Se è vero che la PA deve condurre la rivoluzione digitale, è altrettanto vero che nello stesso ambito esistono servizi già automatizzati, bisognosi tuttavia di una revisione. O di ripetizioni. In questo caso, di matematica: una signora riceve – dal comando di Polizia Locale di un Comune in provincia di Lecco – una multa per eccesso di velocità. A quanto ammonta la sanzione? Nel verbale ricevuto a casa, alla voce “Modalità di estinzione” si legge che “è ammesso il pagamento in misura minima di Euro 159,00 (sanzione) + Euro 6,60 (spese postali) + Euro 7,89 (spese accertamento e/o procedimento) per un totale di Euro 175,79…”.
“Un momento, il totale esatto è 173,49… perché calcolano 2,30 Euro in più?” si chiede la signora, che immediatamente controlla anche il bollettino postale allegato, prestampato per agevolare l’utente, che però riporta un altro totale: Euro 179,69. Senza perdersi d’animo, dopo aver verificato che i documenti ricevuti non offrono spiegazioni a queste cifre apparentemente inspiegabili, la signora chiama telefonicamente il comando di Polizia Locale che le risponde con molta gentilezza: “Lei ha ragione signora, non sappiamo nemmeno noi perché, ma le stampe dei verbali ci escono così dal nostro sistema elettronico. Comunque può tranquillamente pagare l’importo che ha calcolato lei“. La signora, comunque dotata di calcolatrice digitale, ha calcolato con onestà un importo corretto. Alla faccia del sistema elettronico…
(Invitiamo i lettori a mandarci le loro storie, le pubblicheremo qui, anche a loro firma se preferiscono: info@agendadigitale.eu. Agenda digitale sì, ma attenti a non perderci nella matrice…)