È molto più probabile che si perda la vita lavorando piuttosto che a causa di un reato violento: lo dicono i dati. Se, infatti, consideriamo il numero di decessi sul luogo di lavoro nel primo semestre del 2021 la cifra è di 434 e come abbiamo potuto leggere durante questo secondo semestre in corso questo dato sta crescendo. Se invece analizziamo il numero di decessi causati da reati violenti in Italia in tutto il 2020 la cifra è di 283 e pare che nella prima parte del 2021 il dato sia in calo rispetto all’anno precedente. Questo confronto ovviamente quasi paradossale sottolinea un concetto. La nostra percezione del rischio sul posto di lavoro non è proporzionata con la realtà dei fatti.
Ma, nonostante i dati, mentre le tecnologie volte per contenere il crimine sono molte e vengono messe in campo piuttosto in fretta, che ne è di quelle dedicate ad aumentare la sicurezza sul lavoro? Stiamo davvero facendo tutto il possibile per far sì che nessuno perda la vita mentre svolge le sue mansioni?
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Le nuove tecnologie per aumentare la sicurezza sul lavoro
Purtroppo, molti impieghi ancora oggi espongono i lavoratori a rischi di diverso tipo e i recenti drammatici casi di cronaca rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema da cui nessun paese al mondo è davvero esente. Perdere la vita sul posto di lavoro è ovviamente l’eventualità più drammatica che possa capitare ma tra i “caduti” durante lo svolgimento dei propri compiti bisognerebbe conteggiare anche chi, a causa di un lavoro particolarmente usurante o svolto in maniera non adeguata, si ritrova affetto da patologie croniche che poi lo accompagneranno per tutta la vita diminuendone la qualità sensibilmente. Le istituzioni considerano prioritaria la sicurezza sul posto di lavoro, si parla della necessità di una maggior informazione, più controllo e più prevenzione a tutti i livelli, dall’operaio al manager fino all’imprenditore. Non si può che essere d’accordo ma forse si può aggiungere un elemento: l’implementazione delle nuove tecnologie per aumentare la sicurezza dei lavoratori.
Il supporto di robotica e AI: i progetti
La tecnologia può aiutare se messa correttamente al servizio dell’essere umano per il suo benessere. Robotica e intelligenza artificiale, inserite in modo sostenibile all’interno del mondo del lavoro, con l’aiuto e il supporto dei sindacati per studiarne l’impatto sull’organizzazione del lavoro stesso, possono migliorare le condizioni e la sicurezza sul luogo di lavoro. Possiamo immaginare un supporto attivo dotando i lavoratori di strumenti che riducano gli sforzi e li rendano meno esposti ad incidenti.
ErgoCub
All’Istituto Italiano di Tecnologia facciamo tutto questo insieme a INAIL. Mentre scrivo sto pensando, ad esempio, a robot che possano affiancare i lavoratori nello svolgimento delle loro mansioni come quelli previsti dal progetto ErgoCub. In questa attività di ricerca si prevede la costruzione di robot umanoidi collaborativi con applicazioni nel settore manifatturiero e in quello ospedaliero, quest’ultimo particolarmente critico vista la attuale emergenza sanitaria. Ma penso anche a esoscheletri indossabili per il sollevamento ripetitivo di carichi pesanti che, in sinergia con sistemi di monitoraggio dello sforzo, possano diminuire i rischi di infortuni e malattie legati al sistema muscolo-scheletrico. Tali sistemi sono già allo stadio di prototipi e attualmente vengono sperimentati in alcune aziende particolarmente attente a questi aspetti.
XoTrunk e Centauro
Questo è il caso di XoTrunk un esoscheletro collaborativo ad uso industriale che permette di diminuire drasticamente l’affaticamento del lavoratore che si trova a dover movimentare carichi per la maggior parte del tempo. Se poi allarghiamo la visione più a lungo termine potremo avere robot in grado di affiancare in scenari di emergenza Vigili del Fuoco o personale della Protezione Civile come Centauro, il robot che è metà umanoide e metà animaloide, capace di muoversi in ambienti complessi grazie alle quattro “zampe” ma anche in grado di interagire con infrastrutture progettate per l’essere umano.
HyQreal
O ancora, HyQreal il quadrupede che ha dimostrato la sua forza trainando un aereo privato all’Aeroporto di Genova e potrebbe affiancare gli esseri umani in attività rischiose o troppo faticose diminuendo di fatto la possibilità di incidenti o conseguenze croniche sulla salute dei lavoratori. Sono numerosi gli studi volti a rendere queste soluzioni semplici e intuitive in modo che siano disponibili a un costo contenuto e utilizzabili da chiunque. Si tratta di tecnologie disegnate intorno alle esigenze delle persone e non fini a sé stesse, alcune vedranno una loro applicazione nel mondo reale a lungo termine, altre invece potrebbero essere implementate già oggi. Insieme ai più importanti centri di ricerca italiani stiamo lavorando a una tecnologia che non sostituisca i lavoratori ma li aiuti a svolgere le proprie mansioni in sicurezza e con meno sforzi e allo stesso tempo aumenti la produttività e le performance creando anche nuove opportunità di sviluppo professionale.
Conclusioni
Cosa impedisce che queste innovazioni si diffondano su larga scala? Il processo di trasferimento delle tecnologie dai laboratori al mercato è lungo e complesso, ma un maggior sostegno alle imprese, soprattutto piccole e medie, potrebbe fare la differenza. In Italia abbiamo le competenze tecnico-scientifiche e una realtà come INAIL che investe su un futuro dove la sicurezza sul lavoro sia una certezza ma abbiamo bisogno di aiuto e forti investimenti. È auspicabile che tra i fondi del PNRR per il rilancio del Paese trovino spazio azioni finalizzate ad aumentare la sicurezza sul lavoro, alimentando la ricerca da un lato e sostenendo le imprese con formazione e tecnologie adeguate dall’altro. La pandemia con la sua imprevedibilità ci ha colto di sorpresa e abbiamo reagito. Le morti e i danni fisici causati dagli incidenti sul lavoro non sono inimmaginabili. Dobbiamo intervenire nella prevenzione con la stessa determinazione che abbiamo dimostrato anche nelle recenti drammatiche occasioni.