Fatti tragici come la strage di Buffalo del 14 maggio 2022 pongono sotto i riflettori media normalmente marginali, anche per la “particolarità” dei contenuti che veicolano.
Ma, se l’odio online è certamente un problema, non si può tuttavia nascondere che il problema di base è l’odio vero e proprio: il mezzo attraverso cui viene veicolato è, in qualche modo, secondario.
Quali sono le ragioni profonde che portano all’adesione a un’ideologia suprematista? Qualcuno si è posto il problema di indagarle?
Odio online e armi per tutti, la miscela esplosiva che scuote gli Usa: quale via d’uscita?
Gli outlet che diffondono odio a buon mercato
Secondo il New York Times l’autore della strage di Buffalo del 14 maggio 2022 ha trovato “ispirazione” in contenuti di “suprematismo bianco” e incitamento all’odio su siti “alternativi”. Ma non solo: anche articoli su media mainstream e tutorial su YouTube.
Così il New York Times definisce i contenitori di informazioni: outlet, sia marginali che di larga diffusione.
In pratica, l’ideologia d’odio che starebbe alla base della strage del 14 maggio a Buffalo, negli USA (su cui l’FBI sta ancora indagando), avrebbe circolato online liberamente, tanto nel dark web che su siti noti ai più (come l’Huffpost).
Vero è che Payton Gerdon, il diciottenne accusato di aver effettuato la strage postandola in diretta live-streaming, aveva frequentato molte chat online considerate “furtive”, ossia clandestine.
I canali sotto accusa sarebbero Reddit e 4chan, poco noti al pubblico europeo.
Altro sito di informazione alternativa poco noto nel Vecchio Continente è BitChute, sito di condivisione di video noto per ospitare contenuti dell’estremismo di destra: qui Gerdon avrebbe ascoltato la conferenza di un estremista di destra finlandese sul declino della middle class americana.
Ovviamente, per concludere il quadro, non potevano mancare i tutorial su YouTube (ormai ce ne sono per ogni esigenza): solo che riguardavano l’utilizzo di armi da fuoco e non il modo di realizzare origami di carta.
Come evolve la disinformazione russa sulla guerra: il rapporto NewsGuard
NewsGuard ha scoperto che, nell’ultimo mese, la strategia degli organi di informazione statali russi è evoluta riguardo alla guerra, che lì dall’inizio chiamano “operazione speciale”.
- In uno studio recente, risulta che canali come Channel One stanno raccontando che i cittadini di Paesi come la Francia e la Germania stanno soffrendo per le sanzioni russe e stanno pagando il prezzo per la posizione dei loro Paesi.
- NewsGuard ha anche scoperto che Channel One ha esagerato il livello di opposizione all’estero al sostegno dell’Occidente all’Ucraina.
Il 18 maggio, l’emittente televisiva ha riferito che milioni di britannici sono sull’orlo della povertà a causa dell’aumento dei prezzi di cibo ed energia causato dal conflitto in Ucraina.
Nel filmato, il giornalista del canale afferma che molti britannici sono arrabbiati per le sanzioni contro Mosca e per lo stato in cui versa l’economia del Paese.
La televisione di Stato russa ha costantemente trasmesso una narrazione di guerra a favore del Cremlino, ha dichiarato Roache a Euronews, con “rari esempi di opinioni dissenzienti”.
A metà maggio, in una dichiarazione pubblica atipica, l’ex colonnello militare Mikhail Khodaryonok ha dato una valutazione più sfumata dell'”isolamento internazionale” della Russia, salvo poi correggere la sua retorica pochi giorni dopo. Per la maggior parte dei cittadini russi è difficile trovare fonti di informazione indipendenti.
La maggior parte delle principali piattaforme di social media occidentali come Facebook, Instagram e Twitter sono state bloccate in Russia, mentre i media indipendenti sono stati costretti a chiudere sotto la minaccia di pene detentive se criticano la decisione del Paese di entrare in guerra o se la chiamano in modo diverso da “operazione speciale”.
Gli effetti dell’odio online su soggetti emarginati e suggestionabili
Sempre secondo il New York Times, “il giovane, che è stato incriminato da un gran giurì la scorsa settimana, è stato descritto dalle autorità e da alcuni media come un emarginato travagliato che ha agito da solo “.
Per fare della sociologia spicciola, una persona in estrema difficoltà, facilmente suggestionabile, con problematicità certamente non seguite adeguatamente.
Che soggetti del genere possano essere facile preda di idee violente e che possano voler vedere la causa del proprio disagio esistenziale in un soggetto esterno (in questo caso, gli afroamericani) su cui scaricare la colpa della propria situazione, è self evident.
Lo scritto che ha pubblicato insieme alla diretta della strage chiede attenzione sul tasso di natalità della popolazione “bianca”: se non si faranno abbastanza figli, la razza superiore scomparirà presto (questo il succo del messaggio).
Sono idee certamente non nuove e comunque sentite, risentite e risentite ancora: perfino Elon Musk si è posto il problema della denatalità, con riferimento all’Italia.
Il Presidente Usa sulla strage di Buffalo
Joe Biden, Presidente degli USA, ha definito la strage “un crimine ripugnante e motivato dall’odio razziale perpetrato in nome della disgustosa ideologia del nazionalismo bianco”.
Che sia stato un crimine orrendo è ovvio: meno ovvia la correlazione diretta ed immediata con l’ideologia del nazionalismo bianco.
Gli USA hanno una storia di stragi nelle scuole, nei supermercati e, più in generale, nei luoghi affollati, che altri Paesi non hanno.
Estremisti di destra e suprematisti bianchi esistono anche in Europa, ma episodi come quelli che regolarmente si registrano negli USA non si verificano o quantomeno non con quella frequenza e con quelle modalità.
Questo per dire che se le armi sono in libera vendita e il livello dell’assistenza sociale è basso, direzionare l’attenzione sull’ideologia sottostante, per quanto orrenda possa essere, è un ottimo modo di coprire la polvere sotto il tappeto.
Conclusioni
Si è passati dalla “tradizione orale” (casa, bar e osterie), a quella scritta (volantini e giornali) per arrivare alla rete globale.
Ma la cassa di risonanza non cambia la radice del problema: perché una persona dovrebbe compiere una strage, armandosi di fucile semiautomatico e addestrandosi al solo scopo di uccidere degli sconosciuti inermi?
Certamente la base ideologica pone un obiettivo: una determinata categoria d persone.
Come è possibile che una persona “disturbata”, secondo la definizione del media statunitensi, possa armarsi fino ai denti e uccidere, indisturbata, una decina di persone in diretta streaming?
Se lavorassi al New York Times, mi preoccuperei più di questo che dei “more and more outlets, both fringe and mainstream”.