Disuguaglianze

L’Intelligenza Artificiale nei sistemi sanitari africani: stato dell’arte e nodi da sciogliere

L’IA ha il potenziale per rivoluzionare l’assistenza sanitaria in Africa: dalla diagnosi a distanza alla prevenzione di malattie non trasmissibili. Ma per attuare la transizione è necessario affrontare quattro sfide: l’allocazione dei fondi, i pregiudizi razziali, i problemi di privacy e la mancanza di formazione

Pubblicato il 06 Set 2022

Maria Angela Maina

ricercatrice The Thinking Watermill Society

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Sono numerosi i progetti di Intelligenza Artificiale in corso o in attesa di essere attuati in Africa nell’ambito della sanità: l’uso della tecnologia offre grandi promesse sul territorio, dal miglioramento delle cure all’offerta di soluzioni mediche su misura.

Tuttavia, occorre sempre guardare all’altra faccia della medaglia: la sola intelligenza artificiale non potrà certo, da sola, risolvere tutti i problemi del settore sanitario africano.

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Gli obiettivi dell’IA per l’assistenza sanitaria in Africa

Il diritto all’assistenza sanitaria si basa sull’accessibilità, l’economicità e la qualità, tutti aspetti che l’Africa deve affrontare per poter garantire tale diritto.

Le attuali pratiche di Intelligenza Artificiale nei sistemi sanitari africani promettono di:

  • Migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria per milioni di persone attraverso la diagnosi a distanza, utilizzando le immagini degli smartphone e persino le comuni applicazioni di social media, come WhatsApp, per la comunicazione tra medici e pazienti. Ad esempio, la piattaforma “mHealth” in Kenya utilizza le immagini scattate dai pazienti per la diagnosi delle lesioni da ustione in contesti di povertà di risorse, in modo simile alla piattaforma “Babylon Health”, sviluppata in Ruanda.
  • Rivoluzionare il rilevamento e la diagnosi per prevenire le malattie non trasmissibili, mediante l’utilizzo di metodi e piattaforme di IA in grado di mettere in contatto i diversi soggetti coinvolti, al fine di ottenere un’assistenza sanitaria di qualità.
  • Rendere l’erogazione dell’assistenza sanitaria maggiormente proattiva attraverso l’uso dei dati, in modo da facilitare l’assistenza preventiva, come ad esempio con la tecnologia AI-assisted sviluppata da Antara Health in Kenya.
  • Dare forza e integrazione agli operatori sanitari attraverso lo snellimento dei processi produttivi, l’assistenza nella gestione della catena di fornitura, la gestione delle cartelle cliniche e la riduzione di costi. In Sudafrica, l’Intelligenza Artificiale viene utilizzata per creare un metodo di classificazione logistica in grado di prevedere la durata dei dipendenti sanitari nel servizio pubblico al fine di ottenere una pianificazione più efficace, in cui oltre il 70% si basa sul sistema sanitario pubblico. Inoltre, la startup 54Gene spera di semplificare la produzione di farmaci nel continente sulla base di dati genomici africani.
  • Creare soluzioni mediche su misura in presenza di disuguaglianze di fondo. Si pensi al diritto alla salute sessuale e riproduttiva, che è un argomento tabù nella maggior parte delle comunità africane. Per questo la startup Sophie Bot ha creato una piattaforma di facile utilizzo per rispondere alle domande sull’argomento.

L’IA per l’assistenza sanitaria africana: le quattro sfide da affrontare

L’Intelligenza Artificiale sarà la soluzione dei problemi dell’Africa? Non da sola. Ecco perché.

Bassa allocazione dei fondi

Il raggiungimento degli obiettivi di accessibilità, economicità e qualità del sistema assistenziale sanitario dipende dai fondi che vengono stanziati a tal fine. I Paesi africani spendono attualmente dagli 8 ai 120 dollari pro capite all’anno per l’assistenza sanitaria, rispetto ai Paesi ad alto reddito che spesso spendono più di 4.000 dollari.

La mancanza di fondi governativi induce le persone a spendere di più per accedere al sistema sanitario. Questo porta un aumento delle disuguaglianze tra i diversi soggetti, in particolare quelli che popolano le aree rurali, i quali spesso sono costretti ad effettuare lunghi viaggi per raggiungere le cliniche. Secondo le conclusioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, un aumento della spesa pubblica consentirebbe a meno persone di un Paese di cadere in povertà a causa alla ricerca di servizi sanitari.

I pregiudizi razziali

Il documentario Coded Bias ha illustrato i pregiudizi che permeano la tecnologia di riconoscimento facciale, che sono il risultato degli stessi pregiudizi di coloro che creano questi algoritmi. C’è un alto tasso di investimenti esteri nei progetti di automazione africani. Sarebbe saggio che i governi dell’Africa conferissero maggiori poteri agli esperti di tecnologia africani, consentendo loro di poter collaborare con le aziende straniere nella creazione di soluzioni sanitarie locali basate sull’Intelligenza Artificiale.

Problemi di etica dei dati e di tutela della privacy

“I dati sono per l’Intelligenza Artificiale quello che il cibo è per gli esseri umani”. I metodi di diagnosi a distanza, attuati mediante l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, comportano la condivisione di dati inerenti l’immagine e l’identità personale attraverso le piattaforme per i medici. Tuttavia, la legge sui dati e sulla privacy è un concetto nuovo in Africa, che possiede dei meccanismi di protezione e applicazione meno avanzati rispetto ai Paesi occidentali. La mancanza di norme mette a rischio la sicurezza dei dati e la privacy delle persone che possono affidarsi a questi metodi per accedere ai servizi sanitari. La situazione per gli abitanti delle aree rurali africane è potenzialmente preoccupante, perché questi ultimi non sono consapevoli di questi diritti, con la conseguenza che l’uso non regolamentato dell’Intelligenza Artificiale può portare alla raccolta non etica dei loro dati e all’uso improprio della loro identità digitale.

Mancanza di formazione sull’IA in Africa

Meno del 25% degli studenti africani segue corsi STEM, mentre solo l’1,1% della conoscenza scientifica viene prodotta nel continente. Esistono iniziative proattive a livello privato, come il Centro per la ricerca sull’Intelligenza Artificiale in Sudafrica e il @iLabAfrica Research in Kenya. Tuttavia, è necessario che il governo investa ulteriormente al fine di offrire opportunità agli esperti e coltivando l’interesse per i programmi locali piuttosto che incoraggiare la fuga di cervelli.

Conclusioni

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per i sistemi sanitari africani è una grande iniziativa e il Paese non dovrebbe rimanere indietro. Tuttavia, il panorama dell’Intelligenza Artificiale in Africa è ancora un concetto nuovo, così come lo è a livello globale.

Inoltre, i sistemi sanitari non coinvolgono solo strumenti e processi, ma anche il rapporto con le persone, i diritti umani, la complessità della biologia umana e molto altro ancora. Senza dimenticare l’incombente preoccupazione che l’Intelligenza Artificiale possa in futuro assumere tutte le capacità umane.

A livello globale, non dovremmo eliminare l’apporto umano dall’assistenza sanitaria, ma piuttosto utilizzare l’Intelligenza Artificiale come complemento, ad esempio nell’ambito della salute mentale. Tuttavia, il continente africano deve lavorare per affrontare gli ostacoli evidenti che impediscono il successo dell’Intelligenza Artificiale nei sistemi sanitari.

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