Dagli ultimi rapporti sull’uso di Internet in Italia è evidente la dimensione significativa del debito di incompetenza che abbiamo nelle PMI, dove il divario digitale rispetto agli Paesi europei è molto più elevato rispetto alle medio-grandi imprese.
Adesso abbiamo però gli strumenti per chiudere il gap sulle competenze digitali: innanzitutto perché il governo vuole affrontare questo tema con una visione sistemica, per intervenire sul quadro generale del sistema Paese.
Per questo sono stati messi a punto due piani strategici, come il Piano Nazionale per la Banda Ultralarga, che pone ambiziosi obiettivi come il raggiungimento dell’83% della popolazione con la banda ultralarga per il 2020, e il Piano per la Crescita Digitale, coordinato da AgID. Non si parla solo di PA, ma del Paese nel suo complesso.
Oggi usiamo Internet poco e anche male, perché abbiamo un approccio prevalentemente passivo, fatto di navigazione e uso di posta elettronica, e tendiamo a digitalizzare i processi analogici, senza riorganizzarli. Dobbiamo cambiare radicalmente questo approccio.
E per farlo, è fondamentale e urgente la trasformazione della Scuola, che è ancora un ambiente “medievale” che obbliga i ragazzi a entrare in un mondo in cui non si riconoscono più.
Non è la prima volta che facciamo queste analisi, ma questa volta però sul tavolo c’è tutto, sappiamo cosa deve essere fatto. E abbiamo anche le risorse per farlo.