AI e norme

L’intelligenza Artificiale in Costituzione: così la Francia detta la linea

La proposta di legge n. 2585 configura il riconoscimento “costituzionale” dell’Intelligenza Artificiale come presupposto essenziale di una moderna società digitale, basata sul rispetto dell’uguaglianza, della solidarietà e della non discriminazione. Ecco cosa prevede il documento

Pubblicato il 25 Feb 2020

Angelo Alù

studioso di processi di innovazione tecnologica e digitale

intelligenza artificiale pregiudizio

Lo scorso 15 gennaio 2020 è stata presentata al Parlamento francese la proposta di legge costituzionale n. 2585 relativa alla “Charte de l’intelligence artificielle et des algorithmes”.

Si tratta della prima iniziativa che mira a costituzionalizzare le implicazioni giuridiche dell’Intelligenza Artificiale.

Richiamando la Dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre 1948, come base giuridica a presidio dei diritti umani, la proposta di legge, infatti, formalizza il fondamento costituzionale del nucleo generale dei principi applicabili in materia di Intelligenza Artificiale, come intervento regolatorio di adeguamento del quadro normativo vigente all’evoluzione tecnologica per garantire la tutela delle libertà fondamentali degli individui con lo sviluppo di algoritmi sempre più sofisticati in grado di esercitare forme di controllo massivo sulla generalità degli utenti.

La “Carta” dell’Intelligenza Artificiale e degli algoritmi 

A tal fine, in sede di revisione del Preambolo della Costituzionale francese viene sancito l’esplicito riferimento alla “Carta dell’Intelligenza Artificiale e degli algoritmi del 2020” nella parte in cui si afferma il riconoscimento dei diritti umani e dei principi di sovranità nazionali come definiti dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, integrati dal Preambolo della Costituzione del 1946, nonché dai diritti e doveri stabiliti dalla Carta ambientale del 2004.

Dopo aver delineato la nozione di Intelligenza Artificiale per identificare qualsiasi tipo di robot e algoritmo evolutivo suscettibile di apprendimento decisionale, il documento prevede, in caso di danni cagionati agli individui, l’imputabilità di obblighi e responsabilità direttamente a carico della persona fisica o giuridica che, come rappresentante legale, crea e distribuisce sistemi di IA, escludendo che questi ultimi siano dotati di personalità giuridica nella titolarità di situazioni giuridiche soggettive.

La menzionata proposta di legge costituzionale, costituente un’iniziativa inedita nel panorama nazionale degli Stati, sembra porsi in stretta connessione con la “European Ethical Charter on the Use of Artificial Intelligence in Judicial Systems and their environment adottata in seno al Consiglio d’Europa dalla Commissione europea per l’efficienza della giustizia (CEPEJ) a Strasburgo nel dicembre 2018, per assicurare la compatibilità degli strumenti di Intelligenza Artificiale con la tutela dei diritti fondamentali, nel rispetto del principio di non discriminazione, mediante lo sviluppo di dispostovi sicuri e di qualità in grado di garantire sistemi tecnologici trasparenti, imparziali ed equi.

Gli orientamenti dell’Europa sull’IA

In materia, peraltro, sono stati resi pubblici nell’aprile 2019 anche gli orientamenti per un’IA affidabile elaborati dal Gruppo indipendente di esperti ad alto livello sull’intelligenza artificiale istituito nel giugno 2018 dalla Commissione europea nell’ambito della generale strategia a sostegno di “un’IA in Europa etica, sicura e all’avanguardia” che sia in grado di realizzare un quadro giuridico ed etico adeguato ai cambiamenti tecnologici «per contribuire a risolvere le più importanti sfide mondiali: dalla cura delle malattie alla lotta contro i cambiamenti climatici e alla previsione delle catastrofi naturali, dall’aumento della sicurezza dei trasporti4 alla lotta alla criminalità e al miglioramento della cibersicurezza».

Al fine di predisporre l’applicazione di regole etiche in grado di garantire elevati livelli di protezione e di sicurezza, il documento predisposto dal Gruppo di esperti, a seguito di una prima fase di consultazione pubblica del testo, persegue, infatti, l’obiettivo di promuovere un sistema di IA affidabile, fondato sui principi di “legalità”, “eticità” e “robustezza”, poiché gli strumenti di Intelligenza Artificiale, pur promuovendo rilevanti benefici sociali ed economici, possono al contempo produrre effetti negati sul corretto esercizio dei diritti fondamentali delle persone.

Un quadro normativo giuridicamente vincolante

Per tale ragione, viene auspicata l’adozione di un quadro normativo giuridicamente vincolante per favorire lo sviluppo sostenibile dei sistemi di IA nel rispetto della dignità umana, da cui discende il divieto di manipolazione e profilazione dei dati personali a tutela delle libertà individuali, evitando intrusioni esterne ad opera di algoritmi in grado di realizzare forme pervasive di sorveglianza e di controllo.

In tale prospettiva, la proposta di legge costituzionale n. 2585, richiamando i valori supremi dello Stato di diritto, configura il riconoscimento “costituzionale” dell’Intelligenza Artificiale come presupposto essenziale di una moderna società digitale, basata sul rispetto dell’uguaglianza, della solidarietà e della non discriminazione, così rivitalizzando il nucleo basilare dei principi giuridici delle democrazie costituzionali di fronte alle nuove e inedite sfide tecnologiche che l’era digitale attuale pone.

Di certo, restano ancora aperti e privi di soluzione i problemi derivanti dall’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel settore giuridico, a causa della difficile qualificazione di tali dispositivi come vere e proprie persone giuridiche titolari della capacità di agire.

Ne consegue l’inevitabile crisi dei tradizionali modelli regolatori esistenti che richiedono il necessario adeguamento del quadro normativo vigente nell’ottica di salvaguardare i diritti delle persone, riducendo al minimo i pericoli – ancora oggi non del tutto noti – derivanti dallo sviluppo dei sistemi di Intelligenza Artificiale.

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