Credo che le nostre politiche sulla scuola debbano porsi l’obiettivo di affrontare con una visione d’insieme il tema del cambiamento nella scuola. E questo per costruire oggi la scuola del futuro, con un quadro organico, una strategia di sistema che abbia la stessa ambizione della riforma dell’autonomia di venti anni fa, ma naturalmente con modalità e approcci diversi, perché la realtà nel frattempo è molto cambiata.
Un quadro organico che includa interventi su più fronti, tra cui
· il sistema classe, affermando in modo chiaro e definitivo la necessità di una didattica innovativa, laboratoriale, che si applichi quotidianamente in tutte le classi, e che orienti la costruzione e la ristrutturazione degli spazi scolastici;
· l’ambiente di apprendimento, in cui il digitale è un supporto necessario, ma rimane strumento, superando il dibattito tra chi vuole meno o più tecnologia;
· il livello organizzativo, potenziando l’autonomia sia attraverso un corpo docenti preparato a lavorare in rete (e formato con un approccio peer-to-peer) sia pensando ad una figura di sistema, un “responsabile digitale”, un tutor che abbia il compito di sostenere l’innovazione didattica nelle classi, anche condiviso tra più scuole, sia con un sistema di valutazione orientato al miglioramento, elemento di positività per le scuole e per i singoli insegnanti, che venga percepito come tale, in una sorta di “riconciliazione” prima di tutto culturale.
In tutto questo costruire e avviare un sistema di competenze per insegnanti e dirigenti scolastici è un passo necessario anche verso un’ottica di formazione permanente, oltre che per spingere verso un cambiamento soprattutto culturale, legato più all’apertura mentale che all’età (purtroppo in media molto alta) dei docenti.