A differenza di quanto contestano molti, non c’è contraddizione tra esaltazione del processo democratico in rete e ferrei vincoli di vertice da parte del Movimento 5 Stelle (vedi ukase di Casaleggio e Grillo). E’ in realtà il risultato una visione nuova, non lineare, ricca di sviluppi nel futuro immediato e a medio termine, appunto “regole locali semplici e rigide per favorire l’evoluzione complessa del sistema” (cfr. Barabasi, Link, Einaudi 2002).
Dal punto di vista delle teorie delle reti e della complessità, infatti, dando regole chiare e rigide a livello locale (come quelle tanto discusse per quanto riguarda la selezione dei candidati on line) si permette a un sistema reticolare di evolversi su pattern visibili a priori nel loro insieme (seppure non prevedibili nel dettaglio).
In conclusione, sarà interessantissimo sia vedere come si adatterà “il sistema complesso politica” ad azioni di questo genere, particolarmente efficaci per raggiungere e attivare quelle soglie critiche che caratterizzano i bivi storici dei sistemi complessi adattativi, sia condividere e confrontare questa riflessione con chi si interessa non solo di agenda digitale ma anche di approccio sistemico alle reti sociali e biologiche.
A chi studia le teorie della complessità interessa il fatto che per la prima volta la rete viene usata con una consapevolezza nuova: sarà rivelatore vedere a che cosa porta questa consapevolezza, l’uso di strumenti nuovi: non solo Internet e i social network, ma anche e soprattutto l’approccio sistemico bottom-up e contemporanemente top-down degli organizzatori: un esperimento alla Wikipedia, ma all’ennesima potenza… citando Frankenstein Junior: “si .. può .. fare”.