Gli scontrini di Renzi sindaco di Firenze, i derivati che il tesoro ha sottoscritto con le banche d’affari, i dati dell’expo: questi alcuni degli esempi degli accessi agli atti richiesti dal M5S e rigettati dalle P.A. o dalle società a maggioranza pubblica per mancanza di una vera legge sulla trasparenza.
Il provvedimento sul FOIA, che doveva risolvere queste lacune, è partito malissimo. Innanzitutto con la votazione di una legge che delegava al Governo la sua stesura invece di lasciare il lavoro legislativo al Parlamento; in seguito poiché il testo prodotto dal Governo è stato pubblicato e reso accessibile dopo due settimane dalla sua votazione in Consiglio dei Ministri.
Risultato? Un testo che non ha soddisfatto nessuno.
Il parere votato in commissione affari costituzionali ha inglobato quasi tutte le richieste della società civile e delle associazioni, compreso l’eliminazione del silenzio diniego che tra l’altro, era presente anche nel testo di FOIA4ITALY e nella proposta di legge del partito democratico.
Ci auguriamo che effettivamente il Governo segua e modifichi le criticità emerse in commissione, ma noi in quanto opposizione, avevamo presentato un parere alternativo che bocciava irrimediabilmente questo c.d. FOIA, imboccando sul serio la strada della trasparenza utile non solo per propaganda elettorale.
Abbiamo quindi votato contro il parere presentato dal PD perché esistono una serie di eccezioni all’accesso alle informazioni che possono essere molto pericolose e che secondo noi rappresentano il vero problema. Nel nostro paese avremmo voluto un vero FOIA e abbiamo ritenuto insufficienti le modifiche proposte ad un testo pessimo uscito dal Consiglio dei Ministri.
Quello che è stato votato in ogni caso, non è un parere vincolante. In ogni caso il testo governativo, pur se recepisse per intero le indicazioni contenute nel parere approvato, in nome di una presunta semplificazione finirebbe per depotenziare importanti obblighi di pubblicazione ad oggi previsti finendo per privare i cittadini di informazioni importanti per controllare e giudicare l’operato di chi amministra la cosa pubblica
Il Governo sapeva mesi prima di scriverlo e sa anche oggi quali sono le richieste di modifica per poterlo considerare un vero FOIA. Che cosa farà?