Se non si possiedono 44 miliardi di dollari per acquistare uno dei social più popolari si consiglia di provare Mastodon, i cui server si trovano in Finlandia. Detto fatto. Mentre l’imprenditore di origine sudafricana Elon Musk ha preso il controllo di Twitter (e subito licenziato oltre tremila dipendenti) molti utenti stanno già provando il suo antagonista. Che, se compreso in modo adeguato, potrebbe persino rivelarsi il media del futuro prossimo venturo.
Attualmente, è vero, Mastodon conta circa due milioni utenti, ma sono destinati ad aumentare da quando si è verificato il fuggi-fuggi dal social con l’uccellino azzurro.
Che cos’è Mastodon
Mastodon, ideata dal giovane Eugen Rochko nell’ormai lontano 2016, è la più grande rete di micro blogging open source, libera e decentralizzata (detta anche federata) del pianeta. In altre parole, non è altro che una sorta di Twitter gestito dagli utenti stessi. Su questo social media non sono presenti algoritmi e pubblicità, si va decisamente contro i monopoli commerciali sempre pronti a limitare la comunicazione con le loro campagne pubblicitarie.
Qualunque iscritto a Mastodon ha la possibilità di creare un’istanza, ossia un sito sul quale girerà il social che permetterà di collegarsi e interagire con le altre istanze.
Chi è Eugen Rochko
Eugen Rochko è un ingegnere informatico tedesco, di origini ebraiche e russe, nato nel 1993. Appena terminati gli studi in Scienze informatiche all’università di Jena, ha lanciato Mastodon con lo scopo iniziale, secondo quanto dichiarato da egli stesso a Mashable (noto blog statunitense d’informazione), di voler sfruttare appieno quel prezioso lasso di tempo tra la laurea all’ateneo e il ritrovarsi intrappolato nella monotonia e nella tristezza di un impiego tradizionale.
Fin dall’età adolescenziale, il giovane professionista ha inoltre maturato una notevole insofferenza nei confronti dei social media più noti, delle pubblicità personalizzate, delle raccolta dati e soprattutto dall’eccessiva tolleranza verso i simpatizzanti dell’estrema destra, i quali sono stati rimossi da Twitter, Facebook e Instagram solo da qualche mese a questa parte.
Mastodon: perché utilizzarlo?
Oltre a essere totalmente privo di annunci commerciali che interrompono la comunicazione, la linea temporale degli utenti si trova in ordine cronologico e non viene manipolata da alcun genere di algoritmo. Mastodon non è infatti stato progettato per attirare attenzione e venderla ai vari inserzionisti.
A differenza di Twitter che pare un’enorme realtà aziendale, Mastodon somiglia molto a un insieme di negozi locali a conduzione familiare. Sebbene la scelta della propria istanza possa scatenare un po’ di panico, niente paura, in quanto è come scegliere il proprio indirizzo e-mail, seguire gli iscritti desiderati, ricevere e inviare messaggi diretti e menzionarli durante le pubblicazioni dei post.
Tutte le funzionalità
La timeline di Mastodon ha una capienza massima di cinquecento caratteri. Oltre a questo, possiede potenti strumenti pronti a tutelare la privacy degli utenti e a prevenire molestie.
Ma non è tutto: è possibile pubblicare un post scegliendo tra le seguenti opzioni:
– mostrato solo ai follower;
– inviato alle linee temporali pubbliche;
– visibile online, ma non pubblicato all’interno della timeline;
– visionabile solo agli utenti menzionati.
Esattamente come Twitter, viene offerta l’opportunità di segnalare gli utenti, silenziarli per non vedere le rispettive pubblicazioni oppure bloccarli. Poiché il blocco è permanente e non esiste possibilità di cambiare idea, bisogna avere l’assoluta certezza di tale scelta. Il discorso si estende anche alle intere stanze di Mastodon.
Per quanto riguarda invece la timeline locale, non è altro che un flusso riguardante tutti coloro che scrivono da quella istanza.
Pertanto, se si clicca lì, si vede tutto ciò che succede in quel determinato server, proprio come si andasse ad ascoltare tutti gli abitanti del proprio quartiere.
Mastodon e la decentralizzazione
I post e i profili degli utenti di Mastodon, al posto di essere controllati da un Big della tecnologia, vengono gestiti da numerose reti piccole, le quali ricoprono il ruolo di dettare le regole, integrare gli internauti e garantire che le cose funzionino in maniera corretta.
Ogni rete è a sua volta una comunità e se un iscritto non accetta le norme oppure le performance tecniche del server, non deve fare altro che migrare su un altro, senza perdere i propri follower e contenuti.
Twitter, è la fine della “piazza digitale pubblica”? Come pesa la variabile Musk sul futuro
Come iscriversi a Mastodon
Iscriversi a Mastodon è davvero facile, basta solo seguire questi passi:
– scegliere un server: esistono sia generici, sia costruiti ad hoc per giornalisti, musicisti, artisti, video maker e tanti altri ancora;
– creare un nome utente, il quale, insieme al server, andranno a formare l’indirizzo personale, per esempio @mario@mastodon.world. I suffissi sono variabili, in quanto esistono migliaia di server differenti. Quelli più gettonati sono mastodon.online, mstdn.social e mastodon.social;
– impostare una password;
– accettare le regole del server più i termini di servizio, che vietano ogni forma di razzismo, propaganda terroristica, sessismo, proselitismo, diffusione di fake news, intolleranza religiosa, bullismo e altre attività illecite;
– attendere qualche istante per ricevere tramite mail un messaggio contenente un link di verifica su cui cliccare;
– effettuare l’accesso inserendo nome utente e password;
– seguire e inviare messaggi alle persone che si desiderano, a prescindere dall’indirizzo che possiedono. Occorre puntualizzare che i messaggi privati, non essendo crittografati end-to-end, possono essere letti da chiunque in caso di attacco informatico;
– iniziare a pubblicare contenuti (foto, video oppure semplici messaggi di testo con o senza gif animate) senza nutrire il timore di perdere la cronologia del feed, in quanto non si verificherà l’intervento di alcun algoritmo. Ogni post viene chiamato col termite toot, gode della pubblicazione istantanea, ma gli amministratori di tutti i server, solitamente volontari, controllano e segnalano i contenuti che potrebbero essere contro le linee guida;
– scaricare l’app mobile gratuita: disponibile sia per iOS che per Android, consente di interagire più facilmente con gli utenti. Quando una foto non viene caricata oppure non compaiono reazioni, possono comparire le diciture “app con bug” oppure “server lento”.
Mastodon e verifica profilo
La spunta blu di Twitter ha innalzato un grande polverone, poiché questo elemento grafico, nato per dimostrare la veridicità dei profili, è divenuto uno status symbol nell’arco di poco tempo, come se fosse una medaglia. Questa è la ragione per la quale Elon Musk ha deciso di chiedere il pagamento di otto dollari al mese, dando modo agli account falsi di emergere.
Twitter e il valore politico della spunta blu: perché Musk ora fa dietrofront su tutto
Anche su Mastodon è possibile ottenere la spunta blu, ma in modo del tutto gratuito seguendo i seguenti passaggi:
– entrare nel proprio profilo Mastodon;
– selezionare la dicitura Modifica Profilo;
– scrivere all’interno della stringa Nome Visualizzato il proprio nickname;
– aggiungere l’elemento grafico riportante la spunta e salvare.
Esiste anche una seconda tipologia di autenticazione da aggiungere, ma si tratta di qualcosa di meno eclatante, presenta una colorazione verde e si rivela molto utile per mostrare agli utenti un sito web. Per farlo bisogna tornare sulla pagina di modifica profilo e scorrere fino a Metadati del Profilo.
Nella suddetta sezione vi sono quattro righe su due colonne per aggiungere le informazioni presenti sul lato destro del profilo. Nella prima colonna scrivere la parola sito e nella seconda, sempre rimanendo sulla stessa riga, l’URL del sito comprensivo di https://.
Sulla destra dei Metadati del Profilo comparirà un codice HTML, copiarlo nel codice della piattaforma che si desidera autenticare, tipo nel footer oppure nell’header e aspettare che Mastodon approvi l’autenticazione della sezione colorandola di verde.
Come fa a stare in piedi Mastodon?
Stando a quanto dice la guida ufficiale, la piattaforma social Mastodon sta in piedi grazie al crowdfunding, ovvero donazioni monetarie tramite Patreon, GoFundMe e altri servizi similari. Non esistono soci di maggioranza o padroni, ma un’impresa oppure una persona può monitorare un server e se desidera crearne uno nuovo da aggiungere all’intero sistema.
Quali sono i lati negativi di Mastodon?
Il problema principale riguarda la moderazione, perché essa, nonostante il grande impegno di amministratori delle istanze e degli utenti, non funziona come dovrebbe, anche se si respira un clima decisamente migliore rispetto a quello che si trova su Twitter.
Un’altra lacuna concerne la lotta ai profili fake, dove qui trovano terreno fertile. Pertanto, se non si presta molta attenzione, si rischia di incappare in truffe di ogni genere, basti pensare a quelle romantiche.
Un consiglio: bloccare subito chiunque avanzi richieste di denaro, l’invio di foto senza veli e dati sensibili come numeri della carta di credito, targa dei veicoli, indirizzo di casa, numero di telefono e via discorrendo.
Il futuro
Al momento è davvero difficile immaginare il futuro del suddetto social e se davvero riuscirà a diventare una valida alternativa alla proprietà del magnate sudafricano. A tal proposito val la pena citare una vicenda per certi versi analoga: nel gennaio 2021 si diffuse la notizia (non vera per l’Unione Europea) che la privacy di WhatsApp non avrebbe più tutelato gli utenti. Molte persone migrarono così su Telegram, gran parte delle quali, una volta rientrato l’allarme, sono tornate su WhatsApp dopo sole poche settimane.
Oggi l’Europa pare credere all’ascesa di Mastodon, ma saranno solo le nostre scelte a decretare l’esito finale. Non ci resta che attendere.