La rielezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti di America ha colpito molto l’attenzione anche per il ruolo che di fatto e di diritto sembra destinato ad assumere Elon Musk nel corso del futuro quadriennio “trumpiano” alla Casa Bianca.
Musk alla Casa Bianca: i problemi all’orizzonte
Andando subito al sodo dei problemi che già oggi emergono con tutta evidenza occorre sottolineare che la presenza di Musk appare importante sotto più profili.
Il primo è certamente la capacità di Musk, aiutata dalla sua ricchezza e dalle sue imprese, di tenere la scena pubblica e di concorrere a disegnare un possibile sviluppo delle relazioni fra i popoli, sia sviluppando relazioni a portata multipla con molti governi del Mondo, fra i quali anche l’Italia, sia proponendosi anche come espressione delle imprese Big tech e della loro volontà di continuare a operare in un contesto che rinuncia a usare la regolazione come strumento per condizionare le imprese nelle loro attività e rimette solo o soprattutto alle imprese la responsabilità di operare nel rispetto degli interessi e dei diritti fondamentali degli essere umani viventi sul nostro pianeta.
Legislazione permissiva per le Big Tech
Appartiene a questo profilo l’impegno che Trump avrebbe assunto con Musk di operare affinché le aziende con sede legale negli USA continuino a dover osservare la più permissiva legislazione USA circa i servizi forniti dalle piattaforme e dalle Big Tech agli utenti anziché la nuova legislazione europea che, a partire dal DSA e dal DMA, ha invece stabilito che ai fornitori dei servizi di telecomunicazione si applica la normativa europea anziché quella del luogo di residenza della impresa quando destinatari dei servizi siano utenti operanti nell’ambito del territorio dei Paesi UE.
A rischio l’efficacia della legislazione digitale Ue
È ovvio che, come si sottolinea acutamente nella rivista Il Politico nel numero del 6 novembre, tutto questo potrebbe presto portare a un conflitto tra UE e USA proprio sul piano dell’efficacia della legislazione dei due diversi sistemi normativi, vanificando sia la speranza di estendere il cosiddetto Bruxelles Effect sia la capacità della UE di competere con gli altri ecosistemi mondiali delle telecomunicazioni in virtù della sua capacità di normazione usata come rimedio alla sua debolezza strutturale sul terreno della innovazione, così bene messa in rilievo recentemente nel rapporto Draghi.
Starlink e l’autonomia degli utenti internet: verso una seconda era del digitale
Il secondo profilo riguarda la necessaria attenzione al sostegno della nuova Amministrazione ai progetti di Musk e conta su una normazione che possa vedere con favore e sostenere lo sviluppo di progetti come Starlink, basato essenzialmente sull’obbiettivo di permettere a ciascuno di possedere stazioni ricetrasmittenti di facile trasporto e installazione, in grado di consentire agli utenti di collegarsi alla rete in qualunque parte del pianeta anche a costo, ovviamente, di rischiare che il fornitore del servizio possa, anche per ragioni vere o meno vere di tutela delle connessioni, venire a conoscenza dei soggetti con i quali si entra in relazione e financo del contenuto delle comunicazioni trasmesse con questi sistemi.
È evidente che questa prospettiva di evoluzione del mondo digitale è molto concreta perché è già presente e operativo il sistema di Starlink che realizza proprio questa enorme innovazione: dare agli utenti la possibilità di possedere in proprio non solo i devices che consentono di comunicare nel mondo digitale ma anche sistemi portatili di collegamento alla rete, facilmente installabili e utilizzabili in qualunque parte del mondo.
In sostanza, e questo finora pare essere stato poco evidenziato e non sufficientemente compreso, Starlink offre una possibilità inedita e finora inesistente: quella cioè di possedere in proprio anche uno strumento facilmente portatile per collegarsi alla rete da qualunque parte del mondo in modo che chiunque utilizzi questo servizio possa, avendo a disposizione l’energia necessaria e operare in autonomia in qualunque parte del mondo.
Si tratta di un grande salto qualitativo che amplia ulteriormente l’autonomia degli utenti del sistema internet e del connesso mondo digitale, aprendo il sipario su nuovi scenari ancora tutti da esplorare.
Per questo chi scrive è convinto che la diffusione di questi servizi, specialmente se avverrà rinunciando a una precisa regolazione competitiva da parte dei grandi detentori della sovranità territoriale nel contesto del mondo globalizzato, potrà aprire la via a una vera e propria seconda era del digitale, incidendo fortemente sulla società globale e sulla tutela dei diritti fondamentali nella nuova epoca.
Cosa c’è, allora, dietro la nomina di Trump a capo del DOGE
Ora, se si guarda bene, appare evidente che tanto il primo quanto il secondo obbiettivo possono essere fortemente presidiati, dalla parte degli Stati e dei regolatori tradizionali, da chi, nell’ambito dei governi che presiedono al controllo anche fisico delle grandi aree territoriali, abbia la responsabilità della regolazione e, soprattutto, da quanti abbiano la responsabilità d trovare di volta in volta, il giusto punto di equilibrio fra quanto può essere regolato per tutelare di diritti fondamentali dei cittadini (anche a rischio di rendere meno veloce la corsa all’innovazione) e quanto, invece, deve essere rimesso alla responsabilità degli operatori per cercare di garantire il rispetto dei diritti fondamentali evitando o riducendo il rischio di ritardare troppo lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione.
Ora, se si guarda bene, quando Trump rende nota la sua volontà di nominare Musk, insieme a Vivek Ramaswamy, a capo del nuovo dipartimento per l’efficienza governativa (Departement of Governement Efficency indicato con l’acronimo DOGE), col compito di aiutare a “smantellare la burocrazia, tagliare regolamenti e spese, e ristrutturare le agenzie federali promuovendo un approccio imprenditoriale al governo” e, allo stesso tempo, fa sapere che essi dovranno svolgere questo incarico come “consulenti esterni” in modo da non dover essere obbligati a rispettare le regole di trasparenza che valgono per i membri del Governo Federale, non è difficile capire cosa significhi o possa significare davvero la nomina di Musk.
Non si può infatti parlare a cuor leggero di organizzazioni di governo basate su un approccio imprenditoriale né si può istituire un nuovo Dipartimento con l’obiettivo di fondo di dare “consigli” e “suggerimenti” al governo su come aumentare “l’efficienza del governo” senza rendersi conto che si sta uscendo dalla logica propria della democrazia liberale fondata sull’obiettivo dei governi di realizzare gli impegni assunti con gli elettori e comunque di rispendere alle richieste e alle esigenze dell’elettorato.
In ogni caso è evidente che la scelta di nominare Musk a questo incarico testimonia la volontà di Trump e del prossino governo americano di accelerare l’efficienza e l’efficacia dell’azione di governo considerando questi due obbiettivi strettamente connessi allo sviluppo il più rapido possibile della società digitale rappresentata proprio dalla figura di Musk e definita implicitamente dai suoi stessi progetti aziendali.
Digitale e diritti: i valori ignorati da Trump e Musk
In ogni caso è evidente che con queste scelte l’Amministrazione Trump si muove in una direzione molto diversa da quella seguita dall’attività regolatoria UE sotto la Commissione von der Leyen e la guida della Vestager: una direzione orientata a assicurare che lo sviluppo dell’epoca digitale avvenga senza fratture col passato e con i valori essenziali della cultura europea e occidentale in materia di diritti fondamentali dell’uomo. Valori, questi ultimi, che non sono mai citati nella comunicazione del Presidente eletto Trump relativa all’incarico conferito a Musk.
Per il momento non è utile andare oltre.
La necessità di ripensare le regole sociali e giuridiche
Solo il tempo ci dirà quanto lo scontro fra USA e UE, che questa nomina sembra implicare, sarà effettivo o se invece, come è auspicabile, la UE saprà trovare un punto di incontro con la politica del nuovo Presidente eletto e col nuovo capo del nuovo Dipartimento DOGE.
Certo è che ci attendono anni interessanti e impegnativi, che renderanno sempre più chiara la necessità di elaborare rapidamente una nuova idea occidentale del mondo e della società umana.
Proprio l’elezione di Trump, e la connessa nomina di Musk, ci avvisano infatti che non ha significato immaginare che la società digitale comporti soltanto l’esigenza di traghettare le idee e i valori fondamentali della cultura occide tale nel nuovo mondo.
Non è e non sarà così. Come è avvenuto in tutte le grandi epoche di mutamento, anche e soprattutto quelle a noi più lontane, passare da una epoca all’altra comporta ripensare le regole sociali e giuridiche che devono presiedere alla nuova società e al nuovo sistema di relazioni che il passaggio di epoca comporta.
È sempre stato così e sempre sarà così.
Non solo: ad ogni passaggio d’epoca le grandi civiltà della epoca precedente sono state messe dai fatti alla prova della realtà. In questi passaggi sono riuscite a sopravvivere e a far transitare i loro valori nella nuova epoca solo le società e le culture più forti e più diffuse nelle visioni profonde di quelle epoche.
Il ruolo della cultura in questo passaggio epocale per la nostra civiltà
Sarà così anche negli anni che ci aspettano e anche la nostra civiltà sarà sottoposta a questa prova.
Solo il tempo dirà se la nostra cultura e le nostre tradizioni saranno forti abbastanza da improntare di sé anche il futuro o se invece saranno destinate cedere il passo ad altre culture e tradizioni più forti di loro.
Per chi volesse davvero cercare di capire il presente e il futuro dovrebbe essere chiaro che proprio questo terreno, molto più di quello economico, si giocherà il vero confronto fra Occidente e Oriente e, cioè, fra sistema europeo/americano e sistema cinese nel prossimo futuro.
Non saranno solo i chip e la tecnologia a decidere come sarà il mondo e l’umanità della prossima epoca appena iniziata.
Sarà fondamentale anche il ruolo della cultura e la capacità di preservare e far transitare anche nella nuova epoca le grandi eredità del passato.
Per questo sarà sempre più fondamentale l’istruzione, la scuola e la capacità effettiva delle grandi Agenzie culturali: non si tratta solo di assicurare ai giovani la conoscenza di elementi essenziali delle scienze Stem ma di dare ad essi anche gli strumenti per conoscere, capire e trasmettere i valori del passato e per assicurarsi che essi possano transitare anche nel mondo futuro.
Se tutto questo avverrà anche il contributo di Musk sarà sempre più prezioso perchè consentirà alla nuova società di crescere tenendo insieme passato e futuro, progettando un futuro che non richieda il sacrificio dei diritti e dei valori dell’uomo quali noi, e le generazioni dei nostri avi prima di noi, abbiamo costruito in secoli di sforzi talvolta anche entusiasmanti ma sempre molto impegnativi.