste sfide. I ricercatori esplorano anche le dimensioni dell’iniquità nell’IA, tra cui le opportunità economiche, i pregiudizi nei dati di sviluppo e addestramento e l’accesso limitato ai dati e alle infrastrutture informatiche.
Dal punto di vista legale, ad esempio, attualmente la maggior parte del dibattito sull’IA e gli sforzi di regolamentazione sono concentrati nei Paesi occidentali, trascurando le esigenze e le preoccupazioni delle regioni dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia. Le conseguenze di un’IA non regolamentata potrebbero approfondire le disuguaglianze globali e rafforzare i pregiudizi, esponendo i Paesi a reddito medio-basso e con istituzioni più deboli a maggiori vulnerabilità.
Tendenze future
Secondo McKinsey, nella sua 2024 Global survey on AI, l’adozione di soluzioni di Intelligenza artificiale, all’interno dei processi e delle linee di produzione delle aziende, sperimenta una tendenza di forte crescita. Circa il 65% dei partecipanti all’indagine condotta da McKinsey, infatti, afferma che l’IA generativa è usata regolarmente dalle proprie organizzazioni, ben il doppio rispetto alle risultanze emerse dalla stessa survey nel 2023. Ma se elevato è il tasso di adozione dell’AI generativa all’interno dei processi aziendali, elevate sono anche le aspettative riguardanti le potenzialità dello strumento: tre quarti dei partecipanti alla survey, infatti, come anche nel 2023, ritiene che l’IA generativa avrà un impatto significativo sul proprio settore di riferimento.
Ma è l’adozione dell’intelligenza artificiale in generale, e non solo di quella generativa, che nell’ultimo anno ha visto un tasso di adozione elevato se paragonato agli anni precedenti. Negli ultimi sei anni, infatti, la percentuale di partecipanti alle survey di McKinsey che ha affermato di utilizzare l’IA all’interno delle proprie organizzazioni si è sempre attestata stabilmente attorno al 50%. Per il 2024, invece, questo dato è arrivato a toccare ben il 72% degli intervistati. Ma è soprattutto la dimensione globale del fenomeno a destare particolare interesse: circa i due terzi degli intervistati, in quasi ogni regione, sostiene che la propria organizzazione si affidi a strumenti di intelligenza artificiale. Si pensi che nel 2023, invece, l’adozione dell’IA non aveva raggiunto il 66% in nessuna delle regioni dei partecipanti alla survey.
IA per il Made in Italy: Google mira a supportare le PMI italiane nell’adozione dell’IA
Un interessante caso di studio verso la stabile adozione dell’intelligenza artificiale all’interno dei processi aziendali è l’iniziativa di Google ‘IA per il Made in Italy’. Obiettivo dell’iniziativa è quello di supportare le PMI italiane nell’integrazione dell’intelligenza artificiale all’interno dei propri processi e linee di produzione, orientandosi soprattutto ai settori del metalmeccanico, dell’abbigliamento, dell’arredamento e dell’agroalimentare. È infatti proprio il tessuto delle PMI ad essere più esposto al rischio di non stare al passo con un’economia che vede l’IA, già oggi, come un importante vantaggio competitivo.
L’iniziativa lanciata da Google si compone di diversi step. Il primo passo si realizza in una analisi della maturità digitale del proprio business tramite l’utilizzo di AI Smart Report. Nato dalla collaborazione fra Google e la School of Management del Politecnico di Milano, AI Smart Report si propone di supportare le imprese ad orientarsi nel mondo dell’intelligenza artificiale presentandone le possibili applicazioni ed i relativi benefici. AI Smart Report è uno strumento che, infatti, senza costi, grazie all’analisi di 177 tecnologie IA su vari settori del Made in Italy permette di individuare quelle più utili per la propria realtà aziendale.
L’offerta di Google a supporto delle PMI italiane mira, inoltre, ad affrontare il divario di competenze relativamente all’utilizzo ed alla consapevolezza dei benefici dell’intelligenza artificiale. Con questo obiettivo, ‘IA per il Made in Italy’ propone un’ampia gamma di corsi sull’intelligenza artificiale, adatti a diversi livelli di conoscenza, volti a preparare persone e aziende a coglierne le opportunità. Allo stesso modo, l’iniziativa di Google intende supportare le PMI italiane tramite l’offerta di consulenze ritagliate su misura della propria realtà aziendale, individuando quei processi e quelle aree nelle quali l’IA può costituire un importante valore aggiunto.