La capacità di processamento di informazioni umana è finita, ed è stata ampiamente superata a seguito dell’avvento di internet, in particolare con un’accelerazione esponenziale dovuta ai social, dove la produzione di contenuti è diventata mainstream e alla portata di tutti. Tutti siamo diventati da consumatori a produttori di contenuti, utili o inutili che siano.
Questo fenomeno potrebbe ulteriormente acuirsi con la diffusione dell’AI nella produzione di contenuti.
Cos’è l’infodemia
Siamo, insomma, immersi in un ambiente informativo in cui rischiamo di annegare. Questo tsunami informativo che non si ferma mai viene definito infodemia, un termine che la Treccani ci aiuta a comprendere meglio, grazie ad una descrizione sintetica: “circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”
Anche ChatGPT ci fornisce una definizione altrettanto esaustiva: “L’infodemia è un fenomeno che si verifica quando c’è un’eccessiva quantità di informazioni riguardanti un particolare argomento che circola, rendendo difficile per le persone distinguere ciò che è vero da ciò che è falso o fuorviante. Il termine è una combinazione di “informazione” e “pandemia”, e solitamente si riferisce a una rapida e vasta diffusione di tutte le tipologie di informazioni, accurate e non. Le infodemie possono diffondersi rapidamente attraverso i social media e altre piattaforme digitali, dove l’informazione non verificata o fuorviante può essere condivisa e amplificata con facilità. Per combattere le infodemie, è importante promuovere l’alfabetizzazione mediatica, verificare le informazioni prima di condividerle e affidarsi a fonti di informazione affidabili e autorevoli.”
Cosa fare di fronte a parole e concetti nuovi
Lo strumento di intelligenza artificiale generativo che abbiamo utilizzato ci ha fornito una risposta che abbiamo potuto valutare perché conoscevamo già il termine e anche perché abbiamo avuto la possibilità di confrontare la risposta ottenuta artificialmente, con quella validata dalla nota enciclopedia, redatta da esperti.
Possiamo fidarci delle risposte di un sistema che non ci mostra le fonti da cui attinge? Possiamo fidarci di uno strumento che fornisce risposte su base algoritmica, non essendo però in grado di capirne il senso?
Come possiamo fare di fronte alla ricerca di parole, concetti temi, nuovi? Questo è un grande problema ancora rimasto irrisolto che riguarda l’ai generativa e la sua capacità di diventare parte integrante dell’infodemia.
Un altro modo per descrivere questo continuo overload informativo, utilizza il termine di hyper information, un eccesso di stimoli informativi disponibili in rete che non riusciamo più a gestire.
Aumentare la velocità di lettura non è la soluzione
Questa situazione di “sopraffazione da informazioni” è diventata sempre più attuale anche nella Pubblica Amministrazione, in particolare nell’ultimo anno e mezzo di PNRR, che ha contribuito nell’iperproduzione di contenuti come manuali, linee guida, avvisi, chiarimenti, faq, decreti, specifiche tecniche, che richiederebbero di avere giornate di più di 24 ore per poter rimanere aggiornati rispetto a tutte le novità.
Aumentare la velocità di lettura non è la soluzione
Rimanere allineati in questa PA-ndemia informativa non è semplice e molto probabilmente i vecchi metodi di apprendimento non bastano.
Infatti, la prima cosa che verrebbe in mente davanti a questa situazione è acquisire tecniche per aumentare la velocità di lettura e poter quindi aumentare la capacità di processamento di informazioni. Questo porta a due considerazioni.
Aumentare la capacità di lettura implica che si aumenta la banda in ingresso al cervello. In queste tecniche ricadono il tenere gli occhi fissi in mezzo alla pagina e il non ripetersi mentalmente quello che si legge. Aumentare la banda in ingresso non comporta automaticamente che il cervello sia in grado di processare correttamente le informazioni che entrano a maggiore velocità.
Il secondo aspetto da considerare è la ritenzione informativa: si capisce davvero quello che si sta leggendo? Mediamente una persona legge tra 200 e 400 parole al minuto. Ci sono persone che sono arrivate fino a 1.000 e addirittura alcuni individui fino a 100.000 parole al minuto. Studi scientifici hanno dimostrato che l’aumento di parole lette non comporta un aumento di comprensione del testo. Anzi oltre certi livelli di aumento di parole al minuto, la comprensione è mediocre.
Quindi cosa fare se le tecniche sopra indicate di lettura veloce non funzionano?
Una soluzione all’iper-informazione
In un mondo frenetico e pieno di informazioni, lo Strategic Note Taking è come una bussola che guida le persone attraverso il mare tempestoso del sapere. È una competenza che permette di catturare e organizzare le gemme preziose di conoscenza mentre navighiamo verso le nostre mete di apprendimento.
Proviamo ad immaginare di essere un esploratore in un territorio sconosciuto. Abbiamo a disposizione una mappa che mostra le terre da esplorare, ma è necessario prendere appunti lungo il percorso per ricordare le tue scoperte. Questi appunti diventano le nostre coordinate, la nostra bussola personale che ci aiuta a navigare attraverso la vastità di informazioni che si incontra lungo il cammino.
Quando impariamo un nuovo tema in un tempo relativamente ridotto, è fondamentale essere strategici nel modo in si prendono appunti. Non possiamo semplicemente raccogliere informazioni senza un metodo o una struttura. Lo Strategic Note Taking ci offre un approccio artigianale per creare connessioni tra le idee, catturare i concetti chiave e sintetizzare il materiale in modo che sia facilmente accessibile.
Le nostre note diventano come i mattoni di un edificio. Li possiamo posizionare uno sopra l’altro in modo casuale, ma la struttura risulterà instabile e confusionaria. Oppure possiamo costruire un solido fondamento, uno strato dopo l’altro, collegando le idee in modo coerente e organizzato.
Lo Strategic Note Taking ci permette di creare una struttura solida che ci aiuta a comprendere meglio il nuovo argomento.
Uno strumento per migliorare il pensiero strategico
Lo Strategic Note-Taking non si riduce agli utilizzi che abbiamo appreso a scuola, è infatti uno strumento per migliorare il pensiero strategico, che può essere utilizzato in differenti contesti e secondo diversi obiettivi, poiché permette di selezionare le informazioni strategiche da acquisire, da memorizzare, da organizzare, da rielaborare e da utilizzare strategicamente in funzione di differenti obiettivi e differenti finalità che vengono definiti, usando di volta in volta le più opportune tecniche.
La sottolineatura di libri e testi è il processo di evidenziare o sottolineare parti specifiche di un testo, come frasi, concetti o informazioni rilevanti. Serve a facilitare la revisione e la rielaborazione delle informazioni importanti contenute nel testo per migliorare l’apprendimento o un utilizzo successivo di elementi chiave
Le tecniche di annotazione a margine dei libri servono a diversi scopi (che vedremo), ma in generale sono utilizzate per arricchire la lettura e favorire una comprensione più profonda del testo attraverso un processo di lettura aumentata, (che andremo a definire), attraverso differenti processi di sintesi e riflessione critica sui contenuti
La trascrizione (o prendere appunti) è il processo di scrivere o registrare informazioni importanti durante una lezione, una presentazione, una riunione, una conversazione, la lettura di un testo o l’ascolto di un contenuto audio. Serve a registrare i concetti chiave, le idee principali e altre informazioni rilevanti, secondo i propri obiettivi, al fine di poterle rileggere riflessivamente e utilizzare in seguito.
Quando si prendono appunti in modo strategico, si selezionano attentamente le informazioni essenziali, identificando le relazioni tra i concetti e le argomentazioni chiave. Questo processo di selezione e sintesi aiuta a focalizzarsi sulle informazioni più rilevanti e significative. Come un pittore che dipinge un quadro, si scelgono attentamente i colori e le pennellate che daranno vita all’opera.
Lo Strategic Note Taking offre la possibilità di personalizzare le note. Si possono utilizzare simboli, schemi, diagrammi o colori per creare una rappresentazione visiva delle idee. Questo coinvolgimento visivo stimola la creatività e la memoria, facilitando il recupero delle informazioni in futuro.
Conclusioni
Nel mondo caratterizzato da hyper information come quello attuale, abbiamo più risposte di quelle che possiamo processare e abbiamo più idee di quelle che possiamo mettere in pratica. Non abbiamo probabilmente bisogno di altre idee, quelle esistenti sono sufficienti. E non possiamo più utilizzare vecchie tecniche di apprendimento e creative, perché non funzionano più.
Ciò di cui abbiamo bisogno sono nuove interpretazioni, nuove connessioni, nuovi ponti fra le idee e la possibilità di processare le idee esistenti, utilizzando gli appunti come metodo per l’organizzazione del pensiero.
La riduzione di tempo e di risorse, l’aumento di materiale da leggere e imparare, anche nella PA portano alla necessità di rivedere le modalità di assorbimento delle informazioni e di loro classificazione. Lo strategic note taking può essere una soluzione.